PIZZO DEI TRE SIGNORI 2554MT DA LAVEGGIOLO
16 Luglio 2023 – ( 477 )
Parcheggio Laveggiolo Q1485 – Ponte Alpe Grasso Q1641 – Rifugio Trona Soliva Q1907 – Bocchetta di Varrone Q2126 – Bocchetta di Piazzocco Q2237 – Pizzo dei Tre Signori Q2554 – Pranzo a Q2380 (pranzo) – Bocchetta di Piazzocco Q2237 – Bocchetta di Varrone Q2126 – Rifugio Trona Soliva Q1907 – Parcheggio
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Laveggiolo (SO) | 1471 mt |
KM ANDATA | 10.5 Km 11.2 Km | 4:30 lorde, 30m soste al Pizzo dei Tre Signori 2:40 lorde, 25m soste al pranzo |
KM RITORNO | 9.6 Km | 2:00m lorde, 10m soste |
KM TOTALI | 12 Km | 9:50 lorde, 7:40 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 1065 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1328 mt | Max altitudine: 2360mt |
DIFFICOLTA' | T2/T3 | Sentieri sempre bollati |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | Sulla cima |
PARTECIPANTI | 6 | Giorgio, Roberto, Gimmy, Imerio, Paolo, Gigi |
Come arrivare
Raggiungere Morbegno e da qui seguire per la Val Tartano. A Gerola alta attenzione a seguire le indicazioni per Laveggiolo. Seguire la strada fino al borgo di Laveggiolo, dove si parcheggia
Acqua sul percorso
- Fontana a Laveggiolo
- Fontana al rifugio e Casera Trona Soliva
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PIZZO DEI TRE SIGNORI 2554MT DA LAVEGGIOLO
Vista da Giorgio
Come spesso accade l’obiettivo di oggi era un’altro, ma seguendo le previsioni meteo, che comunque ci hanno fregato, abbiamo dirottato sul Pizzo, anche considerato che dei sei partecipanti, tre ci sono sono già stati, ma per altri tre è una novità, ed il Pizzo dei Tre Signori sicuramente non può mancare nel curriculum.
Per fare un giro diverso propongo di partire da Laveggiolo.
Nella notte ha piovuto intensamente, i prati sono ben bagnati quindi per salire seguiamo fedelmente la strada sterrata che sale al Trona Soliva.
Giornata splendida, cielo azzurro.
I cartelli a Laveggiolo indicano 1:30 al rifugio Trona, ma considera i vari taglioni su sentiero, che noi per non bagnarci (ironia della sorte) cerchiamo di evitare.
Poco dopo il ponticello dell’Alpe Grasso, in Val Vedrano, la strada scende per poi risalire con vari tornanti.
Arriviamo al Trona Soliva dopo 1:50 e facciamo una breve sosta per bere alla fontana e ripartiamo verso il Falc.
Notiamo subito che il sentiero è stato ampiamente allargato, probabilmente per adattarlo a percorso per MTB, e prosegue verso la bocchetta di Trona per scendere in Val Varrone.
Noi proseguiamo verso il Falc, dove arriviamo alle 10:20 e qui ci fermiamo per la prima vera sosta merenda.
Ora inizia la salita vera, un bel zig-zag ci porta alla bocchetta di Piazzocco, che si trova sopra il Lago del Sasso in Val Biandino.
La torre del Pizzo è stato davanti noi sin dal Trona Solica, ora avvicinandoci lo si può ammirare meglio con le sue placche rocciose.
Io e Roberto ci siamo già stati, per i novizi sembra complicata la salita sulle placche, ma una bollatura sempre presente aiuta a districarsi perfettamente e alle 12:00 siamo tutti in vetta.
Purtroppo la visibilità è nulla siamo in un manco di nubi fitte fitte, non si vede oltre una decina di metri, ma sufficienti a vedere i molti stambecchi che popolano il P3S.
Restiamo in vetta una quindicina di minuti, fa troppo fresco per pranzare, quindi scendiamo puntando ad una placca rocciosa pianeggiante che Imerio ha addocchiato in salita.
Alle 12:40 troviamo un bel balcone a Q2370 sopra il Lago dell’Inferno, un gran bel posto per pranzare.
