ZUCCO SILEGGIO CROCE 1355MT E VETTA 1373MT
Uscita infrasettimanale, per mie esigenze devo essere a casa non troppo tardi nel pomeriggio.
Ispirato da una recente relazione dell’amico Imerio, propongo agli amici la salita allo Zucco Sileggio, sopra Abbadia Lariana, nel lecchese.
Le montagne del lecchese e della valtellina ci sono mancate per anni, le uscite solo domenicali non sono compatibili con il traffico dei vacanzieri del weekend, ma il “nuovo lavoro” ci consente finalmente di poter esplorare anche le belle montagne vicine a noi.
La cima di oggi non è certamente famosa, circondata dalla meraviglia delle due Grigne, ma la sua posizione sopra il lago la rende un gran bel punto di osservazione.
Ma non è tutto, ci sono varie possibilità di salita e discesa, quindi si presta ad un anello, ed in ultimo c’è una via di salita bella dritta, una direttissima insomma.
Chi ha letto la relazione di Imerio sa cosa andrà incontro, gli altri vengono avvisati in auto.
Parcheggiamo al Cimitero di Somana, una piccola nota: i primi due parcheggi sono con disco orario, gli altri sono liberi. I posti auto sono pochi quindi meglio arrivare presto.
Alle 7:50 iniziamo questa bella giornata, per un brevissimo tratto percorriamo il “sentiero del viandante” ma alla prima cappella seguiamo le indicazioni per il sentiero 17A, ovvero la direttissima.
I primi 80mt di dislivello sono su comoda strada cementata e poi sterrata, fino ad una curva con una baita a sinistra e l’imbocco del 17A.
Qui inizia la “penitenza”.
Il sentiero non molla mai, ben marcato e bollato in giallo, paline poste negli incroci con altri sentieri, perfetto ma verticale.
Siamo in quattro, Gimmy e Roberto con più fiato sono avanti e ogni tanto ci aspettano, io ed il Barba saliamo con passo lento e regolare.
A 810mt c’è una baita, qui facciamo una breve sosta per bere, siamo al sole, un bel sole che scalda per bene.
Riprendiamo la salita, raggiunto il costone SO la pendenza diminuisce un poco, poi riprende ancora a salire, in tutto il percorso i tratti pianeggianti dove tirar fiato sono non più di venti metri.
Dal costone si inizia a vedere la grande croce, ma mancano ancora circa 200mt di dislivello.
A Q1261 c’è un bivio, a sinistra prosegue il 17A che arriva alla croce da NO con un ampio tornante, probabilmente più “morbido”, invece a destra si raggiunge la croce in via diretta (e ti pareva), da sotto, quindi da SO.
Seguendo i due davanti io e Luciano ci arrampichiamo sulle ultime rocce per poi poterci accomodare su una bella panca che guarda in basso il lago.
La giornata è soleggiata ma con un pò di foschia, la visibilità non è perfetta, peccato.
Abbiamo impiegato 2:20 noi ultimi, ma con almeno 15min di soste per la sete ed una inopportuna telefonata proprio in un attimo senza respiro.
Certo non sono i tempi di Imerio, ma sono contento di questo vertical.
Sotto di noi a picco Mandello Lario, il ramo di Lecco fino a Bellagio, il San Primo è velato come le cime della sponda comasca.
Alle nostre spalle le due Grigne, stupende con le tante cime e torri che stanno tutte attorno, impressionante da qui la vista sul Sasso Cavallo, una piramide rocciosa che precipita in Val Era.
Ci fermiamo un pò, il tempo di riprendere fiato e far volare il drone.
Poco prima delle 11:00 riprendiamo il cammino, risaliamo la cresta per toccare la vera cima dello Zucco Sileggio, ma molto anonima e senza vista verso il lago, proseguendo arriviamo ad una baita, è il bivacco Mario Sforza Q1350, dentro il necessario per riscandarsi ed un tavolo con panca, purtroppo manca l’acqua (raccolta di acqua piovana all’esterno).
Ripendiamo la discesa fino alla Bocchetta di Verdascia, e copia&incolla dalla gita dei Malnat scendiamo in Val d’Era fino ad un bel pratone con alcune baite.
La discesa è bella ripida, non come la direttissima, comunque ripida.
Alle 11:25 siamo alla prima e più grande alpe Q1000, all’esterno un bel tavolo in sasso con panca, posto al sole, il posto ideale per fermarsi.
Ricordo che Imerio e Gigi avevano pranzato sui gradini di una chiesa che troveremo sul percorso al ritorno, direi che questo posto è decisamente più piacevole anche se è presto.
Ci godiamo il sole, la bella giornata e l’ambiente.
Do po un pò pranziamo, con i panini, ma come sempre qualche dolce (wafer), caffè e grappette.
Alle 12:45 decidiamo di ritornare, il ritorno è un pò più lungo dell’andata.
Sentiero ottimo, super marcato e con molte indicazioni, anche alcuni punti con le coordinate utili se si deve cercare soccorso per qualsiasi ragione non futile.
A circa Q840 troviamo una fontanella, è la Fontana del Bellori, sgorga un filo d’acqua ma utile con il caldo.
Proseguiamo la lunga discesa incrociando varie deviazioni che portano verso il rifugio Bietti ed il Grignone, a Q664 un grosso santuario, è la Chiesa di Santa Maria Sopra Orcio, un grosso eremo in ottima posizione.
Da qui fino a Somana c’è una Via Crucis con croci in ferro delle varie stazioni.
Poco sotto l’eremo ci spostiamo per far passare un biker, ma accidenti lo conosciamo ed è la seconda volta che lo incontriamo casualmente nei nostri monti, è pm1996 che si è fatto un super-giro in emtb, ci fermiamo a chiaccherare con lui, e ci scappa una foto ricordo.
Lui riparte veloce e noi con calma, chiudiamo l’anello dove il 17A iniza a “rampare”, ed in 10min siamo al parcheggio del cimitero.