Qualcuno dirà … eccoli qui con l’ennesima abbuffata, e devo dire che ha assolutamente ragione.
Sapete ormai tutti, o quasi, che i nostri compleanni si festeggiano (anche non proprio alla data precisa) in montagna, e quelli che cadono nelle stagioni più fresche, in una bella e calda capanna dove cuciniamo, pranziamo e beviamo in grande allegria.
Oggi festeggiamo Gimmy (ormai è passato un mese dal compleanno), ma la prima escursione possibile con la presenza di tutti noi, è questa.
Con la stagione fredda la scelta della capanna è sempre difficile, neve o ghiaccio non ci spaventano di certo, ma avere l’acqua ed il paiolo per la polenta quello sì ………………..
E’ il festeggiato che decide, è la scelta cade sull’ Alpe di Motto, poco a nord della Brogoldone, sotto il Piz di Molinera, con partenza dal parcheggio di Maruso, sarà il terzo nostro passaggio in questo bel rifugetto (mi sento De Luca nell’ imitazione di Crozza) del Patriziato di Claro.
Da Claro si raggiunge la sbarra della strada a pagamento che porta al santuario di Claro o al parcheggio sotto Maruso. Si pagano 10 CHF nella macchinetta posta vicino alla sbarra.
Partiamo alle 08:00, ormai la strada per salire la conosciamo bene, gli zaini sono ben pieni e fa frescolino, anche se pensavamo più freddo.
Si passa Maruso ed inizia il lungo percorso nel bosco che sale all’ Alpe Domas, anche questo un piccolo rifugio, ben attrezzato.
Qui ci sono tre possibilità: la via diretta per salire all’ Alpe di Motto, salendo il prato alle spalle del rifugio, a destra (verso S) si sale alla Brogoldone, mentre in piano verso sinistra (N), ci si dirige all’ Alpe di Forcarid, per poi proseguire fino al rifugio Alpe Peuret e salire al bel lago di Canee.
Visto che sono solo le 09:30 propongo di allungare fino all’ Alpe di Forcarid, sentiero largo e quasi pianeggiante, in meno di mezzora siamo all’ alpe, non ci siamo mai stati, belle baite e molto ben tenute.
Qui ci diviamo, il gruppo cucina imbocca il sentiero (mal segnato sulla cartina, ma ben bollato in loco) che sale all’ Alpe di Motto, mentre un’ altro gruppetto ha programmato di allungare ulteriormente fino al’ alpeggio successivo.
Seguiamo quindi il largo sentiero, che prosegue quasi in piano, nelle zone in ombra e con presenza di acqua, si formano enormi lastroni ghiacciati.
Alle 10:26 raggiungiamo l’Alpe di Gararescio 1783mt, dei due grossi stabili restano poco più che qualche metro di muro perimentrale, c’e’ invece una baitina con il tetto rosso, aperta e abidita al pernottamento dei cacciatori.
Siamo in pieno sole, la vista è stupenda verso il Gaggio, il Madone, il Poncione di Piotta, il Poncione Rosso, il Ricuca, la cima di Negros.
Al sole si sta proprio bene, ci godiamo una ventina di minuti di piacere, poi ritorniamo sui nostri passi, lontano il profilo del costone che ospita l’ alpe di Motto che ci aspetta.
Torniamo quindi all’Alpe Forcarid 1713mt, e da qui prendiamo anche noi il sentierino che sale al nostro “ristorante”.
L’ultimo tratto è molto ripido, ma alle 11:30 (io ultimo come sempre) mi affaccio al costone dell’ Alpe di Motto, dove il camino fuma vistosamente.
All’ esterno trovo “la vedetta che vigila con grande attenzione”, dentro il Barba che ruga la polenta, e Gimmy alla stufa a riscaldare … cosa?
Dimenticavo, non vi ho detto il menù di oggi:
- Antipasto con pane e zola
- Polenta con arrosto di maiale e funghi porcini (sarebbe quasi meglio dire funghi ed arrosto)
- Polenta e zola
- Dolci e spumante
- Caffè e grappette varie
L’ acqua in capanna è ovviamente chiusa, ma a qualche centinaia di metri (verso N, sentiero per Alpe Gargem) si trova una fontana, dove facciamo provvista con secchi di plastica che si trovano in capanna.