Le nuvole vanno e vengono, il cielo azzurro della mattinata si vede per brevi momenti, ma nulla fa presagire cosa avverrà dopo.
Alle 13:40 iniziamo veloci la discesa, sempre più nubi ma non siamo preoccupati. Passiamo la bocchetta di Piazzocco, quindi giù al Falc, quindi prendiamo il sentiero per il Trona fatti in mattinata.
Si potrebbe prendere anche il sentiero che porta alla bocchetta di Trona, e meno male che non ci abbiamo pensato, perchè la “sorpresa” arriva proprio da Ovest, dalla Val Biandino e Varrone.
Poco dopo la diga inizia a piovviginare, qualche goccia trasportata dal vento.
Si sentono i tuoni, noi accelleriamo la discesa, ma in pochissimo tempo arriva una pioggia intensa ed una bella grandinata, fortunatamente grandine fine, ma posso dire che non è piacevole sulla pelle.
Ci copriamo e apriamo gli ombrellini, il vento forte li gira sottosopra.
Tuoni e fulmini fortunatamente non vicini, ma la pioggia intensa e la grandine ci hanno bagnato completamente, inoltre i sentieri sono diventati ruscelli in piena, gli scarponi sono completamente bagnati con le calze ed i piedi.
Proseguiamo stoicamente, nella speranza che i fulmini se ne stiano ancora lontani.
Imerio scorge una baita, proprio sul sentiero che scende dalla bocchetta di Trona, il sentiero appena allargato per la pista ciclabile è un fiume e attraversarlo non è facile, ma siamo talmente bagnati …
Ci ripariamo sotto una baita, e siamo fortunatissimi, poco dopo arriva una moto da trial, è Cristian, è lui che con la sua ruspetta sta allargando il sentiero sul lato Val Varrone, ed anche lui bagnato fradicio dal temporale.
Ha le chiavi della baita e ci invita dentro per ripararci, un vero salvataggio.
La baita verrà ristrutturtata quindi non c’è camino o altro, ma è perfetta mentre fuori c’è l’inferno.
Dopo una bella mezz’ora di chiacchere, Cristian è anche cacciatore e sci-alpinista conosce benissimo la zona, un piacere sentirlo parlare.
Vediamo che il sereno sale dal fondovalle, quindi ancora armati di ombrellino e con una lieve pioggerella iniziamo la discesa, ringraziando il nostro salvatore.
Poco prima del Trona Soliva chiudiamo gli ombrelli, splende un bel sole caldo adesso.
Scendiamo sulla strada, pensavamo di fare i taglioni al ritorno, ma l’erba più che bagnata ci convince a rinunciare, il sole caldo ci asciuga i vestiti addosso.
Proviamo un solo taglio, molto breve ma ci bagniamo la parte bassa dei pantaloni, basta tagli quindi il percorso sarà alla fine più lungo di un paio di km e con quasi 200mt di dislivello in più.
Devo dire però che stare sulla strada ti permette di non guardare sempre in basso per vedere dove cammini, e ti permette di chiaccherare con gli altri in tutta tranquillità.
Vivere esperienze di questo tipo, consolida i rapporti con gli altri.
Alla baita che ci ha offerto riparo abbiamo avvisato casa che faremo tardi,quindi ce la prendiamo anche comoda e ci godiamo il sole fino a Laveggiolo.
Giusto segnalare che tra la Baita Grasso ed il Trona abbiamo incontrato il Soccorso Alpino e quello della Guardia di Finanza che soccorrevano due escursioniste in difficoltà per il temporale improvviso.
Una bella avventura, un GRANDE P3S per tutti.
Solo un’ultima osservazione, su tre siti di previsioni meteo due su tre davano sole e nuvole, uno indicava pioggerella leggera con bassa probabilità a metà pomeriggio, nessuno aveva indicato un temporale del genere.
Vista da Imerio
Dopo una nottata caratterizzata da forti ed estesi temporali (esattamente come successo la notte dell’escursione della scorsa settimana) eccoci incontrare gli amici di Girovagando a Morbegno, per risalire la Val Gerola e quindi lasciare l’auto a Laveggiolo, per partire alla volta della meta di giornata: Il Pizzo dei Tre Signori.
