Alpe Legnone 1690mt
Oggi siamo solo io e Gimmy del gruppo Girovagando-INPS.
La meta di oggi, o meglio il rifugio con pranzo, è stato proposto dall’amico Imerio: il rifugio Alpe Legnone in Val Lesina, sopra Delebio.
Ora non resta che costruire l’escursione “attorno”.
La prima ipotesi era di salire dalla Val Lesina, ma dislivello ed il caldo ci fanno preferire una via più lunga ma con meno dislivello.
Partiamo da Fontanedo, borgo di baite sopra Colico, con l’intendo di salire all’Alpe Scoggione, quindi alla Baita di Lago, ed infine traversare verso la Val Lesina per mettere le gambe sotto il tavolo.
Per compiere un giro parzialmente ad anello e rendere l’escursione un pò più “pepata” proviamo la salita allo Scoggione dal Sentiero Bregamin, ben indicato a Fontanedo.
Dopo un breve tratto quasi in piano, imbocchiamo il sentiero Bregamin.
Le segnalazioni lo indicano EEA, ed il percorso “lo merita” davvero.
La salita è veramente impegnativa, il percorso è ben bollato (direi bollato di recente) ma poco pulito, segno di una scarsa frequentazione.
In un chilometro si risalgono oltre 600mt, seguendo una dorsale boschiva con rocce, passaggi esposti e molto stretti, brevi tratti di arrampicata dove ci si issa appogiandosi alla rocce o alle radici delle piante.
Una gran bella prova che ci impegna per le prime due ore, caldo umido e soffocante sono un ulteriore handicap.
Il sentiero va percorso con molta attenzione e seguendo fedelmente le bollature che conducono al miglior passaggio in un terreno davvero difficile.
Non lo percorrerei in discesa e tantomeno con terreno umido o con più foglie di oggi.
Arrivati a Bacol incrociamo il sentiero classico per lo Scoggione che sale dai Monti di Rusico, che abbiamo programmato per il ritorno.
In meno di mezz’ora siamo al pratone che ospita il rifugio Scoggione, qui facciamo una bella pausa con rifornimento di liquidi alla fontana poco sotto i due edifici.
Il rifugio è chiuso (chiavi da chiedere al CAI di Colico), ma l’altro edificio è stato ristrutturato di recente (2021) e aperto, comprende un dormitorio, cucina con stufa ed il necessario per una sosta di emergenza o di passaggio.
Un gran bel lavoro.
Rinfrescati proseguiamo di buon passo verso la Baita del Lago, dove troviamo i soci del rifugio al lavoro per numerose sistemazioni, la più evidente è hanno chiuso la veranda dove prima tenevano la legna, che può essere usata come ricovero di emergenza.
Il rifugio è chiuso con chiave a combinazione, i soci di dicono che se “si fidano” di chi chiede le chiavi, sono disponibili a dare la combinazione.
Purtroppo come accade per altri rifugi che erano aperti e fruibili da tutti, le cattive abitudini di qualcuno e atti di vandalismo costringono i gestori a limitarne l’utilizzo.
Dopo le chiacchere con i gestori della Baita di Lago ci incamminiamo in piano verso la cima Scoggione, bellissimo balcone panoramico con grande croce di legno che domina Colico e la parte alta del lago di Como.
Anche qui breve sosta, quindi seguendo la mulattiera delle trincee torniamo alla Baita di Lago per proseguire sempre sulla mulattiera verso N.
Ad un tornante lasciamo la mulattiera che porta al Monte Colombano e prendiamo il lungo traverso di circa 1.5Km che con un pò di saliscendi ci porta ad entrare in Val Lesina ed infine ai grandi prati dell’ Alpe Legnone.
Il panorama è spettacolare, devo dire che l’alta Val Lesina mi la lasciato a bocca aperta.
Arrivando da una valle stretta e chiusa, trovarsi una vallata certamente stretta in basso ma con un ampio anfiteatro in alto ti lascia senza parole.
Stupende le cime che la chiudono, dal Legnone al Pizzo Alto con la croce che brilla sulla sua cima.
Per vedere la croce del Legnone ci si deve sopostare poco sotto l’alpeggio.
L’Alpe Legnone (Delebio) Q1700 è composta da 3 baite di cui una è il rifugio gestito da volontari, mentre gli altri edifici in uso all’alpeggiatore che ha qui mucche e capre.
Arriviamo alle 11:50, avvisiamo i gestori e finalmente dopo oltre quattro ore di cammino, con pause, possiamo riposarci.
Il pranzo è spettacolare, uno stuzzichino per iniziare, quindi gnocchetti chiavennaschi, polpettine al sugo, grigliata di carne e molti contorni di verdure fresche. Due litri di rosso accompagnano tutto questo ben di Dio.
Pieni-pieni dividiamo un dolce: torta di grano saraceno e tiramisù, per chiudere con caffè e grappetta.
Si sta talmente bene che ripartire costa fatica, ma sappiamo che la discesa non è breve, quindi alla bellezza delle 15:10 ci incamminiamo, ma prima salutiamo e ringraziamo le gentilissime rifugiste Ernesta ed Erica che ci hanno trattato veramente bene, anzi top.
Rifacciamo il traverso Alpe Legnone – Baita di Lago a ritroso, senza passare dalla baita di Lago scendiamo sulla mulattiera allo Scoggione, breve pausa per l’acqua.
Iniziamo la lunga discesa verso Rusico, fermandosi a tutte le fontane possibili (due lungo il sentiero sotto lo Scoggione).
Arrivati a Rusico manchiamo la deviazione per Fontanedo, e scendiamo troppo, fortunatamente Imerio consultando il GPS se ne accorge, quindi torniamo indietro, altro dislivello in salita, per poi prendere un sentierino marcato ma anche questo poco utilizzato che ci riporta alla chiesetta di Fontanedo dove abbiamo parcheggiato l’auto.
Vicino all’auto una provvidenziale fontana ci consente di rinfrescarci, di dissetarci e per chi gradisce anche un bel pediluvio.
Una gran bella giornata, un pranzo eccellente, un trattamento altrettanto eccellente, una bella e faticosa salita che ha preparato l’appetito giusto, per un percorso di 12,3Km e poco meno di 1300mt di relativo.
Cosa volere di più?
Come direbbe una nostra conoscenza GODURIA PURA