Pizzo Cassinello 3103mt
E’ stata davvero una bella sfida, una sfida vinta e devo anche dire senza patire troppo.
Chi mi conosce da tempo, sono uno dei vecchi in hikr, sa che non amo molto i dislivelli, e quindi programmo le uscite del gruppo in base alle mie capacità, o meglio in base ai miei limiti.
Con il tempo l’asticella si è alzata, oggi siamo sempre e mediamente sopra il migliaio di metri di dislivello, ma la nuova “occupazione” mi ha permesso di frequentare più assiduamente la montagna, quindi mi sento più “allenato”.
Per questa uscita domenicale propongo al gruppo una “cosa tosta”, il Pizzo Cassinello, già fatto da Paolo e Barba nel 2019. Paolo ha sempre detto che è dura …
Chiedo a Paolo se ha problemi a rifarla, ha visto poco per la foschia la volta scorsa, e sicuramente non vede l’ora di mettermi alla prova (è da tempo che sfotte con proposte di mete “indecenti”).
Partiamo poco prima delle otto dall’Alpe Garzott, ci incamminiamo fino al bivio per la Val Soreda, la palina indica l’Alpe Scarada a 1:30 ed il Passo Soreda a 3:10, accidenti stimo almeno un’altra ora per la cima, e con le mie pause penso di arrivare in cima per le 13:00
Inizia subito con una bella rampa in salita fino a circa Q1800 alla baita di Scarada di Sotto dove si apre la valle, veramente bella.
Ora inizia un lungo traverso di circa 1.3km in direzione della bastionata rocciosa con varie cascate.
A Q2030 inizia a salire con vari zig-zag per superare la bastionata sbucando a Q2170 nella vasta pianura dell’ Alpe Scarada ora rifugio Scarada.
Ad un bivio con ponticello a Q2181 facciamo la prima pausa (9:20), il caldo è comunque soffocante, e per affrontare questa questa impresa impegnativa ho chiesto due pit-stop, uno qui ed uno al Passo Soreda.
Paolo che lo ha già percorso ci ha preparato per la fatica necessaria a superare il canaletto che sbuca al Passo Soreda.
Dopo quindici minuti di pausa, riprendiamo il cammino sempre su ottimo sentiero e bollature che non lasciano dubbi.
La nostra cima è già bene visibile, ma direi che la Cima d’Aquila domina decisamente la visuale.
Dopo un tratto in piano inizia la salita, che alterna brevi traversi a ripidi costoni prevalentemente su prato, si costeggia una bastionata rocciosa fino ad un bollo su roccia dove inizia il canaletto.
Poco meno di 400mt di dislivello, ma verticali, molto verticali e soprattuto su terreno instabile, sfaciumi o sabbietta e ghiaia.
Fortunatamente gradini di roccia, e di legno, catene e l’ottima bollatura consentono di procedere in sicurezza.
Alle 10:55 arriviamo al Passo di Soreda, affaticati dall’impegno e dal caldo sempre soffocante.
Qui seconda pausa di quindici minuti come da “mio” programma.
La cima è alla nostra destra, circa 350mt sopra di noi con placconate e roccioni.
Alla nostra sinistra una cimetta Q2816 dove uno stambecco si affaccia a gardarci dall’alto.
Dal passo di Soreda si scende nei Grigioni verso la Lantahutte SAC.
Alle 11:10 iniziamo la salita alla cima, ora la bollatura è bianco-blu, sembrerebbe più impegnativa ma con qualche saltello e camminando sopra le grandi placconate seguendo bolli e tanti ometti alle 12:05 siamo in cima.
Nonostante quasi 30min di pause varie, siamo arrivati in cima con 3:45 di cammino e 4:10 totali, fatico a crederci, pensavo di arrivare per le 13:00, diciamo anche 12:30 ma non pensavo proprio a questa ottima tempistica.
A parte l’instancabile Paolo, siamo tutti un pò affaticati e accalorati, pranziamo tranquilli con altri escursionisti in vetta, sicuramente una cima gettonata.
La giornata è limpida e spettacolare, nonostante i 3100mt fa comunque caldo, panorami in tutte le direzioni, le vicine Cima d’Aquila e Cassimoi, ma sopratutto il versante grigionese dell’Adula con il suo ghiacciaio.
Tutti i ghiacciai, o quello che ne resta, sono ridotti, molto crepacciati, di un colore grigiasto e ricoperti da pietrame.
Dopo il pranzo, il caffè e gli alcolici di rito, foto ricordo e partiamo per il ritorno che sappiamo essere lungo e soprattutto nei tratti ripidi da fare con cautela.
La discesa al passo è divertente, io amo le pietraie, poi il canaletto da percorrere con molta attenzione per la pendenza e per non far rotolare sassi su chi precede.
Arrivati al ruscello vicino all’Alpe Scarada ci concediamo una meritata pausa, il caldo è incredibile.
Dopo i canonici quindici minuti con bevuta, rinfresco e pediluvio iniziamo la discesa verso il parcheggio, impieghiamo 3h nette, 3:30 di orologio con sosta in ogni ruscello e fontana per bere e rinfrescarsi.
Sono veramente felice della mia sfida e di come è stata vinta, forse ne seguiranno altre.