Nel primo tratto seguiamo la lunga strada sterrata che, percorrendo i boscosi fianchi del monte «Il Piazzo», dopo 1 h e 50’ di cammino ci porta con moderata pendenza in corrispondenza del Rifugio Trona Soliva, dove vendono anche formaggi.
Dal rifugio continuiamo il nostro cammino seguendo il sentiero che ci porta al bacino artificiale del Lago dell’Inferno, mentre sulla nostra sinistra rimangono il Lago di Trona e più lontano quello di Pescegallo, proseguendo poi di slancio per superare un tratto a mezzacosta che ci permette di raggiungere la Bocchetta di Varrone, posta appena sopra il Rifugio Falc, dove facciamo una pausa snack.
Ripreso il cammino superiamo il ripido tratto che ci porta alla Bocchetta di Piazzocco, che ci permette di affacciarci sul lato della Val Biandino e da lì seguiamo il sentiero in cresta che conduce alla base delle caratteristiche placconate rocciose che iniziamo a risalire (mai pericolose e senza punti esposti) per arrivare in vetta al Pizzo dei Tre Signori poco prima di mezzogiorno, con il panorama però precluso dalle nuvole di condensazione.
Fatte le foto di rito, allietate dalla presenza di alcuni stambecchi curiosi, decidiamo di scendere sollecitati da qualche gocciolina d’acqua, fino ad uscire dalle nuvole ed arrivare ad un bel pulpito roccioso con bella vista sul Lago dell’Inferno e su alcuni sprazzi della Val Biandino, dove decidiamo di concederci la nostra consueta e lunga sosta pranzo.
Fin qui, dal punto di vista del meteo, l’escursione ricalca quella della scorsa settimana fatta al Rifugio Balicco dal Passo San Marco: bellissimo tempo al mattino e poi qualche nuvola da mezzogiorno in poi ma, quando iniziamo a scendere dalla Bocchetta di Piazzocco, le nuvole cominciano ad intensificarsi e dopo aver superato la diga del Lago dell’Inferno, cominciamo a sentire dei tuoni, prima lontani ma poi sempre più vicini, fino a che inizia una mezz’ora che ricorderemo per un po’.
Ad un certo punto infatti inizia a grandinare e a piovere con sempre maggiore intensità, mentre i lampi e i tuoni si fanno vicini e i sentieri che stiamo percorrendo si trasformano in rivoli d’acqua; noi continuiamo la nostra marcia in balia degli elementi, consci del fatto che dobbiamo perdere quota rapidamente anche se il sentiero in questo tratto compie un lungo traverso, finché iniziamo a scendere ed avvistiamo una baita verso cui ci dirigiamo velocemente.
Raggiunta la baita, purtroppo chiusa, ci mettiamo al riparo della grondaia piuttosto esigua, che comunque un po’ ci ripara dalla pioggia e, mentre attendiamo il placarsi del fortunale, ecco arrivare nel bel mezzo della buriana un uomo su una moto da trial (Cristian), che arriva dal versante Valsassinese (dove stava facendo dei lavori) e che apre la baita invitandoci ad entrare.
Finalmente possiamo cambiarci e con lui trascorreremo una bella mezz’oretta dove parleremo di molti argomenti, soprattutto legati alla gestione del territorio e alla caccia, davvero una bella persona!
Con la stessa rapidità con cui era arrivato il temporale, in breve tempo ritorna il sereno e le nuvole grigie, prima spostatesi verso la bergamasca, in breve si dissolvono, e quindi riprendiamo la via del ritorno seguendo lo stesso itinerario della mattinata; lungo la strada sterrata incontreremo un mezzo del Soccorso Alpino salito a recuperare una signora che, durante la grandinata, è scivolata procurandosi una contusione al ginocchio e vedremo due larici colpiti da fulmini, con una bella cicatrice verticale dalla punta alla base.
Alla fine è stata comunque una bella escursione, che ci ha insegnato come la montagna può diventare severa in poco tempo, ma che ci ha regalato comunque delle belle emozioni e dei bei panorami, che abbiamo guadagnato con un discreto impegno.
PIZZO DEI TRE SIGNORI 2554MT DA LAVEGGIOLO
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