Rifugio Ai Tör 1278 mt
E’ stata una settimana triste, molto triste, un caro amico è volato in cielo in modo inaspettato e tragico, al caro BEPPE abbiamo tutti voluto dedicare questa giornata di amicizia in montagna.
In programma da tempo ma rimandata per gli impegni dei due festeggiati, ci troviamo puntuali per passare una giornata assieme una giornata di escursione, di cucina e soprattutto di amicizia.
Decidiamo, o meglio come da consuetudine decide il festeggiato, di tornare al bel rifugio Ai Tör, dopo la visita del 2013, quasi dieci anni dopo.
Considerata la voglia di fare un pò di fatica, e di non percorrere esattamente lo stesso sentiero della volta precedente, propongo di partire dalla Val d’Ambra per poi “traversare” verso la Valle Iragna.
Partiamo alle 8:20 dalla diga della Val d’Ambra, stavolta proprio dalla diga non dal bivio che sale al Tecc Stevan, Trusp, Passo del Gagnone.
Carichi di vettovaglie iniziamo la salita verso Monda, siamo in cinque del gruppo Girovagando, purtroppo il nostro BarbaChef è ai box per problemi fisici, ci raggiungeranno direttamente in rifugio Francesco ed Ida.
Ho dimenticato di dirvi che i due festeggiati sono Roberto (che li ha compiuti in Aprile) e Francesco che invece li compie proprio oggi. AUGURI
Il gruppo procede compatto, anche se il caldo e l’umido sono insopportabili.
In poco meno di mezz’ora siamo a Badresc poi saliamo a Monda dove nella baita più alta bisogna fare attenzione al sentiero, quello bollato che prosegue in salita porta in Malsegro, mentre bisogna attraversare verso sinistra un grande prato e ritrovare sul lato opposto paline e bollature.
Dove termina il prato ed inizia il bosco si trova una bella fontana con acqua fresca, mentre dalla fontana a Bradesc sul sentiero sgorgavano poche gocce, la siccità di quest’anno, le scarse piogge e nevicate hanno prosciugato ruscelli e acquedotti in molte località, rifugi che devono cambiare la sorgente dell’acqua perchè quella che funziona da anni è in secca.
Dopo la fontana si entra nel bosco ed inizia un traverso di un paio di chilometri con numerosi su e giù, per superare pareti di roccia da sopra o da sotto.
Arriviamo quasi a Pozzo dove un bivio ci indica verso destra il rifugio.
Da qui il sentiero lo conosciamo, si sale a Monte di Sopra e da qui un ripido sentierino risale duecento metri di dislivello in parte nel bosco ma anche con gradini di pietra.
Arriviamo ad un ponticello di metallo a Q1230, qui scorre un ruscello fortunatamente con acqua, non molta ma c’è.
Altri 50mt e arrivo, ultimo come sempre, al rifugio Ai Tör, comunque dopo 2:20 totali.
In rifugio fervono i preparativi, anche se sono solo le 10:40 lo Chef Gimmy ed il Sous-Chef Angelo sono già al lavoro, ma c’è un problema, non c’è acqua in capanna.
Un biglietto sul tavolo, immagino del rifugista, avvisa che è chiusa.
Ci armiamo di secchi e pentole per scendere al ponticello e raccogliere quanta più acqua possibile per poi risalire al rifugio. Provvidenziale questo ruscello.
Mentre riempiamo i secchi arrivano Francesco ed Ida che ci aiutano nel trasporto H2O, poi tutti rifugio.
Iniziamo con aperitivo con vino bianco e con un ottimo salame e grissini, tanto per passare il tempo, poi si prepara la tavola e gli chef riempiono i piatti di pizzoccheri “a montagnetta”, ottimi davvero.
Li accompagnano con un buon Valtellina ed un Chianti riserva.
Aspettiamo un pò almeno per far scendere un pò il cibo, poi ci trasferiamo all’esterno per i dolci .
Per dolce c’è la “nuvola” dolce tipico comasco innaffiata di prosecco, poi cantucci e zibibbo (bella idea Francesco).
Non mancano poi caffè grappa e sviluppino, anzi facciamo il bis di caffè.
Pulizie in capanna, raduniamo i nostri rifiuti che Gimmy si accollerà nello zaino a scendere, pagamento e firma del libro.
Chiuse le pulizie ci trasferiamo all’esterno per relax e chiacchere, ci riposa, chi prende il sole, chi fa un giretto attorno.
Alle 15:20, quasi quattro ore dopo, lasciamo il rifugio e scendiamo, a Monti di Sopra andiamo a visitare il laghetto, ben presente anche sulla CNS, purtroppo anche qui gli effetti della siccità si vedono.
Riprendiamo il cammino, puntando a Pozzo per vedere se c’è ancora la cabina telefonica, ed è ancora al suo posto e funzionante.
La fontanella è chiusa ed un local ci spiega che quest’anno è dura con la riserva d’acqua.
Da Pozzo torniamo verso Monda dove il saliscendi dell’andata è reso più difficile dallo stomaco pieno …
Sul ripido sentiero incrociamo due camosci che schizzano a velocità incredibili.
Arrivati al bordo del prato di Monda pausa alla fontana, tutti non vedavamo l’ora di rinfrescarci.
La discesa alla diga diventa una passeggiata, ancora ricca di chiacchere e di programmi futuri.
Lasciatemi concludere con un caro saluto a chi ci ha lasciato: caro Beppe sono certo che lassù stai già organizzando la prossima gita.