Pianca Cima E 2356mt – Pianca Cima O 2377mt
Prima cosa vediamo di identificare la vetta, questa sconosciuta PIANCA.
Il Passo della Cavegna con i suoi bei laghetti è molto conosciuto, come il Pizzo della Cavegna che si trova ad O del passo, sul lato opposto, quindi ad E, si trova appunto il/la Pianca, vetta sconosciuta e stranamente ignorata, pur essendo quasi 100mt più alta del Pizzo della Cavegna.
L’avevo addochiata proprio nella visita al Pizzo, e l’ho rivista di recente dalla Capanna Ribia, subito mi è venuto in mente di proporla al gruppo.
C’è una traccia sulla mappa che porta alla cima O, quella sopra il passo, ma della serie ” per chi non si accontenta”, l’idea è quella di tornare scendendo al lago Sfii che nessuno di noi ha già visto.
Ma su quel lato non ci sono tracce, e peggio ancora le mappe 3D mostrano un lato molto dirupato, pareti ripide e pietraie a go-go.
Paolo si informa da alcuni cacciatori della zona, dicendo che vorremmo scendere dalla Pianca e “traversare” al passo Pianaccio, secondo loro si può fare, anche se non c’e’ da sperare in alcuna indicazione sul posto.
Partiamo da Cimalmotto alle 8:10, un chilometro su strada asfaltata per imboccare il sentiero che scende sul ponte Fiumigna Q1290, perdendo circa 100mt dalla partenza.
Per me e Paolo la cosa è nota, siamo già stati ai laghi e Pizzo della Cavegna, sappiamo che questi ultimi chilometri e la risalita al parcheggio fatti con la stanchezza del ritorno saranno una penitenza.
Al ponte proseguiamo ed iniziamo a risalire il bel sentiero che porta all’Alpe di Sfii. Il sentiero è largo e spesso con gradoni di pietra, grande opera umana.
Usciti dal bosco ho il ricordo del magnifico paesaggio che si apre davanti agli occhi, i grandi prati dell’ Alpe e le belle cime alle spalle, stupendo.
Non si raggiunge l’Alpe di Sfii, solo se si prosegue per il Lago Gelato o il lago Pozzoi, mentre noi deviamo a sinistra scendendo a prendere il Ponti sul riale di Sfii.
Dopo il ponte un bivio a sinistra per il Lago di Sfii, dove torneremo, a destra per il passo della Cavegna.
Salita tranquilla al passo, arrivo al lago della Cavegna alle 10:40, una piccola pausa per ritrovare il fiato quindi raggiungiamo il passo che si affaccia sulla Val Vergeletto.
Dal passo con un pò di attenzione si scorge il sentierino che sale la dorsale del Pianca.
Pco più di 1km (1.2Km) e 400mt di pura salita ci separano dalla prima meta.
Il primo tratto è una serie di zig-zag, dove si guadagnano i primi 100mt di dislivello, quasi a picco sul lago.
Raggiunta la dorsale la si segue su deboli tracce, stando sempre sul lato Vergeletto.
Il percorso è quasi sempre ripido, e talvolta molto ripido, in diversi punti di si aiuta con le mani per alzarsi sopra delle rocce, ma mai esposto.
Il lato Valle di Campo è ripidissimo meglio stare a qualche metro se possibile. La salita è dura, il terreno erba-paglia, le rocce e la pendenza ti spaccano il fiato, ma alla fine alle 12:15 sono sul Pianca, ma sulla cima più bassa di 1mt, quella sopra il passo.
Il Pianca ha due cime, distanti 400mt fra di loro, la più bassa 2376mt è quella con un bell’ometto di sassi, che l’amico Paolo ha reso ancora più evidente, l’altra spostata verso E è di 1mt più alta, quindi sarebbe la cima principale, quella indicata sulla CNS.
Dopo 1200mt di dislivello chiedo pausa, così pranziamo qui sulla cima con l’omettone. La giornata ci regala una vista spaziale.
Dopo un’ora circa ripartiamo, sappiamo che c’e’ ancora molto da camminare, quindi scendiamo nella sella tra le due cime, dove possiamo ammirare un laghetto glaciale proprio sotto le pareti dirupate del Pianca. Risaliamo la cima principale, ci sarebbe un ometto da ricostruire, ma non abbiamo tempo, c’è da inventardsi la via del ritorno.
Sotto la vetta Q2377 in verticale vediamo un ometto, buon segno !
Scendiamo su prato ripido anzi molto ripido ma dopo l’ometto ogni segno di civiltà cessa di esistere.
Iniziamo un traverso su ripido, tenendosi sotto le pareti rocciose del Pianca, in alcuni tratti il posteriore ci aiuta ad attraversare qualche tratto un pò ostico.
Passiamo una pietraia raggiungendo un costone del Pianca che non avevamo previsto, oltre quel costone ci dovrebbe essere il Passo.
Il costone si dimostra molto più ostico di ogni pensiero, ormai siamo in ballo e si balla.
Scendiamo un canalone ripidissimo, dove avvistiamo un camoscio, lui si che sa come caversela in questi ambienti.
Con cautela e aggrappati ai rododendri scendiamo fino a trovare un passaggio, Paolo fa strada ma varie volte deve tornare indietro e scendere per trovare una via.
Ancora rododendri e ontani, ancora un pò di discesa con il posteriore per arrivare ad una immensa pietraia, una cinquantina di metri sotto il passo Pianaccio.
Alle 15:00 siamo al passo, cinque minuti di sosta per bere e tirar fiato, lasciando calmare l’adrenalina.
Dal passo scendiamo, per un primo tratto il sentiero è visibile poi un alcuni tratti si perde, ma con il gps ritroviamo la direzione.
Arriviamo opra il Lago Sfii, bellissimo dall’alto
Scendiamo fino alle sue sponde, in quest’ultimo tratto troviamo fresche bollature bianco-blu-bianco è la VAVM, l’alta via della Valle Maggia.
Al lago pausa rinfrescante, il caldo oggi si fa sentire parecchio, poi ripartiamo seguendo le bollature che costeggiano il lago ad E, quindi imbocchiamo il sentiero che scende verso l’Alpe di Sfii arrivando al ponte con il bivio dove siamo passati questa mattina.
La discesa è abbastanza rapida ma la fatica si fa sentire, oltre otto ore di cammino alla fine, e con il tratto impegnativo wild pesano ancora di più.
La salita dal ponte all’auto è meno impegnativa del previsto, la gambe vanno per conto loro, con calma ritorniamo al parcheggio.
Ci cambiamo, fermata per bere e per un meritatissimo pediluvio prima di iniziare il viaggio in auto verso casa, ben 2h per noi, con la fretta di essere a casa per tifare la nazionale che gioca la finale degli Europei.
Bravi AZZURRI, ci avete regalato un trofeo all’insegna del gruppo.
NOTA BENE:
L’escursione solo alle due cime con andata e ritorno dal Passo della Cavegna merita un T4 e questo ho indicato.
Dovrei indicare un T5 per il tratto wild, e se lo merita tutto, ma voglio sconsigliare di ripetere questo percorso.