CORNIZZOLO DALLA DIRETTISIMA
Sabato sera ricevo un whatsapp dal Barba
“visto che da lunedì siamo rossi, che ne dici domani mattina di fare il Palanzone dalla scala di legno?”
Bella idea, giro il messaggio al gruppo sapendo già che con così poco preavviso si saranno già presi altri impegni.
Gimmy è disponibile, felice di tornare a camminare dopo parecchi mesi di astinenza.
La prima sopresa la troviamo al mattino, ha piovuto tutta la notte, ed ancora pioviggina.
In auto tutti e tre ne discutiamo subito, non si può fare la scala di legno se bagnata!
Comunque ci dirigiamo in direzione Erba, pensando e ripensando cosa poter fare.
Ci vengono in mente alcuni percorsi “da covid” di turistalpi, al Bolettone o Palanzone ma da sentieri nuovi per noi, non sono troppo documentato non saprei nemmeno da dove partire.
Propongo il Cornizzolo, e da un lato nuovo per me e per Gimmy, la direttissima.
Barba vi è appena salito il 24 Gennaio, ma accoglie favorevolmente l’idea, a gennaio era ancora innevato.
Io invece non so bene di cosa sto parlando, la parola direttissima mi risuona nei polmoni che sospettano di non farcela, le ultime escursioni ero affaticato con dislivelli piuttosto scarsi, e qui non so bene di cosa stiamo parlando.
Parcheggio a Suello, sono solo le 7.00 e troviamo libero proprio all’attacco del percorso.
Si parte subito ripidi su un primo tratto asfaltato e qui il primo cartello 900mt di dislivello alla cima …
Accidenti a me
Poi inizia il sentiero, prima scale cementate, due ponticelli di legno (unico tratti in piano) e poi sù fino a Priel, punto panoramico dove finisce la via crucis che coincide con il primo tratto già ripido del percorso.
A Priel Q480 proseguiamo senza fermarci, l’instancabile Barba avanti, dietro Gimmy ed io che chiudo la fila.
Vanno avanti ed ogni tanto si fermano ad aspettarmi.
Il sentiero fa onore al suo nome è veramente ripido, diretto, anzi quando ci sono piccoli tornanti c’e’ la variante direttissima che li taglia.
Il Barba non ne perde una di queste varianti, se deve essere direttissima … deve essere così.
Si fatica certo ma si sale anche, passo dopo passo, io con passi corti per preservare fiato.
Dopo un lungo tratto nel bosco a circa Q800 si sbuca e vediamo la cima del Cornizzolo che spicca davanti a noi.
Nota positiva, è uscita un bel sole ma anche un bel venticello gelido che ha pulito il cielo offrendo una vista a dir poco spettacolare.
Il sentiero si fa un pò meno ripiso, sin dall’inizio ad ogni 100mt di dislivello c’è un cartello indicatore, questo anche perchè su questo percorso si corre la “Vertical race del Cornizzolo”, mi aiuta a tenere il morale alto.
La corsa parte in basso al paese di Suello, per toccare i 1000mt di dislivello, non trovato in rete i risultati di tutte le edizioni, ma nel 2013 vince un portacolori della forestale con 33m41s e tra le donne 45m56s
Il sentiero ora raggiunge la strada asfalta a Q1095, qui si può deviare a destra verso il rifugio Consigliere e salire al Cornizzolo dalla classica, oppure continuare la “vertical”.
Attraversato l’asfalto sù diritti.
Non sono scoppiato, e questo mi fa felice, proseguo lento ma tranquillo ed in 2:10 con circa 10m di brevi soste, sono arrivato alla croce del Cornizzolo.
Sono molto felice, chi mi conosce sa che le pendenze mi stroncano, e farsi 950mt in poco più di 2km non è da Giorgio.
Ci copriamo, fa molto freddo, quindi il tempo di riposare, fare un pò di foto ed ammirare paesaggi che spingono lontanissimo, per poi ripartire.
A proposito di paesaggi, ha nevicato e non poco, a nord le cime del lago, dal Bregagno verso il Pizzo di Gino, il S.Primo, il Legnone, le Grigne, ma molto bello vedere Milano e lo sky-line dei sui grattacieli.
Scendiamo rapidi verso il Rifugio Consigliere per una sosta al riparo dal vento.
20 minuti di sosta al rifugio per consumare un pò di frutta secca, il caffè (ed immancabile ammazzacaffè).
Studiamo un percorso di ritorno a Suello che ci permette di scoprire un altro sentiero, quindi alla strada scendiamo per un breve tratto sullo stesso sentiero della mattina, poi arrivati ad un bivio, lasciamo a sinistra la direttissima per tenere la destra continuando a scendere il costone.
Il sentiero è sempre ben visibile, con questo percorso si scende anche a S.Pietro al Monte.
La discesa si fa più decisa, sempre su prato (paglione al momento), per poi infilarsi nel bosco, molto ripida e con alcuni tratti dove scavalla pareti di roccia.
A Q620 troviamo il bivio che cercavamo, a sinistra S.Pietro al Monte e Civate a destra Priel (il punto panoramico) e Suello.
Lungo traverso che torna nella direzione giusta, qualche tratto ripido, un passaggio protetto in una gola (secca), quindi ancora in piano fino a Priel.
Arriviamo al poggiolo dove termina la via Crucis, c’e’ gente stiamo ben distanziati, quando si libera andiamo a vedere la visuale, merita la sosta.
Dopo un breve riposo, di nuovo giù ripido, poi i ponticelli e la scala cementata, alle 11:35 al parcheggio, tutto perfetto.