Alle 12:00, in perfetto orario lo Chef scodella la polenta nei piatti, mentre il capo-cameriere riempie il resto dei piatto con arrosto e porcini.
Tutto squisito, la polenta grandiosa, e l’arrosto una delizia per il palato, poi con la puccia dei porcini e della panna … splendido.
Oltre a mangiar bene si beve bene … ad accompagnare il tutto vino bianco per l’antipasto (e per l’attesa), poi “Valpolicella Ripasso” (che ne dici Max?), e Refosco dal peduncolo rosso.
Secondo giro di polenta, questa volta con zola, sapientemente sciolto nella delizia gialla, troppo buono.
Siamo satolli, un attimo di tregua prima di passare al dolce, usciamo all’ aperto dove consumiamo un scatola di Maron-Glassè, temperatura spettacolare, e qualcuno si concede una pennica.
Rientriamo per le torte, ovviamente bagnate da un bel prosecco, poi il caffè con ben 3 grappe.
Programmiamo la partenza per le 14:30, e visto che è avanzata una bottiglia di rosso, qualcuno propone un vin-brulé, arrangiato con bucce d’arancia e qualche bacca di ginepro reperita in rifugio.
Va giù bene, è forte e caldo.
Pulizie in capanna (come dice qualcuno l’abbiamo lasciata molto meglio di come l’abbiamo trovata), e pagamento del dovuto utilizzando libro e busta che si trovano in una cassetta di plastica, e la cassa appesa al muro.
La discesa è per la via più veloce e diretta, 15min per scendere all’ Alpe Domas, breve sopralluogo per verificare presenza di stoviglie e pentole (non si sa mai … che ci scappi una ciaspolata-polentata-pizzoccherata o qualsiasi altra invenzione del ns chef), e ritorno a Maruso, qui ci fermiamo quasi una mezzora a goderci panorama ed il sole che lentamente cala dietro il Madone.
Appena sparisce il sole, ci incamminiamo per il parcheggio.
Una passeggiata ed un pranzo da incorniciare, i complimenti ai cuochi ed alla perfetta organizzazione, grande Gimmy, AUGURI !
Qualcuno dirà … eccoli qui con l’ennesima abbuffata, e devo dire che ha assolutamente ragione.
Sapete ormai tutti, o quasi, che i nostri compleanni si festeggiano (anche non proprio alla data precisa) in montagna, e quelli che cadono nelle stagioni più fresche, in una bella e calda capanna dove cuciniamo, pranziamo e beviamo in grande allegria.
Oggi festeggiamo Gimmy (ormai è passato un mese dal compleanno), ma la prima escursione possibile con la presenza di tutti noi, è questa.
Con la stagione fredda la scelta della capanna è sempre difficile, neve o ghiaccio non ci spaventano di certo, ma avere l’acqua ed il paiolo per la polenta quello sì ………………..
E’ il festeggiato che decide, è la scelta cade sull’ Alpe di Motto, poco a nord della Brogoldone, sotto il Piz di Molinera, con partenza dal parcheggio di Maruso, sarà il terzo nostro passaggio in questo bel rifugetto (mi sento De Luca nell’ imitazione di Crozza) del Patriziato di Claro.
Da Claro si raggiunge la sbarra della strada a pagamento che porta al santuario di Claro o al parcheggio sotto Maruso. Si pagano 10 CHF nella macchinetta posta vicino alla sbarra.
Partiamo alle 08:00, ormai la strada per salire la conosciamo bene, gli zaini sono ben pieni e fa frescolino, anche se pensavamo più freddo.
Si passa Maruso ed inizia il lungo percorso nel bosco che sale all’ Alpe Domas, anche questo un piccolo rifugio, ben attrezzato.
Qui ci sono tre possibilità: la via diretta per salire all’ Alpe di Motto, salendo il prato alle spalle del rifugio, a destra (verso S) si sale alla Brogoldone, mentre in piano verso sinistra (N), ci si dirige all’ Alpe di Forcarid, per poi proseguire fino al rifugio Alpe Peuret e salire al bel lago di Canee.
