PIZZO DELLE SEGADE 2135MT E RIFUGIO BALICCO 1962MT 2240mt
Vista da Imerio
Avevo proposto a Giorgio una meta vicina e soft, ma poi ho accettato la sua controproposta (le sue mete sono sempre allettanti e spesso per me inedite) per un’altra escursione non lunghissima, ma non vicina, con partenza dal Passo di San Marco.
Dopo l’intenso temporale notturno (non certo paragonabile a quello dell’altra notte con la mega grandinata che ha colpito Senna Comasca, il paese degli amici di Girovagando), eccoci arrivare di buon mattino al Passo San Marco, raggiunto da noi Malnat dalla Val Brembana e salito dalla Valle di Albaredo dai Girovagando.
Sono le 7.45 ed iniziamo subito la risalita della cresta che dal Passo San Marco si dirige verso est, arrivando in poco più di una mezz’oretta prima alla Cima Villa e poi al Pizzo delle Segade (m 2168), la prima meta di giornata.
Ricompattato il gruppo e fatte le foto di rito, ripartiamo in discesa, sempre seguendo la cresta verso est, portandoci alla Bocchetta d’Orta (m 2065), da dove inizia la cresta che sale al monte Azzarini (la seconda meta di giornata).
La prima parte della salita si rivela un po’ ostica, presentando dei passaggi su roccia con esposizione (soprattutto sul versante bergamasco) che, viste le condizioni della giornata (roccia umida ed erba bagnata e scivolosa), ci fanno riflettere sulla opportunità di proseguire e, dopo un rapido consulto, decidiamo di ritornare alla bocchetta per scendere un breve canalino molto bagnato imboccando poi il sentiero 101 che segue il versante sud del Monte Azzarini, sul versante bergamasco.
Inizia così un lunghissimo traverso con un po’ di su e giù, che ci fa attraversare diversi alpeggi abbandonati e ormai infestati dai romici, fino ad arrivare al Passo della Porta, superato il quale, si arriva ad alcuni pianori una volta destinati a pascolo; nella prima parte di questo percorso, vediamo numerosi camosci (soprattutto femmine con il piccolo dell’anno) che scendono dai versanti davanti a noi per andare nei boschi sottostanti e tre aquile minori, che volano non molto lontano da noi.
Raggiunto il Bivacco Zamboni, posto a poca distanza dal Rifugio Mauro Balicco (dove abbiamo prenotato il pranzo), visto che siamo in anticipo avendo saltato la salita al Monte Azzarini, decidiamo di salire alla Bocchetta di Budria dove stazionano alcuni camosci, posta circa 200 m sopra il bivacco, che raggiungiamo velocemente dopo aver intercettato il sentierino di salita.
Bella la vista dalla Bocchetta di Budria (m 2216), sia sulle montagne Orobiche che sulla sottostante Val Corta (che permette di andare in Val Tartano), sul Pizzo del Vento, sul vicino Monte Tartano e sulle innumerevoli montagne della Val Masino, che però si stanno coprendo di nuvole; dopo le foto e la sosta con breve digressione sul versante valtellinese, riprendiamo la strada del ritorno per arrivare in perfetto orario al Rifugio Marco Balicco, dove troviamo una certa animazione, principalmente rappresentata da un gruppo di ragazzi di un oratorio.
Merita una menzione a parte la sosta al rifugio, non grande ma molto bello ed inserito in una conca bucolica con splendida vista sulle montagne bergamasche a partire dal Monte Cavallo; siamo stati veramente molto bene, in una ambiente famigliare e con cibo ottimo.
Ed è solo dopo circa due ore che riprendiamo la strada del ritorno, decidendo di fare un anello per scendere verso la strada che sale dalla Val Brembana; il bel sentiero ci conduce al tornate n° 9 e quindi seguiamo la strada con pendenza moderata effettuando la consueta sosta birra al Rifugio Passo San Marco 2000.
