Capanna Alva e Piavacra – Valle di Lodrino
Difficile programmare una escursione dopo le recentissime nevicate, le cime sono ben imbancatate dai 1700/1800mt e nelle vallate strette ci sono ancora tratti ghiacciati delle scarse nevicate invernali.
Visto il meteo non soleggiato, decidiamo di tornare in Valle di Lodrino, obiettivo la Capanna Alva (che sappiamo essere ancora chiusa) ed una prosecuzione verso la Negros e/o Pianvacra.
Preso il ticket per la strada Pon-Legri alla colonnina all’esterno dei Pompieri di Lodrino, parcheggiamo a Pon di Sopra Q950
La giornata si presenta molto meglio del previsto, c’è un pò di sole e le tutte le cime imbancate sono un vero spettacolo.
Essendo festa nazionale in Italia, non troviamo auto parcheggiate e nessuno in giro.
Ci incamminiamo alle 8:00 sul sentiero che porta alla Capanna Alva, la palina la indica a 2h.
A proposito della palina, si trova 40mt di altitudine sopra il parcheggio di Pon di Sopra, in alto al prato dove il sentiero si infila nel bosco, ed indica 947mt.
Il parcheggio è a 950mt, probabilmente è mal posizionata, o meglio indica perfettamente dove inizia il sentiero ma non la corretta altitudine.
Il sentiero lo conosciamo molto bene, sempre nel bosco, c’e’ un passaggio su una simpatica e semplice cengia, attorno Q1300 spiana, si raggiunge il bivio per l’Alpe Mottarina Cauri e Legrina (deviazione a destra del sentiero principale, ma si prosegue diritto per la Alva), quindi lungo traverso nel bosco fino a sbucare nei prati di Larecc.
Si prosegue ancora con brevi tratti di salita e lunghi traversi per uscire all’Alpe Alva, luogo veramente bucolico.
Pausa per merenda e riprendiamo il cammino sul sentiero bianco-blu della Lodrino-Lavertezzo.
Sono 200mt di dislivello “intensi”, a Q1600 circa incontriamo la neve, molto bagnata e scivolosa.
Arriviamo al bivio per la Negros a Q1765 circa, la tentazione è di tornare al rifugio, ma visto il meteo favorevole proseguiamo con lievi saliscendi.
Giungiamo in Piavacra Q1730 un promontorio pianeggiante e privo di piante con una bella baita.
Ci viene l’idea di proseguire su sentiero bianco-blu, ma per farlo calziamo i ramponcini, ci sono almeno 20cm di neve bagnata che non danno sicurezza.
Le bollature/indicazioni non si vedono, probabilmente sono sui sassi coperti dalla neve e non sulle piante, immagino che chi marca i sentieri non pensa che ci siano dei matti che provano a percorrerli in condizioni quasi invernali.
Questo tratto della Lodrino-Lavertezzo è piuttosto esposto il sentiero spesso esile ed in alcuni punti si vede il baratro sul lato, merita il bianco-blu, in alcuni tratti ci sono ancge delle funi in metallo di sicurezza.
Troviamo un tratto ostico, la neve zoccola sotto i ramponcini ed ogni due passi bisogna pulirli, si deve scendere una quarantina di metri per passare una prima gola con un ruscello, la discesa è molto ripida e protetta dalle piante, ma non è per nulla sicura, si scivola troppo.
Decidiamo di chiudere qui la nostra esplorazione, ritorniamo sui nostri passi a Pianvacra, quindi al bivio per la Negros, siamo tentati di pranzare in rifugio, ma visto che c’è un pò di sole, che alla Negros ci siamo stati varie volte e che sarebbe meglio rientrare presto per non trovare coda a Chiasso (oggi è giorno lavorativo in Svizzera), optiamo per pranzare in Alpe Alva e ridurre il tempo di ritorno.
Così è, accomodati su un bel tavolo di sasso pranziamo con vista spaziale sulle belle cime di fronte a noi, il Claro, il Campedell, I Torrent della Val Pontirone, le tante cime di confine in la Val Morobbia, tutte spruzzate di bianco.
Dopo 1:30 di bella sosta, il cielo si copre di nuvole e fa fresco, quindi pulito e sistemato prendiamo la via del ritorno, ben veloce come previsto.
L’esplorazione è rimandata ad un periodo certamente più consono …
NOTA: Il sentiero per la Capanna Alva è certamente un T2, il T3 vale per il tratto Alva-Piavacra e oltre