Pizzo di Ruscada 2004mt
Riprendiamo le escursioni “normali” di gruppo, anche se saremo solo in tre, alcuni sono ancora in ferie.
L’idea era di fare un tremila o poco sotto, ma le previsioni meteo hanno spento gli entusiasmi.
Le nuvole basse, la pioggia nel pomeriggio a nord, e le temperature tigide che rendono pietre e placche come sapone ci spingono a trovare un piano B.
Salire in quota come l’ultima escursione di Paolo e Roberto e non vedere nulla oltre una decina di metri, non giustifica l’impegno.
Meglio stare nel basso Ticino e sfruttare la giornata abbastanza soleggiata.
Rispolvero una vecchia idea ispirata dalla lettura di un bel articolo su Viverelamontagna, che illustrava la salita al Pizzo di Ruscada da una via perlomeno inusuale, da Spruga.
Il Ruscada è nella lista da tanto tempo, ma il percorso “classico” prevede la partenza da Costa (Centovalli), mentre noi partiamo dalla Val Onsernone.
Preparo la traccia e subito noto che alla partenza si perdono oltre 200mt di dislivello per scendere al fiume attraversarlo su un ponte e risalire sul lato opposto, quindi di base il dislivello è 1100+210 di risalita, più un pò di saliscendi.
Ormai è deciso, il Ruscada sarà nostro.
Partiamo alle 8:00 dalla piazzetta di Spruga, ultimo paesino della Val Onsernone, per grande fortuna andiamo ad occupare l’unico parcheggio ancora libero.
Prendiamo la strada asfaltata che porta ai Bagni di Craveggia, in Italia ma accessibili solo da qui. Percorsi quasi 700mt e -60mt di dislivello trovisamo a sinistra la palina che ci indica il sentiero che scende al torrente, indica Bagni di Craveggia (il sentiero costeggia il torrente sul lato dei bagni), Alpe Ruscada e Rifugio Corte Nuovo (3h55m di percorso).
Scendiamo affiando la baita subito sotto la strada, poi inizia una discesa ripida-ripida, fatta di gradini in sasso nel sentierino nel bosco.
Perdiamo velocemente quota arrivando ad un bel gruppo di baite vicine al torrente, tutte in ordine.
In breve siamo al ponte a Q905, la quota più bassa di oggi.
La discesa è stata bella ripida, già ci immaginiamo doverla rifare in salita al ritorno quando saremo più stanchi, ma ci penseremo dopo.
Proseguiamo sul lato opposto del torrente affiancando il torrente fino ad un bivio, proseguendo si arriva ai Bagni di Craveggia, invece a sinistra (verso monte) verso l’Alpe Ruscada.
Inizia una bella e lunga salita, molto ripida anche questa tra sterrato e gradini di pietra o in legno, non molla mai.
A Q1379 si esce in una radura prativa, con i ruderi di vecchi alpeggi, curiosamente sotto una pianta ci sono due sedie bianche in metallo.
Continuiamo la nostra salita sempre sul costone e sempre ripida, a parte un breve tratto in piano dentro una bella faggeta dove incontriamo molti formicai di dimensioni enormi, ben oltre il metro e mezzo di altezza, la salita non molla mai fino ai 1700mt dove si sbuca in un prato in piano.
Inizia un traverso abbastanza lungo ed in discesa che ci porta alla sella dell’Alpe Ruscada.
Si resta a bocca aperta nel vedere questa sella prativa aperta tra i boschi di abeti, con molti edifici alcuni ancora integri.
Un ruscelletto che si attraversa sul sentiero consente di approvigionarsi di acqua.
All’ Alpe Ruscada (che si trova interamente in Svizzera) si accede anche da Dissino, in Val Vigezzo passando dalla bocchetta di Cortaccio e dagli alpeggi di Olgia e Alpe Motto.
Ci fermiamo una manciata di minuti a guardare l’Alpe Ruscada, è un posto di rara bellezza.
Ma la vetta ci attende, proseguiamo sul sentiero (che non accede agli edifici dell’Alpe) seguendo per Corte Nuovo (1h20m) e Pizzo Ruscada (1h).
Per un tratto il percorso sempre pulito e bollato segue il corso di un ruscelletto che scende all’Alpe Ruscada, utile per l’acqua.
Siamo un bosco di larici, raggiunto il costone del Cappellone, cima sul costone N del Ruscada, sale ripido fino a guadagnare il filo di cresta.
Sul filo di cresta una palina, indica il rifugio Corte Nuovo, un escursionista trovato in vetta ci ha spiegato che questo è il nuovo sentiero dal rifugio alla cima, molto più agevole del vecchio sentiero che seguiva la cresta E, che presenta un paio di punti parecchio esposti ed instabili.
La cima è ora ben visibile in cima alla cresta, poco più un centinaio di metri ci separano, molto tranquilli r non ripidi.
Arrivo una decina di minuti dopo dei miei compagni, la stanchezza si fa sentire, ma poco prima di mezzogiorno tocco l’ometto di sassi del Pizzo Ruscada.
Il panorama è strepitoso, non immaginavo che una vetta poco sopra i duemila potesse godere di tale vista.
Verso est si vede il Lago Maggiore con Locarno e la cresta che segue il territorio delle Centovalli, verso N l’Alpe Salei, il Pilone ed il Munzellum, dietro riconosco il Rosso di Ribia, la val Vigezzo con la Pioda di Crana ad O, verso S la cima del Gridone dal suo lato più severo.
Pranziamo sereni sotto un bel sole, ci ha raggiunto un escursionista solitario, poi arriverà una famiglia, entrambi dalla cresta est dal rifugio (non dal sentiero nuovo).
E’ troppo bello per andarsene, ma il viaggio di rientro è lungo (quasi 7km) e c’e’ la penitenza finale.
Salutiamo la famiglia che pranza in vetta e scendiamo ripercorrendo esattamente il sentiero dell’andata. Come sempre capisci quanto era ripida la salita quando la ripercorri in discesa.
Lungo il percorso Paolo mi stimola pensando alla salita finale dopo il ponte, ci scherziamo parecchio, arrivati al ponte inizia la penitenza.
Paolo e Gimmy mi staccano subito, io salgo con passo lento ma non mollo,non mi fermo a tirare fiato, a dire il vero pensavo molto-molto peggio ma in meno di venti minuti raggiungo gli amici che mi aspettano sulla strada.
Ora è tutto facile, anche se c’è ancora un pò di salita per arrivare al parcheggio.
Chiudendo il programma GPS noto che il dislivello relativo è di 1450mt, non poco per uno sfiatato come me, la soddisfazione è massima.