Rifugio Gana Rossa 2270mt dalla Valle S.Maria
Domenica scorsa, solito turno quindicinale, abbiamo dovuto rimandare causa temporali praticamente ovunque, questa settimana si esce, non c’e’ pioggia che ci può fermare.
Le previsioni sono incerte, per qualche maledizione, il meteo è buono per 6 giorni tranne la domenica.
Allora si va alla ricerca di “dove si prende meno acqua”, ma non promette bene, non c’è posto sulla mete-swiss che non indica pioggia o temporali.
Puntiamo quindi ad una capanna/rifugio, dove potersi riscaldare e pranzare al coperto. Ci sarebbe anche da festeggiare il compleanno di Angelo, quindi prepariamo il necessario, ma alla fine il festeggiato declina per problemi di salute, noi festeggeremo comunque (ci vuole una qualsiasi buona ragione per festeggiare, o no?).
Alla fine decidiamo per due possibili mete: la Camona da Medel (zona a noi sconosciuta, capanna gestita) ed il Rifugio Gana Rossa, questo lo conosciamo fin troppo bene, anche se quasi sempre nella sua veste bianca, in inverno.
Partiamo da casa con cielo molto nuvoloso ed un primo controllo alle previsioni attorno alle due mete ci fanno scegliere per il rifugio Gana Rossa.
Ci siamo saliti sempre dalla Leventina e da ogni percorso possibile, ma prendendo spunto da una escursione dell’ amico Marcello, propongo agli amici di farlo strano, ovvero di salire dal lato della Valle di S.Maria, scavallare alla Sella di Or Languosa e scendere al noto rifugio.
L’idea piace, sempre bello scoprire percorsi diversi, anche se ben sappiamo che gli ultimi 400mt di dislivello e circa 1km saranno senza sentiero.
Partiamo alle 08:00 dal Parcheggio Cacciatori del Piano di Segno, è un gran bel posto, ben noto ai cercatori di funghi, ma oggi è immerso nell’umidità e nelle nuvole. Non ci scoraggiamo, anzi contenti che non piove.
Ci avviamo a piedi verso le baite di Pian Segno (la strada è chiusa al traffico) per circa 600mt poi una palina a sinistra ci indica la direzione per il passo Bareta, dove si può scendere alla Capanna Gorda, al rifugio Nido d’Aquila o proseguire verso la Capanna Piandioss.
Inizia una bella salita tra i larici e gli abeti, su bel sentiero ma reso molto sdruciolevole dalle pietre e radici bagnate dalla pioggia notturna.
In poco più di 10min sbuchiamo bella bella radura di Bronich, con un alpeggio, posto stupendo.
Il sentiero prosegue con debole salita nel bosco, a Q1990 troviamo un baitello di cacciatori, sistemato bene ed in questo periodo abitato.
Si prosegue sempre su ottimo sentiero, pulito e a tratti anche molto largo, pensiamo sia largo per la manutenzione della linea ad alta tensione.
I pilastri dell’alta tensione sono il punto di riferimento ideale di tutta l’escursione:
la capanna si trova sotto il tragitto della linea sul lato Leventina, un pilastro si trova proprio alla sella di Or Languosa, ed un altro pilastro si trova sulla cresta della Cima di Gana Rossa che scende verso la Valle di S.Maria.
Lungo il sentiero li incontriamo varie volte e giunti sotto la cima della Gana Rossa ci indicano con precisione la cresta che dobbiamo percorrere.
La visibilità è sempre scarsa, la Gana Rossa la vediamo per pochi minuti, ma la cresta di salita è bene vidente.
Qui commettiamo un errore.
Sapendo che non c’e’ sentiero sulla carta svizzera, non seguiamo la traccia di Marcello, che ha proseguito sul sentiero per il passo Bareta fino ad una piccola elevazione quotata 2050mt sulla CNS per deviare poi a destra per la cresta.
Pensando di dover comunque arrivare in cresta abbandoniamo il sentiero poco prima, individuando ad occhio un possibile percorso nell’erba fino ad un pilastro dell’ alta tensione.
Duecento metri di pura salita, erba bagnata, pietre viscide, rododendri bagnati, pendenze parecchio importanti.
Impieghiamo una buona mezz’ora per salite al pilastro, una faticaccia notevole e tante scivolate.
Al pilastro troviamo una traccia di sentiero che percorre proprio la cresta, se avessimo proseguito sicuramente avremmo faticato molto-molto meno.
Qualche minuto per fiatare e ripartiamo, non piove ancora, ma meglio camminare asciutti, anche se dalle ginocchia in giù siamo completamente bagnati.
Ora seguiamo la traccia di sentiero, abbastanza evidente, la rinforziamo con deglio ometti di sasso nei punti più incerti.
A Q2280 circa il sentierino abbandona la cresta, per deviare a sinistra in direzione di un ennesimo pilastro.
Raggiunto il pilastro tocchiamo la massima altitudine di oggi, 2380mt, poco sotto la vera Sella di Or Languosa.
Siamo a cavallo tra la Valle di S.Maria e la Leventina, purtroppo la vista è ofuscata in tutte le direzioni, seguendo i soliti pilastri vediamo il tetto del rifugio, poco più di 100mt sotto di noi.
Si scende seguendo le bollature bianco-blu-bianco che portano al rifugio, dove arriviamo asciutti, almeno dalle ginocchia in sù, alle 10:30.
Siamo soli, di matti in giro con questo tempo non ce ne sono tanti.
Accendiamo la stufa cercando di asciugarci al meglio.
Fuori inizia a piovere e piuttosto bene.
Alle 11:30 pranziamo, è presto certo ma seguendo le previsioni puntiamo a lasciare la capanna tra alle 12:30.
Consumati i panini (grazie agli amici, io stupidamente l’ho dimenticato a casa e hanno condiviso con me una parte del loro), attacchiamo il dolce la Nuvola, noto dolce di Como.
Le nuvole fuori continuano a scaricare acqua in buona quantità, noi scarichiamo la nuvola innaffiandola con del buon prosecco.
Pulizie e pagamenti (busta e cassa in capanna), continuando a spiare sia le previsioni (animazione passaggio perturbazione) che fuori dalla finestra.
Alle 13:00 decidiamo di partire anche se piove piuttosto bene.
Risaliamo alla sella, sotto il pilastro e scendiamo seguendo il sentierino e gli ometti che abbiamo lasciato.
Ora seguiamo la cresta quasi fino in fondo, dove commettiamo un ultimo errore.
Una cinquantina di metri sopra il sentiero per il passo Bareta, vedo una bella traccia che scende a sinistra e convinco gli altri a seguirmi, la direzione è giusta.
La traccia si perde poi tra i rododendri quindi discesa wild fino al sentiero, se si proseguiva in cresta era certamente meglio.
Ora sul sentiero è tutto più tranquillo, anche la pioggia è calata un pò.
Al baitello dei cacciatori finalmente smette e possiamo scrollarci di dosso la pioggia accumulata sulle mantelle e kway.
Passaggio a Bronich e discesa verso Pian Segno dove possiamo anche vedere le tante baite che alla mattina non avevamo visto per la foschia.
Un bel giro, breve ma intenso, lunghi traversi con poca pendenza ed un bel tratto wild (molto wild all’andata) per 900mt di dislivello, penso che in una giornata così non si poteva sperare di meglio.