MADONE DI MERGOSCIA 2051MT ANELLO DA MERGOSCIA
Il meteo è molto imprevedibile e trovare “spazi” per una bella escursione senza prendere acqua è difficile, inoltre le previsioni sono veramente poco attendibili.
Siamo stati indecisi fino all’ultimo se andare in Mesolcina o per questa bella cavalcata in Verzasca, ha prevalso la voglia di cima, quindi Madone.
Partiamo alle 8.05, poco più tardi del previsto, ed anche più in basso del previsto, il parcheggio davanti alla cappelletta (Via Redonda) è pieno, scendiamo al parcheggio della chiesa e del cimitero, altri 70mt di dislvello.
Risaliamo le vie del paese, stupendo paesino con le case in pietra e vista stupenda sul lago di Vogorno. Abbiamo scelto di salire dalla cresta E e scendere dal percorso più classico.
Iniziamo una bella salita nel bosco, sentiero ben indicato e visibile che tocca piccoli gruppi di baite, Perdell, Tecc Arz, Fossei, Cortoi e finalmente Porchesio, il gruppo più nemeroso ed in alto al costone che sovrasta Mergoscia.
Luogo fantastico purtroppo la vista è ofuscata dalle tante nuvole, ma ogni tanto ci regala una occhiata di sole caldo.
Poco sopra raggiungiamo la cresta a Q1430, curiosamente il sentiero diventa bollato bianco-blu.
Il sentiero in effetti sembra poco battuto, in alcuni tratti si litiga con i rododendri, poi sopra Q1500 è tutto prato.
Arriviamo a Redrisc Q1530, ci sono dei baite in un bel pianoro ed in buono stato, breve sosta per merenda poi riprendiamo il cammino.
Il sentiero su prato corre poco sotto il filo di cresta sempre sul lato della Valle di Mergoscia, aggira qualche piccola elevazione sulla cresta a Q1870 spiana per un breve tratto a cavallo delle due valli di Mergoscia e di Corippo, dove possiamo vedere e ricorda la bella escursione al Monte di Corgell e Piano di Cursgell, troviamo anche una piccola baitella in pietra, forse un appoggio per i cacciatori.
Il sentiero risale il fianco della cima El Madomm (sulla CNS) o cima secondaria del Madone, le nuvole coprono le cime e solo per alcuni istanti vediamo la croce di vetta.
Un bel tiro in salita ci porta poco sopra la palina Q2002 dove incrocia il sentiero classico che sale dalla Cima della Trosa e dall’Alpe Bietri.
Tra le nuvole e la nebbia incontriamo due escursionisti della Val Maggia, anche loro diretti al Madone. Saliamo diritti alla cima secondaria a Q2039 dove si trova un grosso ometto, poi per cresta cerchiamo di raggiungere la vicina croce, ma non conoscendo il percorso ed una placconata rocciosa ci suggerisce di scendere al sentiero normale e risalire alla cima dal percorso bollato, ci sono anche alcune catene per superare qualche placca, niente di pericoloso o troppo esposto.
Alle 12:05 siamo in cima, sono ben felice anche se si vede poco o nulla, un bel dislivello per il sottoscritto ed in tempi ragionevoli (4h con 10m di soste).
Nonostante la nuvolaglia che va e viene rapidamente, non fa freddo, quindi pranziamo in cima, ogni tanto alcuni squarci di visuale verso la Maggia, verso N, verso il Vogorno o il Poncione di Alnasaca, o verso la cimetta e la Trosa.
Dopo poco più di un’ora di riposo e pranzo, con anche il dolce di Gimmy, un’ottima colomba al pistacchio, scendiamo con attenzione, visuale scarsa.
Se salendo abbiamo incontrato solo i due che hanno raggiunto la cima assieme a noi, nel pomeriggio è un via-vai di escursionisti.
Scendiamo alla bocchetta sena nome Q1656, tra la Trosa ed il Madone, scherziamo sull’idea di salire anche questa, ma lasciamo questa cima per un’altra escursione.
Rapida discesa verso l’Alpe Bietri, da qui seguiamo le indicazioni per Mergoscia, sappiamo essere un lungo percorso, più lungo della salita.
Passiamo da diversi nuclei di belle baite, incrociando vari ruscelli ottimi per rinfrescarsi.
Raggiunte le baite alte di Mergoscia giriamo a destra e poi a sinistra per arrivare alla cappelletta, dove speravamo di parcheggiare la mattina, qui troviamo la chiesetta aperta, ed una bella fontana all’esterno.
Ancora 10min e siamo al parcheggio del cimitero, leggermente stanchi ma ben felici