Dopo il ristoro, riprendiamo il cammino per imboccare la Via Priula, ancora ben tenuta che, passando dalla vecchia Cantoniera, ci riporta al Passo San Marco chiudendo il nostro giro ad anello; tirando le somme, non è stata proprio un’escursione «soft», perché abbiamo superato un dislivello di poco superiore ai 1000 m, per un cammino effettivo di quasi 6 ore ed una distanza di 12,7 km, ma ormai siamo bene allenati.
Infine oggi possiamo dire di esserci rifatti dei panorami che la settimana scorsa, dopo l’Alpe Lendine, ci sono stati preclusi.
Dispiace la rinuncia al Monte Azzarini, ma la strada della prudenza è quella che preferiamo e poi rimane lo stimolo per ritornare.
Vista da Giorgio
L’obiettivo di oggi era il Monte Azzarini/Fioraro che con i suoi 2431mt è la vetta più alta della valle del Bitto di Arbaredo, sempre al confine con la Val Brembana.
Sulla carta una escursione relativamente corta e dislivello contenuto, con pranzo in rifugio, individuato nel bel rifugio Balicco nella bergamasca, dove abbiamo prenotato per tutto il gruppo.
Visto l’itenerario breve “sulla carta” percorriamo la cresta dal Passo San Marco, con le due cimette Cima Villa ed il Pizzo delle Segade dove si trova una grossa croce metallica.
Proseguendo sempre sulla cresta, spesso affilata, scendiamo alla bocchetta d’Orta dove incrociamo il sentiero 101 che proviene dal passo S.Marco, ma stando basso sotto il crinale, e prosegue verso il bivacco Zamboni, Alta Via delle Orobie.
Qui iniziano le difficoltà, un passaggio ostico ed esposto, ma soprattutto le rocce sono rese viscide dalla pioggia notturna, si decide di comune accordo di desistere, la sicurezza è sempre la cosa più importante.
Cambio programma quindi, scendiamo sul sentiero 101 con bel tratto ripido per poi traversare sul lato bergamasco.
Avvistiamo tre aquile ed un folto gruppo di camosci, madre e piccolo, così tanti assieme è la prima volta.
Arriviamo al passo della porta dove scolliniamo nella conca dove si trova il bivacco ed il rifugio, ma è presto, puntiamo dritto-per-dritto ad una bocchetta che conduce in Val Budria, salendo troviamo un comodo sentierino che sale.
Arrivati in bocchetta si apre la vista verso il lato Valtellinese, con a destra il Monte Tartano, in basso un laghetto ormai asciutto e vicinissimo la “pinna” del Pizzo del Vento, vien voglia di salirlo ma non ci stiamo con i tempi del pranzo, quindi dopo le foto di rito, riscendiamo al bivacco e quindi al rifugio, in perfetto orario.
Pranzo ottimo, grande cortesia dei rifugisti, siamo stati veramente bene, consigliatissimo !
Per il ritorno, optiamo per un anello, quindi discesa di quasi 400mt fino alla strada che dalla bergamasca sale al passo S.Marco, che incrociamo al tornante nro.9
Il sentiero in discesa è stupendo con bella vista sulla Val Brembana.
Al tornante 9, iniziamo la salita su asfalto, un pò noioso a dire il vero.
Al tornante 10 seguendo il consiglio del rifugista del Balicco, bisognerebbe lasciare la strada per la Via Priula, che taglia molti tornanti, ma noi proseguiamo su asfalto per una pausa-birra al Rifugio San Marco.
Dopo la pausa, scendiamo al rifugio Cà San Marco per prendere il sentierone Via Pirula che ci porta al passo tagliando un bel pezzo di asfalto.
Le zone completamente nuove e comunque un millino di dislivello, ne fanno un bel giretto, con un ottimo pranzo in rifugio.
Appuntamento con la cima solo rimandato.
Alla prossima