Cima di Sassalto 2427mt e Lago di Mognola 2003mt
Era da tempo che proponevo questo bel giro, anche per conoscere la bella Val Lavizzara dove non ci siamo mai avventurati.
L’avvicinamento è piuttosto lungo, saliamo fino a Peccia dove la Val Maggia si sdoppia nella Val Peccia e nella Val Lavizzara, proseguiamo fino a Fusio e oltre sulla stretta strada che porta al Lago del Sambuco, e parcheggiamo al primo tornante dopo le due gallerie.
Siamo a Portol di Fuori 1390mt, dove inizia la sterrata (chiusa al traffico) per Vacarisc.
Iniziamo a camminare alle 8:15, percrrendo per 1.5Km la sterrata che porta a Vacarisc di Fuori, dove termina la strada ed inizia il sentiero.
La direzione è quella del Lago di Mognola.
Si sale ed in breve arriviamo alla baita della Corte degli ovi Q1620 (8:55) dove una bella fontana ci rinfresca visto il caldo della giornata.
Da qui inizia una bella salita fino al piano della Corte Mognola Q1855 (9:25) dove ci fermiamo a visitare un piccolo museo “Cascina della memoria” dove si trova ancora la caldera per il formaggio ed un pannello che mostra le varie fasi della produzione.
ora un bel tiro ripido ci porta al Lago di Mognola Q2004 (9:50). Il laghetto è una vera perla, una perla scura in una conca racchiusa tra pareti e sassaie.
Ci fermiamo una decina di minuti, pausa ristoratrice, ma anche per vedere le trotelle che giarano nell’acqua e che saltano a prendere insetti.
Proseguiamo oltre e saliamo sopra il lago seguendo le indicazioni per l’acquedotto di Canà, ma prima passiamo da una bella baita privata, Corte di Sassina Q2058 (10:15).
Un tratto con un pò di su e giù ci porta nella valle dell’Alpe Canà Q2085 (10:33) , un pianoro acquitrinoso, che in questo periodo di siccità è comunque percorso da un ruscello che alimenta il caratteristico Acquedotto di Canà, grande opera dell’uomo che ha incanalato parte del ruscello per trasportare acqua agli alpeggi sottostanti.
Percorriamo il pianoro chi sulla destra e chi sulla sinistra del ruscello, passiamo dalla baita Alpe di Canà e proseguiamo fin sotto al canalone che porta alla nostra meta.
In basso alcuni ometti, ben visibili, indicano il miglior percorso di salita, ma attenzione che a Q2130 si spostano dal centro del canale per virare verso destra, in direzione di alcune pareti rocciose, alcune vie sono state attrezzate e battezzate con vari nomignoli con vernice blu.
Questo fianco non è il più comodo per salire il canale, anzi, quindi riguadagnamo in qualche modo il centro del canale per salire faticosamente fino alla bocchetta a Q2380 che si trova a destra della cima, che resta ancora nascosta.
Un ultimo sforzo seguendo la cresta ed aggirando un roccione ci porta sulla larga cima con ometto, la Cima di Sassalto Q2427 (11:40).
E’ stata una salita piuttosto faticosa, sia per la pendenza non indifferente, sia per dover cercare il percorso migliore per salire.
In vetta si sta proprio bene, i panorami sono notevoli e possiamo asciugare al sole le magliette inzuppate di sudore.
Parliamo di panorami, la cima domina la Val Lavizzara, poco a sud del lago di Sambuco, alle nostre spalle una lunga serie di cime che confinano con la Leventina, siamo all’altezza del lago di Morghirolo, con i Pizzi omonimi, verso N la conca della Zorte di Zarìa, chiusa tra il Pizzo Meda, il Pizzo della Sassada, il ben noto Pizzo Prevat ed il Passo di Campolungo che collega Leventina e Lavizzara.
Pranziamo con molta tranquillità, studiando le opzioni di discesa, ritorno dalla stessa via di salita o ….
Ricordando una vecchia relazione su Hikr, scendiamo (13:00) cercando al momento il miglior passaggio in direzione SO, puntando alla Corte del Sasso, un grande alpeggio che vediamo in basso.
Come detto non c’è percorso è una lunga seria di dossi con prato, roccia e pietraie, quindi discesa libera.
Alle 13:30 siamo al grande alpeggio Alpe di Sassalto, dove troviamo una canna dell’acqua dove ristorarci.
Il sentiero prosegue in discesa molto ripida scendendo alla Corte di Mezzo e poi sempre con ripidi zig-zag spesso scavati come trincee nel terreno ci porta all’Alpe di Vacarisc (14:25) da qui su sterrrata scendiamo a Vacarisc di Fuori (14:25) e sulla sterrata percorsa al mattino per 1.5Km fino al tornante con il parcheggio 14:40).
La discesa dalla Corte del Sasso fino all’Alpe Vacarisc mette a dura prova ginocchia e … freni.
Stanchi ma ben felici di questa nuova esplorazione, ci torneremo di certo, soprattutto per esplorare la zona del Sambuco e del Naret.