Piz Lai Blau Q2961
Un ritorno alla grande.
Io (Giorgio) e Gimmy siamo di ritorno dal mare (sabato, il giorno prima …), dopo 18 giorni di totale far…niente (dormire, mangiare, spiaggia, bagni, ecc), ed un mese che non calziamo gli scarponi.
Ma la montagna ci manca progettiamo con gli amici presenti una uscita “di ritorno”.
Ovviamente riduco drasticamente i dislivelli delle ultime uscite di Paolo,Barba e Robi, si torna ai dislivelli “da Giorgio”.
Ma … ho voglia di montagna e ho voglia di respirare l’aria fine di un tremila.
Propongo varie opzioni e decidiamo per il Piz di Lai Blau, era la meta della mia ultima escursione, ma vento e nevischio ci avevano fatto cambiare idea e meta.
Partiamo alle 08:00 dalla diga del lago di St.Maria al Lucomagno, non si vede un tubo per le nuvole basse, ed un vento molto fresco che ci fa vestire per benino.
Percorso classico, strada sterrata per circa 1,3Km che costeggia il lago, per poi imboccare poi il sentiero che si inerpica in Val Rondadura, fino al bellissimo lago Lai Blau a 2410mt, arriviamo alle 09:27 e ci fermiamo per una quindicina di minuti, il sole splende ed il paesaggio attorno e’ spettacolare, da riempire lo sguardo …
Il laghetto e’ splendido, tra l’altro visto dall’ alto ha la forma del nostro amato Lago di Como … ma ne riparliamo dopo.
Sopra le nostre teste la grande sagoma del Piz di Lai Blau che ci sovrasta di 550mt, e la lunga cretsa E-SE. Piu’ o meno al centro una sella a Q2723, questo e’ il punto di riferimento per “saltare in groppa”.
Questi 300mt di dislivello, molto-molto ripidi sono il punto cruciale dell’ escursione.
Il sentiero marcato si chiude con il giro del lago, per salire al Pizzo … e’ tutto in libera.
Mi correggo subito, dall’ ometto sulla cresta a Q2723 si trovano degli ometti che seguendo la cresta portano alla cima, e si distinguono bene uno o piu’ percorsi, la cresta e’ quasi sempre larga.
Ma quei 300mt si affrontano senza indicazione, salendo pietraia, erba o balze rocciose cercando ognuno la propria via.
Un ottimo riferimento e’ la puntuale relazione di siso, con la foto del suo percorso, ma in base alle condizioni (neve) e dalla partenza dal lago, e’ piu’ evidente salire “a naso”.
A dire il vero, a Q2550 circa intercettiamo un sorta di sentiero, con alcuni ometti, che ci guideranno verso la bocchetta in tutta sicurezza, ma la prima salita e’ spacca-fiato spesso su erba sempre bagnata (ieri ha piovuto abbondantemente) e viscida, con pendenze direi importanti.
Alle 10:55 arrivo in cresta dove gli amici mi aspettano, sono abbastanza provato da questa rampata … ma la visione sul lato opposto e quella della cresta con la cima mi ricarica, non nel fiato (ne ho sempre poco) ma nell’ animo e nella volonta’.
Verso nord e’ uno spettacolo, una bella conca glaciale sovrastata da due massicci : Piz Vatgira 2983mt cuspide roccisa, e piu’ a nord il Piz Gannaretsch con il bellissimo Lai Verd, ed i ghiacciai del Lai Blau e Vatgira.
Ripartiamo con Paolo e Barba pieni di forza, fiato ed allenamento che salgono veloci, poi Gimmy ed io come sempre fanalino di coda.
La cresta non presenta mai problemi, ma dalla bocchetta ci sono ancora quasi 250mt di dislivello e la cima e’ ancora lontana.
In alcuni tratti ci sono dei blocchi di roccia, si possono aggirare o salire con aiuto delle mani, scelta libera, attorno i 2850mt attraversiamo necessariamente un tratto del ghiacciaio, ma la pendenza e’ limitata nessun pericolo.
Alle 12 sono in cima, atteso dai miei compagni di viaggio , affaticato ma molto-molto soddisfatto, i canonici 25-30 min di ritardo dai primi.
La vetta e’ molto larga, ci sono vari ometti ma non abbiamo trovato il libro di vetta.
Le nubi ed il vento si alternano a squarci di sereno ed un gran sole, restiamo comunque ben coperti, e pranziamo.
Quando possibile, soprattutto dopo un’oretta dall’ arrivo, possiamo ammirare un paesaggio a 360 gradiC meraviglioso, la posizione centrale del Pizzo lo rende un punto di osservazione spettacolare.
Verso N la Val Nalps con il grande lago artificiale, i gia’ citati Piz Vatgira e Gannaretsch, il Piz Blas, il magnifico Rondadura (da questo lato lo si apprezza di piu’ con la suasplendida eleganza) poi lo Scopi, la valle dell’ Uomo e Cadlimo, sotto di noi il laghetto omonimo ed il lago di St.Maria.
Un’ora e mezza di sosta, nonostante le nuvole ed il vento gelido che ci ha costretto a pranzare con i guanti … ma il paesaggio lo merita proprio.
Rimandiamo la pausa caffe’ (e alcolici) al laghetto, meglio togliersi il pensiero della discesa sul ripido dalla cresta, una prima idea era di seguire gli ometti, si vede una traccia di sentiero in alto, ma preferiamo una via diretta “ancora a naso” zig-zagando verso il lago.
Arriviamo al laghetto poco prima delle 15:00, qui bella pausa senza vento, con caffe’, grappa e sviluppin, Paolo si concende anche un tuffo nel lago, sicuramente rinfrescante !
Ripartiamo dopo una mezz’ora, giro del lago, poi alla palina e quindi giu’ fino al lago di St.Maria ed alla diga.
Che dire ancora … in ritorno”agli scarponi” di grande soddisfazione, ed alla fine un buon dislivello, sempre per me J
Da rifare … fino alla cresta per allungare al Gannaretsch.