Capanna Bovarina 1870mt
Lunedi’ mattina :
P: Hai gia’ guardato le previsioni per domenica? Meglio che non guardi …
G: E’ la prima cosa che ho fatto questa mattina, ci aspetta un bel weekend di m….
P: Quindi ?
G: Quindi Capanna … ovvio !
P: E se piove tanto?
G: Prendiamo neve !
P: hai gia’ qualche idea?
G: Potremmo andare A,B,C, … e se proprio-proprio il tempo e’ infame, c’e’ sempre la nostra cara Val d’Ambra ….
Aspettiamo, come sempre, il venerdi’ quando le previsioni diventano piu’ attendibili, ma stavolta non cambia nulla, pioggia/neve anche abbondanti.
Quindi niente “invenzioni”, puntiamo ad una meta conosciuta, sentiero noto e lontano da possibili salvine, quindi Bovarina, una certezza …
Partiamo dal parcheggio della latteria di Campo Blenio alle 08:00, nevischia, ed in giro molta meno neve di quello che pensavamo. La pioggia si trasformava in neve attorno ai 1000mt, partiamo con 0 gradiC, neppure freddo.
Evitiamo il giro dagli impianti sciistici, proseguiamo dietro la latteria dove quasi subito calziamo le ciaspole e saliamo a riprendere la strada, poi giro solito, Calcarida, Orsaria, il ponte, quindi sentiero invernale, qui nonostante la “conoscenza” del sentiero, il battitore Paolo parte in verticale seguendo una vaga traccia di uno sciatore, verso l’Alpe Pradasca, mi accorgo che siamo saliti troppo (Paolo e Gimmy ancora di piu’) e scendiamo veloci verso Ronco di Gualdo, il giro per il parcheggio Pradasca lo abbiamo provato gia’ una volta con tantissima neve ed abbiamo desistito.
Ho dimenticato di dirvi che dal parcheggio in paese fino in capanna siamo i primi a batter neve, Paolo davanti a tutti, un vero Caterpillar, instancabile (ne conosco un altro … sara’ il nome???), dietro Gimmy fino a Ronco di Gualdo, poi il Barba (come di definisce lui il divaricatore) che allarga la pista, infine Gimmy (il mio badante nella seconda parte, prima c’e’ il Big-Luciano) ed il fanalino, sempre ad allargare e pestare bene il binario, sara’ utile a scendere.
C’e’ un’altra cosa che rende molto faticoso il nostro procedere, la neve pesante e bagnata, ogni 4/5 passi si crea uno zoccolo di 20/30cm sotto le ciaspole e devi scalciare come un mulo per toglierlo, per poi ripresentarsi poco dopo …
Come detto siamo i primi apri-pista, e visto il meteo pensiamo, esperiamo, di essere anche i soli.
Passiamo uno alla volta il ponticello dopo Ronco di Gualdo, da fare con molta attenzione se la neve si alza fino al corrimano, in questo caso meglio guadare il torrente piu’ a monte.
Da qui salita pura ed intensa …
Arrivo ultimo, come sempre, alle 11:10 in capanna, la solita ventina di minuti dopo, e mi godo il tepore della stufa che Paolo ed il Barba hanno gia’ avviato.
Sempre magnifica questa capanna in inverno, le sue grandi vetrate di danno sempre l’ impressione di “essere parte dell’ ambiente circostante” mentre sei al coperto, al caldo e fuori nevica copiosamente …
Come previsto siamo soli … ma ancora per poco !
Tanto per non smentirci, oggi panino con salamella cucinata in loco dallo Chef, poi dolci e l’immancabile vin-brule’.
Dopo una mezzora dal nostro arrivo, salgono 8 tedeschi, e poco dopo ben 18 ciaspolalori di vari CAI, ringraziano tutti di aver trovato “l’ autostrada” per salire.
La capanna e’ strapiena, ma noi la gustosa salamella l’abbiamo gia’ divorata, condividiano pero’ con i connazionali (i tedeschi sono ripartiti dopo neanche 30min), il vin-brule’, i dolci, la grappa …
Pian piano si preparano a partire, noi restiamo, ancora per poco ma restiamo.
Quando se ne vanno, arrivano due volti noti … Fausto ed Ewa, peccato siano arrivati quando abbiamo ormai finito tutto …
Quattro ed anche cinque o sei chiacchere con gli amici, e ci prepariamo noi a scendere … abbiamo un’idea da sperimentare.
Salutiamo Ewuska e Fausto, li ritroveremo al parcheggio, e partiamo con buona lena, non prima della “classica foto da calendario“.
Scesi al ponte di Orsaria cerchiamo il sentiero che scende sul lato del torrente, ma non si vede proprio, quindi proseguiamo per Orsaria ed a Calcarida abbandoniamo la strada dell’ andata per passare tra le baite, scendere al ponte e risalire sul lato opposto.
Ovviamente da Calcarida e’ tutto da battere di nuovo, ma il paesaggio e’ veramente bello e suggestivo, poi un sentiero nuovo fa sempre molto piacere.
Arriviamo risalendo a quasi 1400mt, siamo a Risareta sul sentiero che da Campo risale il fianco S del Pizzo Rossetto.
Iniziamo una ripida discesa, su sentiero incontaminato, stupendo.
Alle 16:10 siamo al parcheggio, un’ora e quaranta di discesa con “esplorazione e risalita”, siamo tutti molto soddisfatti, il Caterpillar e’ sufficientemente stanco, e’ un buon indice di una escursione discretamente impegnativa.
Su una cosa siamo tutti molto d’accordo, e faccio mie le parole di Paolo: “Non e’ stata la solita Bovarina …”