Piz Martum 2039mt Piz de Molinera 2288mt e Capanna Brogoldone 1904mt
Paolo ha voglia di cime e propone di tornare al Piz di Molinera e poi fare tappa al rifugio Alpe di Motto, che ormai è quasi una seconda casa …
Partenza dal parcheggio sotto Prepiantò, e per farla un pò diversa propongo di salire dall’ Alp de Palazi quindi le due cime discesa al rifugio e ritorno da Prepiantò, un giro ad anello.
Dal parcheggio proseguiamo a piedi, la strada che porta al piccolo bacino antincendio Folceta è ghiacciata.
Arrivati al bacino proseguiamo in piano, direzione Alp de Mem e Pizzo di Claro.
Abbandoniamo la sterrata chiusa al traffico al laghetto, per prendere il sentiero che un lungo taglio diagonale sale all’Alp de Palazi, da qui deviamo a sinistra per l’Alpe Martum.
C’è neve in parecchi tratti aperti e spesso troviamo dei tratti ghiacciati, ma con un pò di attenzione si riesce a passare.
Il sentiero porta al bivio “Er del Bastardell” a Q1833 e alterna traversi tranquilli a brevi impennate.
Arrivati al bivio ci compattiamo e proseguiamo, in pochi minuti siamo al bivio per il Piz Martum e Molinera, con bollature bianco-blu.
Inizia un bel tratto wild con un’ultima impennata che porta sulla cresta, abbiamo trovato vari tratti gelati, io per tranquillità mia ho calzato i ramponcini.
Arrivati in cresta la visibilità e purtroppo scarsa, il lato Calanca è invaso dalle nuvole, anche sul lato ticinese si vede poco o nulla, la cima del Molinera è completamente avvolta e non vediamo nulla.
Proseguiamo fino alla cima del Piz Martum dove ci concediamo una piccola pausa. Sotto di noi vediamo la Capanna Brogoldone, con attorno ancora tanta neve.
Le piante sul lato ticinese sono metà bianche, è l’effetto della galaverna (forma precipitazione atmosferica a forma di aghi, che accade in presenza di nebbia con temperature rigide).
L’aspetto è veramente stupendo, natalizio direi.
Qualche timido squarcio di sole ci permette di vedere la prossima cima e ci incamminiamo lungo la cresta, chi sul filo e chi poco sotto, l’importante è arrivare sotto la torre finale.
In cresta, proprio sul filo, ci sono sbiadite bollature bianco-blu, ma sotto la cresta sul lato ticinese ci sono molti tracciati di passaggio.
Sotto la torre rocciosa conviene stare sul filo e cercare le bollature, anche se in escursioni precedenti l’avevamo aggirata sul lato sinistro.
Superata la roccia siamo in vetta, poco oltre l’omone ed una altro segnale di vetta in metallo.
Paolo compila il libro sia sul Molinera che sul Martum, ci fermiamo il necessario per calzare i ramponcini, il tratto di discesa verso la prima bocchetta e la Brogoldone è completamente innevato, inoltre c’è un’aria molto frizzantina.
Foto ricordo e discesa verso la prima bocchetta, con qualche “sfondone”.
In bocchetta scendiamo sempre su neve seguendo le paline e gli ometti, per togliere poi i ramponcini un pò sopra la capanna, dove arriviamo poco prima di mezzogiorno.
Come da abitudine, o vizietto se preferite, abbiamo programmato di cucinare un bel risotto quindi fervono i preparativi.
Due note dolenti che ho segnalato in patriziato: la prima è che la porta del rifugio invernale è stata manomessa, le serrature spaccate, poi abbiamo trovato il lavandino della cucina sporco di terra e dopo averlo ben pulito abbiamo constatato che scaricava molto lentamente, la terra ha probabilmente intasato lo scarico.
Non commento, ma rompere e maltrattare le strutture gentilmente messe a disposizione di chi frequenta la montagna, lo trovo sempre un atto senza senso.
Riempita la cassetta della legna e avviata la stufa, lo Chef Luciano e lo sous-chef Angelo si dedicano alla preparazione del brodo e del risotto, ovviamente prima dobbiamo far sciogliere la neve per avere l’acqua sia per il brodo che per tutte le pulizie.
Questo implica tempo, sciogliere la neve e portare in ebollizione l’acqua implica un’oretta di ritardo rispetto al programma, ma poco importa.
Il menù prevede una “bella” porzione di risotto taleggio e pere (una prelibatezza) più un pò di salame come secondo.
In realtà il salame lo tagliamo già come antipasto per accompagnare un ottimo bianco piemontese “Arneis”.
Risotto nel piatti, con tocco finale dello chef con la fetta di pera sopra, facciamo anche il bis, sarà anche la fame ma è ottimo davvero, ah dimenticavo che abbiamo innaffiato con un Bonarda, non è tra i miei vini preferiti ma è un regalo per lo Chef, quello è il “suo vino”.
Consumiamo tutto il rimanente salame, poi passiamo al dolce quindi caffè e grappa.
In ultimo finiamo tutto il rosso rimanente con un buon vin-brulè, con scorza d’arancio, mela, chiodi di garofano e cannella.
Pulizie, pagamento del dovuto e lasciamo la calda capanna (0° all’arrivo quasi 18° quando usciamo).
Calziamo nuovamente i ramponcini, oggi proprio necessari per i moltissimi tratti ghiacciati.
Percorriamo il sentiero verso l’Alpe Martum, una brevissima pausa per vedere l’interno, e cercare se qualcosa è cambiato, quindi proseguiamo fino al bivio “Er del Bastardell”.
Qui scendiamo in diretta su Prepiantò, rivedo volentieri questo piccolo borgo di case tutte ben ristrutturate con la lore chiesetta, un posto veramente bucolico.
Alla prima casa in basso a Prepiantò, seguiamo la sterrata che ci porta proprio di fronte al parcheggio.
Un bel giretto, finalmente una anzi due cime, e la golosità del risotto.