Pizzo Meda 2271mt e Pizzet 2277mt
Gruppo quasi al completo oggi, per una bella escursione sul lato opposto della Leventina, rispetto l’ultima escursione alla Punta Negra.
Saliamo in auto fino a Giof dove parcheggiamo alle porte del paese.
Quindi imbocchiamo la sterrata che porta a Cassin, ignoriamo la prima deviazione a destra per la Garzonera via Pian Taioi (fatta troppe volte), ma proseguiamo fino a Q1450 dove prendiamo un altro sentiero che sale in Garzonera.
Dopo un lungo traverso, il sentiero sale con una lunga serie di tornanti tra i paravalanghe, con alcuni strappi anche molto decisi.
Il sentiero è ben marcato bisogna stare attenti ai cavi di sostegno dei paravalanghe, alcuni sono piuttosto bassi.
Passato il tratto dei paravalanghe ci si ritrova sotto il Mottone di Garzonera, e riconsco il percorso che si fa d’inverno con le ciaspole.
Il sentiero è totalmente in ombra e molto ghiacciato.
In 1:45 siamo in Garzonera, e ci fermiamo per una breve sosta alla baita del custode, perchè si trova in pieno sole.
Riprendiamo il cammino salendo dietro il rifugio e scendendo a fianco dell’Alpe Garzonera prendendo il sentiero marcato bianco-blu-bianco che si inerpica sul Motto della Croce, sopra il Lago della Valletta.
Questo tratto non merita il bianco-blu, sicuramente il percorso verso la valle dei Cani lo richiede. E’ un bel sentierone largo che sale con vari risvolti fino a Q2240 dove inizia a traversare.
Nonostante il sole, c’e’ parecchio ghiaccio ed i versanti sotto le cime sono innevati e ghiacciati già dai 2200mt.
Arrivati sull’asse del costone Pizzet – Pizzo di Meda scendiamo fino ai piedi del Pizzet.
Visto che torneremo da questa parte lasciamo gli zaini per essere più agili e leggeri, se la salita al Pizzet sembra banale quella al Pizzo Meda presenta un tratto roccioso che … vediamo come passare.
In meno di 10min siamo sul Pizzetto, bei panorami ma siamo attatti dalla cima successiva, poco più bassa.
Scendiamo nella sella fra le due cime, paglione ghiacciato da fare con parecchia attenzione, quindi seguendo tracce di sentiero iniziamo la cresta del Meda.
Si resta prevalentemente sul fianco O, poco sotto la cresta, il fianco si fa più ripido e con un paio di passaggini “simpatici” che riusciamo a superare.
Riguadagnata la cresta siamo di nuovo su paglione, la via si allarga ed in breve siamo sulla larga cima.
Anche se la quota è modesta, solo 2272mt, la vista sulla Leventina è notevole, grazie anche ad un meteo spettacolare.
Devo dire che le ultime uscite sono state parecchio fortunate dal punto di vista meteo, erano anni che non avevamo questa fortuna.
Foto in tutte le direzioni, e controllo il sentiero che sale verso il lago di Cara e la Valle dei Cani, oltre ad essere in ombra è completamente ghiacciato.
Torniamo alla base del Pizzetto, con qualche acrobazia in cresta e … non guardando ai lati: baratro sul lato sinistro e paglione ghiacciato e ripido sul lato della Garzonera.
Alle 11:50 siamo tutti seduti al sole e ragioniamo su cosa fare, prevale l’idea di non proseguire verso il Lago di Cara, ghiaccio sul percorso (non tutti hanno i ramponcini) e soprattutto pranzeremo al freddo e ombra, non se ne parla proprio.
Quindi sosta pranzo a Q2250 sotto il Pizzetto, panini frutta ma anche dolci: Moscato che accompagna cantucci e Pistokkedos.
Caffè, grappa e sviluppino per chiudere il pranzo in allegria.
Per la discesa teniamo valida l’idea del giro ad anello, con discesa wild (senza sentiero) nella valle del riale di Cara.
Dopo la foto ricordo iniziamo una discesa MOLTO più wild del previsto, ogni ruscello è ghiacciato, le pietre sono gelate ed il lato sotto il Pizzetto è a salti rocciosi.
Scendiamo quindi al centro della valle, superando cascatelle di ghiaccio e ruscelli altrettanto ghiacciati, cercando a naso la via migliore.
Anche in discesa ci sono passaggi “divertenti”, resi simpatici dal gelo e ghiaccio e dal paglione imbiancato.
Il wild finisce poco sotto i 2000mt, dove c’e’ del prato ed anche il riale scorre non più ghiacciato. Troviamo residui organici dei bovini al pascolo (leggi buascia o boscia) che seguiamo fino ad attraversare il riale all’Alpe di Cara dove c’e’ una baita ad uso rifugio Q1833 (non lo ricordavo quindi non siamo entrati).
Ora c’e’ un bel sentiero che scende rapido fino a Cassin Q1594, da qui su strada in parte sterrata ed in parte asfaltata ritorniamo al parcheggio di Giof.
Un bel giro, un bel anello, quel pò di wild di cui ormai non possiamo farne a meno, la buona compagnia, tutto il necessario per rendere la giornata perfetta.
NOTA: la discesa all’Alpe Cara nelle condizioni attuali (ghiaccio) è sconsigliabile (T4)