Monte Pidaggia 1528mt e Croce 1510mt ANELLO
Proseguiamo le nostre esplorazioni, sempre alla ricerca di una cima nuova o di un nuovo percorso.
Restiamo nel medio-lago, quindi zona Val Cavargna o limitrofe.
L’obiettivo di oggi è il Monte Pidaggia, abbastanza sconosciuto.
La nostra è una delle salite “classiche”, quella dai Monti di Grotto, che non presenta particolari difficoltà.
Per renderla un pò più divertente studiamo sulla carta un anello, sperando di trovare i sentieri indicati nella CNS.
Alle 7:45 siamo in marcia, la giornata si presenta quasi perfetta, pulita dopo alcuni giorni di pioggie intense, cadute fin nella notte.
Prendiamo la strada sterrata, al primo bivio sbagliamo, tendendo a monte, bisogna proseguire sempre in piano. Ripresa la giusta via, arriviamo alle ultime baite, dove inizia il sentiero.
Nel primo tratto si sale poco, poi il sentiero si fa più stretto ma sempre pulito, e prosegue sempre in direzione O, quindi verso Porlezza.
Attorno Q1000 si esce dal bosco, ora è prato, anzi paglione, non proprio rassicurante soprattutto se sotto hai centinaia di metri di prato ripido.
Ma la traccia è ben pulita si sale in direzione di un intaglio tra due roccette, poi si prosegue ed in breve si arriva a Q1200 circa dove troviamo un baitello di cacciatori molto ben sistemato, ed in posizione stupenda.
E’ aperto, ci sono tavolo e sedie, camino e legna.
Proseguiamo sulla traccia, poche decine di metri dal casottello prima di un intaglio tra due rocce bisgona deviare decisi a sinistra.
Noi sbagliamo e proseguiamo, si scende un poco ed il sentiero si fa più stretto e molto più “aperto” verso valle, passo sicuro e guardare avanti.
Ci accorgiamo dell’errore grazie al gps, torniamo all’intaglio ed iniziamo la ripida salita sul costone, praticamente in verticale e sempre su paglione.
A Q1340 ci troviamo sotto il Pidaggia, qui si può scegliere se seguire il sentiero principale che porta prima ad un baitello di metallo con panchine ed alla vetta con la croce, oppure tenere a sinistra per salire diretti alla cima più alta del Pidaggia.

In realtà ci sono 2 cime, quella più ad O quotata 1528mt poi una seconda con la croce a 1510mt molto più panoramica, verso SE.
Per arrivare alla cima più alta, bisogna raggiungere la cresta e l’ultimo tratto è molto verticale.
Arrivati sul costone si nota subito che tutto il lato N è boschivo, una immensa faggeta, mentre il lato S, quello di salita e che guarda i laghi, è un pratone con rare piante.
In breve siamo alla cima, segnalata da un palo metallico, scendo sul lato opposto per vedere il Sasso di Cusino, almeno quello indicato sulla CNS a Q1325, perchè altre mappe lo indicano più spostato verso S e quotata 1279mt.
Non si vede benissimo a causa le piante, ma è un groviglio di torri e torrette piuttosto verticali, non è roba per noi.
Ritorno sulla cima e ci incamminiamo lungo la cresta per raggiungere la croce, poco più di 10 minuti.
La croce del Pidaggia è in una bella posizione, molto panoramica in tutte le direzioni, stupenda la vista sui 3 laghi: Como, di Piano e Lugano, ma anche le vicine vette imbiancate della dorsale Bregagno-Pizzo di Gino, il Legnone e le Grigne, oltre alle tantissime vette della Valtellina.
Ci fermiamo per una bella mezz’ora, è presto (siamo arrivati alle 10:30) anche se un’arietta frizzante ci costringe a coprirci.
Verso N, sotto di noi, il paesino di Malè ed il costone che abbiamo percorso parzialmente con le ciaspole pochi mesi fa, cercando inutilmente di raggiungere il Pizzone.
Abbiamo comunque previsto di passare da Malè, almeno dal parcheggio basso, per ritornare, così chiuderemo con un bel anello.
Scendiamo su buon sentiero verso una baracchetta di metallo Q1380 con due belle panchine, è comunque ripida ma certamente più facile che la salita diretta alla cima principale, diciamo che questo è il percorso migliore.
Poco più di 10min per scendere e prendere possesso delle panchine, la vista è meravigliosa, di fronte a noi Galbiga, Monte di Tremezzo e Crocione, in basso a sinistra il Lago di Como, con il ramo di Lecco visibile fino al capoluogo, a picco sotto il Lago del Piano, poi verso destra Porlezza con il bel Lago di Lugano.
Pranziamo molto in anticipo rispetto al solito, chiacchere e panorama come contorno.
Concluso con caffè, cioccolata e grappino, ancora un pò di relax prima di rimettersi in marcia, alle 12:45.
Ci dirigiamo verso E, quindi verso il lago di Como, il sentierino è marcato sulla CNS e dovrebbe scendere sotto Malè vicino all’Alpe Logone.
Il sentierino c’e’ nel paglione, è ben visibile, ma bisogna avere passo ben sicuro, in alcuni tratti è stretto e sotto c’e’ pratone (paglione) piuttosto verticale.
Raggiunta la Val Senagra si inizia a scendere e ritornare nel bosco, qui bisogna fare un pò più attenzione per trovare la traccia del sentiero che si perde tra il fogliame .
Con un lungo aggiramento di 180° scendiamo in un bosco con moltissimi faggi rovinati a terra, immagino una tromba d’aria.
In breve siamo alla strada Cusino-Malè e noi prendiamo un sentiero a destra per scendere in Val Sanagra.
Si perdono oltre 200mt di quota, il sentiero è a volte marcato e si trovano ometti di sasso.
In 25min arriviamo alla strada che sale la Val Sanagra, chiusa al traffico senza permesso comunale.
La palina indica 45min per i Monti di Gottro, forse un pò esagerati, in circa venti minuti siamo al parcheggio ai Monti di Grandola, contenti della giornata.
Una bella nota da segnalare: abbiamo avvistato prima 2 cervi, poi 2 camosci, un un cervo solitario, un camoscio solitario ed infine un’aquila giovane che volteggiava sopra la croce del Pidaggia.