QUASI PIZZO SCALINO Q3210 DAL PASSO DEGLI OMETTI
Prima di parlare dello Scalino, una breve premessa.
Quest’anno per la nostra due giorni, abbiamo scelto di basarci a Caspoggio in Val Malenco, le escursioni qui attorno sono innumerevoli.
Ma non si fanno mai i conti senza l’oste, il meteo della settimana (prenotata con largo anticipo) non è molto favorevole, questa estate 2023 non vuole stabilizzarsi, e peggio ancora le previsioni non sono mai state così imprecise.
Consultiamo di continuo almeno 4 siti di previsioni più il meteoswisse su Poschiavo, ma non concordano molto fra loro.
Sembrebbe che il giovedì sia discreto, parzialmente soleggiato, e possibili piogge dalle 18:00 o più tardi (non concordano), venerdì danno pioggia tutto il giorno e sabato, giorno di rientro, sole e nuvole ma molto-molto vento.
Con queste previsioni difficile di programmare di andare a tremilametri.
Ma siamo delle teste dure, e giovedì mattina con una levataccia arriviamo dritti alla diga di Campo Moro a 1990mt dove parcheggiamo.
L’obiettivo è il Pizzo Scalino, il simbolo della Val Malenco, una vetta stupenda e molto ambita, quante volte l’abbiamo ammirata scendendo in Val Poschiavo.
Alle 8:40 siamo in cammino, giornata parzialmente nuvolosa.
Si inizia subito a salire, in pochi minuti si passa dal Rifugio Zoia, quindi si raggiungono le falesie con le palestre di arrampicata, quindi un tratto pianeggiante ci conduce all’ Alpe Campagneda, posto stupendo.
Sempre senza prendere quota, in parte su sentiero ed in parte su sterrata arriviamo in 1:10 all’Alpe Prabello, che posto meraviglioso.
Si dovrebbe vedere il Pizzo Scalino, ma la cima resta avvolta nelle nuvole.
Dopo l’alpe troviamo il bivio, è un crocevia importante tenendo la sinistra si sale al Pizzo dal Colletto e dalla via del ghiacciaio, mentre verso destra si sale dalla via del Passo degli ometti.
Entrambe i sentieri sono molto ben indicati, ovviamente il primo richiede attrezzatura da ghiacciaio ed è sconsigliato in estate per la presenza dei crepacci.
Dopo un tratto pianeggiante inizia uno dei due tratti più impegnativi, poco meno di 700mt di salita con un primo tratto erboso poi una pietraia infinita e con blocchi grossi, un ultimo tratto tra pietraia e pietrisco ci porta a scavallare in Val Painale passando dal Passo degli Ometti.
In realtà il passo vero e proprio si trova poco più in basso.
Qui facciamo una pausa, la salita è stata piuttosto impegnativa.
La nostra meta resta avvolta nelle nubi, ma non fa freddo e non c’è molto vento.
Un lungo traverso ci porta a Q2950 (3:45) dove inizia un canale detritico (molto detritico) e verticale che sale alla cresta SE dello Scalino.
Poco meno di trecento metri di dislivello, ma veramente ripidi e soprattuto su pietrisco fine e sabbietta, due passi avanti ed uno indietro.
Va anche posta attenzione a non far rotolare sassi su chi segue.
Il gruppo si disgrega un pò, ma alle 12:55 siamo tutti poco sopra Q3200, vicino ad un grosso ometto.
Il panorama verso il ghiacciaio dello Scalino è stupendo, per tutti noi è la prima volta, MA ….
Già dall’inizio del canale sferza un vento freddo ed intenso, arrivati alla cresta ci copriamo ma il vento è costante, penso 30-40kmh e con frequenti folate oltre i 50kmh, si fa fatica a restare in piedi.
La cima sempre tra le nuvole, si mostra per pochissimi attimi, mancano circa 130mt di dislivello, il primo tratto è sicuramente fattibile, ma quando il percorso gira verso sinistra (visto su youtube) c’è un passaggio breve ma esposto, una folata di vento in quel punto sarebbe un problema molto serio.
Mentre ci copriamo dal freddo e dal vento, ognuno di noi deve pensare a cosa fare, se prendersi il rischio di tentare oppure desistere.
Desistere quando lo hai a portata di mano, pardon di scarpone è proprio brutto, ma la sicurezza del gruppo viene al primo posto.
Il ragionamento ci tiene inchiodati in cresta per 30min, alla fine tutti insieme decidiamo di rinunciare, la decisione pesa come un macigno.
Impossibile mangiare in cresta, scendiamo con grande attenzione il canale fino a Q2950, il vento non cessa, ma troviamo un grosso macigno che mitiga la forza del vento. e alle 13:40 finalmente possiamo riposarci e pranzare.
Cerchiamo di non parlane a pranzo, ma gira e rigira si discute se forse non si poteva osare di più, ma appena metti fuori da testa il forte vento ti convince che la decisione presa è quella giusta.
Dopo la meritata sosta pranzo, prendiamo la via del ritorno, tutto semplice fino al passo degli Ometti, poi la lunga discesa sulla pietraia, non tutti amano le pietraie, a me piacciono particolarmente, ma devo ammettere che è particolarmente lunga ma ben bollata (a dire il vero ci sono due versioni di bollatura una bianco-rossa solita ed una con dei cerchi bianchi e rossi, creano un pò di confusione).
Rientrati sul piano dell’Alpe Prabello, ci fermiamo alla fontana del bellissimo borgo, con una chiesetta costruita su una piccola elevazione.
Per discesa verso il parcheggio ancora 1h circa, è bella lunga.
Dal parcheggio, in auto scendiamo a Caspoggio dove ci aspetta il B&B che abbiamo prenotato, ed un’ottima cena in un ristorante locale dove inevitabilmente si parla ancora di Scalino.
Obiettivo mancato, ma veramente per poco, i due tratti critici li avevamo superati … ma un soffio di vento ci ha negato il piacere della croce.
Caro Scalino torneremo a trovarti