Rifugio Cortin 1663mt e Rifugio Alpe de Rogg 1814mt
Questa volta il meteo forse ci ha fregato, piuttosto brutto nel nord Ticino, decisamente meglio in Riviera e Mesolcina.
Decidiamo quindi per andare ad esplorare una valle che ci mancava ancora nella zona della Roggiasca, anzi proprio la Val Roggiasca, puntando ad un rifugio che manca nelle nostro album di figurine … il Cortin.
Al nostro gruppo al completo si associano Francesco e Chiara, reduci da una bella ciaspolata del giorno prima, pronti a condividere con noi la gioia di scoprire luoghi non ancora visitati.
Parcheggiamo all’ ultimo tornante prima di scendere verso la diga della Roggiasca, non fa freddo, anche se lago e ruscelletti sono ghiacciati.
Partiamo alle 08:20, risalendo il sentiero (attenzione al parcheggio non ci sono segnali, e ci sono due sentieri, uno che sale ed uno che scende, seguire quello che sale) che costeggia il torrente Roggiasca, non è molto evidente ed i segnali mancano, ma si intuisce abbastanza.
Il primo strappo ci porta a Q1200, dove si deve guadare il torrente, non difficile per la scarsa acqua (in caso di pioggia abbondanti potrebbe non essere semplice), si deve solo far attenzione ai sassi ed al ghiaccio.
Seconda difficoltà è ritrovare il sentiero sul lato opposto, sale in diagonale verso sinistra dove su un grosso abete si trova un segno di vernice.
Qui inizia la vera fatica … 1,1Km per guadagnare poco meno di 500mt, un bel bosco di faggio e abeti, bello ripido, camminando su un tappeto di foglie secche, cercando qua e là i segni di vernice rossi sugli alberi.
Diciamo che il sentiero non molto ben marcato, pochi passaggi e qualche vago segno rosso sulle piante. Più avanti si trovano dei corrimano in tronco sopra delle rocce, è evidente che siamo sul sentiero giusto, anche se il gps e le mappe oggi ci hanno aiutato parecchio.
Verso i 1570 troviamo un verso sentiero, con tanto di bollature bianco-rosse, è il sentiero che sale dai Monti di Lanes.
Da qui in poi è facile e meno ripido, oltre il bosco di abeti in alto vedo un camino che fuma, io ben ultimo arrivo alle 10:25 al Cortin.
E’ un bel rifugetto, chiaramente di cacciatori (come quasi tutti del resto), cucina e pranzo al piano sotto, soppalco con materasssi, stufa e camino, gas e discreta dotazione di stoviglie e pentolame.
Anche se è presto, in capanna fervono vari preparativi, la legna, il fuoco, il vin-brulè (sta diventando un must nelle uscite invernali), il Barba scova anche un pacco di spaghetti Barilla e dell’ aglio, propone di fare spaghetti aglio e olio …
Paolo scalpita, due di cammino sono poche, e poi nell’ ultimo chilometro mi ha fatto da badante quindi rallentato. In quattro decidiamo di allungare fino alle 11:30 per poi tornare, così con Angelo, Paolo, e Chiara risaliamo il costone innevato sopra il rifugio, raggiungiamo la palina comune all’ Alta Via del Lario (che indica le bocchette di Valstorna S e N e la bocchetta di Camedo, dove si ritorna in Italia, in Val Fiumetto, via ottimale per salire al Cardinello), quindi deviamo verso sud, puntando al rifugio Alp de Rogg.
La neve è scarsa, molto cartonata, penso proprio che di matti che in inverno si inoltrano in queste zone ve ne siano proprio pochi, ma questo strano inverno permette anche questo.
Verso le 11:15 siamo al rifugio Alp de Rogg, per me e Paolo è un bellissimo ricordo di ritorno dal Cardinello, per tutti la scoperta di una baitella immersa nel bianco, dove in inverno sono sicuramente pochi a metterci piede.
Qualche foto per “catalogare” il rifugio, una all’ esterno come ricordo, ed anche per “verificare” … il gelosimetro J, quindi ripartiamo veloci per il Cortin.
Arriviamo alle 11:50, giusto in tempo, il cuoco sornione (poi spiego) scola gli spaghetti, aggiunge olio ed aglio, chi vuole c’e’ anche il peperoncino.
Ottima veramente, era solo ½ chilo, se fosse stata il doppio sarebbe sparita comunque, considerando che Chiara non ne ha tocccata.
Sopo aver raccolto il plauso per l’ottima pastasciutta, Barba-Chef (il sornione) ci mette al corrente che era scaduta … solamente dal 2005 !
Chi vuole consuma il panino, poi il panettone vegano di Chiara, annaffiato dal Prosecco, poi caffè, grappa, sviluppin ed ovviamente “il vin brulè”, nelle invernali sta diventando un MUST !
Pulizie in capanna, lavaggio piatti, firma del libro e versamento di un contributo per la legna ed il gas, qualcuno schiaccia un pisolo al piano di sopra.
Viene il momento di prepararsi non prima di aver aggiunto un mese al calendario di Girovagando, e la più sobria foto ricordo.
Alle 13:50 lasciamo il rifugio in ordine, scendiamo alla palina, dove decidiamo di scendere con un giro ad anello, passando dai Monti di Lanes, anche questo sentiero assolutamente nuovo, però ben marcato.
Unica preoccupazione sono i vari ruscelli ghiacciati, ma siamo dotati (quasi) di ramponcini.
La via del ritorno è piuttosto lunga (ben 5,1Km rispetto ai 2,3Km dell’ andata “diretta”), animata anche da un rocambolesco attraversamento di uno di vari ruscelli ghiacciati.
Ci sono vari saliscendi, ma il sentiero è decisamente più in ordine di quello dell’ andata. Ultimo guado sul torrente d’Albion, risalita di 80mt per Lanes, dove troviamo i due bivi, il primo per l’Alpe d’Aian, il secondo per i Monti di Luarn.
Ripida discesa alla diga, quindi risalita sulla strada ed ai parcheggi, dove arriviamo alle 16:20.
Il movimentato giro è piaciuto a tutti, ed il Cortin è stata proprio una bella scoperta, bel rifugio ed in un bel posticino, sicuramente da tornarci.
Alla prossima avventura, ed una raccomandazione al nostro ICEMAN-Barba-CHEF ….