Visto che sono solo le 09:30 propongo di allungare fino all’ Alpe di Forcarid, sentiero largo e quasi pianeggiante, in meno di mezzora siamo all’ alpe, non ci siamo mai stati, belle baite e molto ben tenute.
Qui ci diviamo, il gruppo cucina imbocca il sentiero (mal segnato sulla cartina, ma ben bollato in loco) che sale all’ Alpe di Motto, mentre un’ altro gruppetto ha programmato di allungare ulteriormente fino al’ alpeggio successivo.
Seguiamo quindi il largo sentiero, che prosegue quasi in piano, nelle zone in ombra e con presenza di acqua, si formano enormi lastroni ghiacciati.
Alle 10:26 raggiungiamo l’Alpe di Gararescio 1783mt, dei due grossi stabili restano poco più che qualche metro di muro perimentrale, c’e’ invece una baitina con il tetto rosso, aperta e abidita al pernottamento dei cacciatori.
Siamo in pieno sole, la vista è stupenda verso il Gaggio, il Madone, il Poncione di Piotta, il Poncione Rosso, il Ricuca, la cima di Negros.
Al sole si sta proprio bene, ci godiamo una ventina di minuti di piacere, poi ritorniamo sui nostri passi, lontano il profilo del costone che ospita l’ alpe di Motto che ci aspetta.
Torniamo quindi all’Alpe Forcarid 1713mt, e da qui prendiamo anche noi il sentierino che sale al nostro “ristorante”.
L’ultimo tratto è molto ripido, ma alle 11:30 (io ultimo come sempre) mi affaccio al costone dell’ Alpe di Motto, dove il camino fuma vistosamente.
All’ esterno trovo “la vedetta che vigila con grande attenzione”, dentro il Barba che ruga la polenta, e Gimmy alla stufa a riscaldare … cosa?
Dimenticavo, non vi ho detto il menù di oggi:
L’ acqua in capanna è ovviamente chiusa, ma a qualche centinaia di metri (verso N, sentiero per Alpe Gargem) si trova una fontana, dove facciamo provvista con secchi di plastica che si trovano in capanna.
Alle 12:00, in perfetto orario lo Chef scodella la polenta nei piatti, mentre il capo-cameriere riempie il resto dei piatto con arrosto e porcini.
Tutto squisito, la polenta grandiosa, e l’arrosto una delizia per il palato, poi con la puccia dei porcini e della panna … splendido.
Oltre a mangiar bene si beve bene … ad accompagnare il tutto vino bianco per l’antipasto (e per l’attesa), poi “Valpolicella Ripasso” (che ne dici Max?), e Refosco dal peduncolo rosso.
Secondo giro di polenta, questa volta con zola, sapientemente sciolto nella delizia gialla, troppo buono.
Siamo satolli, un attimo di tregua prima di passare al dolce, usciamo all’ aperto dove consumiamo un scatola di Maron-Glassè, temperatura spettacolare, e qualcuno si concede una pennica.
Rientriamo per le torte, ovviamente bagnate da un bel prosecco, poi il caffè con ben 3 grappe.
Programmiamo la partenza per le 14:30, e visto che è avanzata una bottiglia di rosso, qualcuno propone un vin-brulé, arrangiato con bucce d’arancia e qualche bacca di ginepro reperita in rifugio.
Va giù bene, è forte e caldo.
Pulizie in capanna (come dice qualcuno l’abbiamo lasciata molto meglio di come l’abbiamo trovata), e pagamento del dovuto utilizzando libro e busta che si trovano in una cassetta di plastica, e la cassa appesa al muro.
La discesa è per la via più veloce e diretta, 15min per scendere all’ Alpe Domas, breve sopralluogo per verificare presenza di stoviglie e pentole (non si sa mai … che ci scappi una ciaspolata-polentata-pizzoccherata o qualsiasi altra invenzione del ns chef), e ritorno a Maruso, qui ci fermiamo quasi una mezzora a goderci panorama ed il sole che lentamente cala dietro il Madone.
Appena sparisce il sole, ci incamminiamo per il parcheggio.
Una passeggiata ed un pranzo da incorniciare, i complimenti ai cuochi ed alla perfetta organizzazione, grande Gimmy, AUGURI !