MONTE ROTONDO 2496MT
Testo di Imerio
Potremmo pensare che a qualcuno piace il bitto, visto che oggi, a distanza di una settimana, abbiamo visitato la Valle del Bitto di Gerola, mentre giovedì scorso eravamo stati nella prospiciente Valle del Bitto di Albaredo.
Scherzi a parte, domenica mattina, poco prima che io inviassi a Giorgio la proposta di un giro nella zona delle Grigne, mi è arrivata questa sua idea di salita al Monte Rotondo e, visto che non c’ero mai stato, è stato facile accettare anche in virtù della ormai consolidata simpatia sviluppata tra i nostri due gruppi.
Fissato il punto di ritrovo presso il parcheggio sterrato (m 1471) all’ultimo tornate prima del paesino di Laveggiolo (raggiunto salendo da Morbegno e Gerola Alta), alle otto abbiamo iniziato la nostra escursione (Giorgio, Gimmy e Luciano dei Girovagando, Gigi, Giordano e io dei Malnat) seguendo nel bosco la stradina sterrata che inizia proprio dal parcheggio e si dirige con andamento pressoché pianeggiante verso nord.
Dopo circa un paio di kilometri, terminata la stradina e attraversato il torrente su un bel ponticello di tronchi, abbiamo iniziato a seguire un ripido sentiero segnalato verso sinistra che risale la Val di Pai; molto bello questo sentiero che, con andamento zigzagante attraversa un esteso lariceto intervallato da qualche piccola radura e baite in rovina e fa guadagnare rapidamente quota fino a giungere all’Alpe Stavello, ora trasformata in un accogliente rifugio situato a m 1944, che abbiamo trovato aperto perché in questi giorni ha ospitato un simpatico gruppo di motociclisti (trial) spagnoli che da qualche anno tornano qui per percorrere i sentieri di queste valli.
Scambiate quattro chiacchiere con il gestore e i motociclisti, siamo ripartiti verso l’ampia testata della Val di Pai, seguendo sempre il comodo e segnalato sentiero che, con andamento non molto ripido, ci ha condotti verso la Bocchetta di Stavello passando dalla Baita Tuono, dove ci fermeremo al ritorno per mangiare.
Avvicinatici alla testata della valle, abbiamo superato l’ultimo tratto costituito da un sentiero molto ripido e zigzagante, ma abbastanza breve, che ci ha finalmente permesso di raggiungere la Bocchetta di Stavello (m 2201) che offre già un panorama spettacolare sulle montagne circostanti e sulla cresta che bisogna risalire (+ 295 m di dislivello) per raggiungere la cima.
Dopo una breve sosta alla Bocchetta, siamo ripartiti con rinnovato vigore seguendo il sentierino mai ripidissimo (tranne che nella parte finale), che costeggia alcune opere relative alla Linea Cadorna e che rimane sempre vicino alla cresta.
Raggiunta la cima del Monte Rotondo (m 2496) ci siamo concessi una bella pausa, visto anche il meteo eccellente e il panorama davvero spaziale: non si sapeva davvero dove guardare con una sfilza di cime in ogni direzione e il mare di nubi verso sud, dove emergevano le Grigne.
Tante foto e tante emozioni visti i bei panorami, compresi i ricordi per Beppe, che su queste montagne era di casa, avendole girate in lungo e in largo, in ogni stagione.
Fatte le foto e le riprese di rito, abbiamo iniziato con calma la discesa, ripercorrendo a ritroso il percorso dell’andata fino alla Bocchetta di Stavello, dove abbiamo incontrato un bel gruppo di capre salito dal sentiero della Valle di Fraina, prima di raggiungere la Baita Tuono dove finalmente ci siamo fermati lungamente in posizione soleggiata a consumare il nostro pranzo.
Dopo la lunga e corroborante pausa, siamo ripartiti verso valle ripassando dall’Alpe Stavello (questa volta chiusa), da dove poi abbiamo allungato il nostro giro seguendo il bel sentiero*che ci permetterà di passare per l’Alpe Combana facendo un anello per raggiungere il torrente della Val di Pai attraversato in mattinata, da dove infine ritorneremo a Laveggiolo seguendo la stradina sterrata. (* lungo il sentiero che sale all’Alpe Combana sono in corso dei lavori di miglioramento, che consistono nella sistemazione del fondo con leggero allargamento della parte calpestabile e nel posizionamento di profilati metallici trasversali al sentiero per favorire lo scolo delle acque).
Che dire, è stata una giornata da incorniciare sotto tutti i punti di vista, a partire dai panorami di cui abbiamo potuto godere dalla cima, dal meteo sempre più che gradevole, dagli ambienti molto vari che abbiamo attraversato dove stanno comparendo i primi colori dell’autunno, dal momento del pranzo e infine dal clima di amicizia e simpatia: avanti così!!! (Difficoltà T2 fino alla base della Bocchetta, poi T3).
Testo di Giorgio
Poco da aggiungere alla precisa relazione di Imerio.
Alcune brevi note personali. Nell’ultima escursione siamo stati sul Monte Lago, ed io ho il vizietto di guardarmi molto attorno, riconoscere cime (ed in questa zona sono molto ignorante), poi tornando a casa con calma capire cosa sia fattibile per le mie/nostre capacità.
Su questo lato della Val Gerola ho trovato parecchie relazioni, molte del povero Beppe ma non solo, estive ed invernali, ho scelto questa per iniziare, ma ci sono molti altri potenziali obiettivi.
Per la salita abbiamo scelto il sentiero “classico” e non il taglione fatto da Beppe, quindi al bivio sotto la bastionata a Q1856 abbiamo deviato a destra per l’Alpe Stavello, visto che è la prima visita meglio stare sul tranquillo e vedere luoghi non visti prima.
Per il ritorno abbiamo ancora optato con il passaggio all’Alpe Stavello, ma con un anello di ritorno passando dall’Alpe Combana che ci ha riportati al parcheggio.
Altra nota: stanno realizzando una pista ciclabile (penso) che porta all’Alpe Stavello passando dall’Alpe Combana