CAPANNA GARZONERA 1973MT
Oggi siamo in quattro : io, Luciano, Gimmy e Angelo.
Decidiamo per la classica invernale alla Garzonera.
C’e’ stata una piccola nevicata il giovedi precedente che ci fara’ sprofondare in neve fresca.
Partiamo dal parcheggio di Nante dove avvistiamo poco prioma di arrivare un bel capriolo.
Siamo pronti alle 08:20 con un vento gelido e temperatura di -6°C.
Ciaspole per ora nello zaino e cominciamo subito a camminare visto le temperature .
Subito dopo la stalla a fine paese la strada e’ perfettamente schiacciata dal gatto delle nevi cosi’ decidiamo di indossare le ciaspole all”acquedotto prima della prima rampa nel bosco.
Il versante della Garzonera e’ piu’ innevato e notiamo il versante opposto con molta meno neve essendo piu’ esposto al sole.
Arriviamo a Pian Taioi e propongo di seguire la strada estiva che conduce sempre in Garzonera.
A pian Taioi ci sono circa 20 cm di neve fresca e il percorso estivo e’ sconsigliato in presenza di tanta neve in quanto c’e un canale molto ripido senza alberi.
La neve presente non e’ sufficente per provocare slavine cosi’ decidiamo di seguire la strada che sale meno ripida del bosco con circa un km in piu’ di strada.
Arriviamo cosi in Capanna alle 10:55 con un bellissimo sole e una temperatura esterna di -7°C e un bel venticello gelido.
Entriamo in capanna e il termometro segna -3°C ma noi confidiamo nella mostruosa stufa che una volta accesa emana subito il suo calore concedendoci di pranzare con pane salamelle spumante, canestrelli, frutta e per finire un super vin Brule’.
Ci fermiamo fino alle 13:30 e dopo aver ripulito e pagato il dovuto nell’apposita cassetta ritorniamo passando pero’ dal sentiero invernale che scende ripido nel bosco.
Riprendiamo cosi’ il sentiero dell’andata all’acquedotto dove togliamo le ciaspole e arriviamo alle 15:15 al parcheggio con un freddo gelido.
Il posto è bucolico, nel pieno senso della parola, la valle è così selvaggia da essere poco frequentata, le cime che la chiudono in alto, il Cardinello, il Mater de Paia ed il Pizzo Paglia, sono raggiungibili più agevolmente dal altri punti di partenza, spesso dall’Italia essendo cime di confine (a parte il Pizzo Paglia).
Proprio il Pizzo Paglia è una delle cime che si raggiungo dalla Valle di Grono o dalla successiva Val Leggia, altrettando selvaggia, qualcuno dice ancora più selvaggia.
Guardando i resti delle mura degli edifici l’Alp de la Piazza doveva essere un alpeggio piuttosto grande, restano due edifici integri, uno basso ai bordi del bosco ed il rifugio.
Il rifugio è una baita stupenda, riadattata tra lo scorso anno e quello attuale, e verrà inaugurata ufficialmente l’anno prossimo.
L’abbiamo trovata aperta, dentro tutto nuovo, cucina, stufa, 3 letti a castello al piano superiore, una porta chiusa a chiave nasconde sicuramente il bagno.
Il recupero tenendo parte delle travi originali e l’uso del legno, lo rende veramente un posto incantevole, complimenti a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo gioiellino.
Siamo arrivati in rifugio alle 10:50, dopo la visita all’interno, constatando che era aperto, abbiamo trovato delle sedie in legnaia e ci siamo accomodati fuori al sole, si sta così bene godendo di questi raggi di caldo che tanto abbiamo cercato salendo qui.
Poco dopo le 11:30 iniziamo il pranzo con i nostri panini, poi la frutta, dolci vari caffè, grappa e sviluppin che non mancano mai.
Programmiamo di ripartire alle 13:00, ma si sta troppo bene al sole che saluteremo subito scendendo, che alla fine partiamo alle 13:20.
Per la discesa abbiamo pensato ad un anello, scendendo dal sentiero più diretto verso Montada (era l’altro percorso possibile in salita al rifugio), ma al bivio in Val Tribia anzicchè girare a destra per Montada, andremo a sinistra verso la testa della valle per poi scendere a Valuna, è il percorso che lo scorso anno abbiamo fatto in salita, quindi nuovo in qualche modo.
Discesa veloce al bivio citato, poi un lungo traverso ci porta sopra Valuna che si raggiunge con una ripida serie di zig-zag.
Qui il gelo e poca neve regnano sovrani.
Affianchiamo il Riale della Val Grono, che a tratti sparisce sotto la roccia per riapparire poco distante, passando dalle baite di Pianasc quindi i Monti di Ruscada, dove si trova il bivio con il sentiero che porta all’Alpe Luarn,ed infine a Moncuch, al bivio della mattina, qui si chiude l’anello.
Ora il lungo traverso di riporta alla Cappella Carmel, poi la serie di ripidi tornanti verso il parcheggio, dove arriviamo alle 15:40, un buon orario visto le giornate corte.
Seconda esplorazione ben riuscita, un discreto dislivello, la scoperta di un gran bel rifugio che, dopo la sua apertura, ci troverà “clienti”, magari anche per una due giorni con salita al Pizzo Paglia, cercando una via di salita con deboli difficoltà alpinisitiche.
Quindi questa Valle di Grono merita sicuramente una terza esplorazione, magari non più a Novembre …