Una gran voglia di tornare su una vetta, dopo le ultime due escursioni “godereccie” dovute al maltempo.
Ma oggi e’ una giornata spettacolare, ed il menu’ odierno prevede di godersi la vista di una bella cima.
Decidiamo per una cima decisamente minore, ma a dispetto della scarsa altitudine si e’ dimostrata una gita di grande soddisfazione.
Siamo saliti allo Scrigno di Pontirone, una cima poco inferiore ai 2000mt che si trova a destra (sinistra orografica) della Val Morobbia, l’ho notata spesso salendo con le ciaspole da Carena, e l’idea di visitarla era in aria da tempo.
Partiamo dalla solita sbarra dopo Carena per il Giumello, ci incamminiamo lungo la strada per 1Km circa, fino al primo tornante, da qui imbocchiamo la “Via del Ferro” direzione Alpe di Pisciarotto e Poltrinone.
Si passa quasi subito su un ponticello di legno che scavalca il torrente che scende dalla Valletta, ed inizia una bella salita in bosco di faggio.
In 01:15 siamo all’ Alpe di Piscarotto, il sentiero la scavalca da sopra, ma noi proseguiamo per vederla da vicino, decisamente in una bella posizione.
Riprendiamo il sentiero, che sale ora molto blandamente, passando boschi di faggio e di abete, boschi bellissimi, me li sogno popolati da bei boletus che spuntano ovunque … peccato che la stagione sia passata.
Ad un certo punto il sentiero si allarga, evidente il lavoro di sistemazione ed allargamento fatto con una piccola ruspa, qui incontriamo il primo ghiaccio, ma non sara’ l’ ultimo.
Aggiriamo da sotto lo Scrigno di Pontirone (le due cime quotate 1858 e 1771), ed entriamo nella Val Maggina e meglio nella Val Merdera (nessun riferimento …).
Siamo al cospetto del Camoghe’, il suo lato Nord, ben innevato, ripido e roccioso, fa veramente impressione da questo versante.
Proseguiamo fino ad intravvedere l’ Alpe di Poltrinone, qui abbandoniamo il sentiero e per prato, cespugli e piante basse, puntiamo in libera verso la bocchetta che si trova tra la cima N e la cima S dello Scrigno.
Ognuno sale a modo suo evitanto erba secca, rocce, cespugliame vario.
Gimmy segue una direttissima, Paolo ed Angelo raggiungono la bocchetta e risalgono la cresta io (Giorgio) seguo il Barba, che raggiunge la cresta verso la meta’.
Arrivo, ultimo come sempre, alle 11:00 in vetta, trovo gli amici a petto nudo, tempo e caldo davvero ottimale.
Il paesaggio e’ notevole, pur essendo una cima piatta, la torre finale si colloca bene nella valle, offrendo una vista notevole dalla Val Morobbia, al S.Jorio, Gesero, Cicogne, Marmontana,Cardinello, alla cresta che dalla Cima Verta porta al Marmontana, e la stessa cresta che dalla bocchetta di Sommafiume scende verso il Garzirola, e verso il Pizzo di Gino.
Lontane ma sempre visibili il Bernina, il Rosa, il Claro e le tante cime della Leventina.
Ci fermiamo per ben 45min, anche perche’ Paolo ha deciso che lo Scrigno di Poltrinone si merita un ometto di vetta piu’ significativo, quello che abbiamo trovato erano non piu’ di quattro pietre sovrapposte.
L’impresa di costruzioni Brown & Barba si muove trasportando blocchi e pietre fino a realizzare un ometto degno del suo nome.
Il nostro giro prevede un anello , salendo al bocchetta di Poltrinone, e scendendo dalla Valletta, ma prima, per pranzo, decidiamo di scendere all’ Alpe di Poltrinone per goderci il pranzo al sole ed in gran tranquillita’.
Scendiamo alla bocchetta e sempre per erba secca e cespugli proseguiamo senza sentiero all’ Alpe, unico rumore oltre alle nostre voci, lo svolazzare di un gallo forcello che fugge al nostro passaggio.
Alle 12:10 ci accomodiamo fuori dall’ alpeggio, purtroppo la fontana e’ chiusa, ma quella della stalla (la stalla si trova poco prima dell’ Alpe), eroga acqua con grande pressione.
Pranzo al sacco di grande relax, tutto e’ veramente troppo bello per voler andar via, ma le giornate sono corte, quindi dopo poco piu’ di un’oretta ci incamminiamo, direzione bocchetta di Poltrinone Q1850, e visto che l’ Alpe si trova a Q1700, sono 150mt di dislivello post-pranzo.
Una penitenza … ma dopo 20min siamo in bocchetta, lo sguardo verso il lato opposto la gelida Valletta.
Il sentiero si divide, un ramo scende verso la Valletta ed uno prosegue sulla cresta verso il Motto di Leven Q2023 e poi il Mottone della Tappa o Cima della Valletta Q2130, confine italo-svizzero.
Noi scendiamo come da programma, si perde rapidamente quota, sentiero poco marcato ma visibile, che diventa ben presto una pista di ghiaccio ….
Neve e ghiaccio per oltre mezz’ora di discesa niente di esposto o pericoloso, ma il rischio scivolone e’ elevato, quindi si procede con la massima attenzione.
Raggiunto il fondo valle, Alpe Valletta, troviamo il tornante della strada che sale al Giumello, Q1259, e proseguiamo in discesa lungo la strada per circa 1km, all’ altezza di una palina (di fronte in salita c’e’ la ricostruzione della fascina per la carbonella) tagliamo per sentiero il tornante, ritrovandoci alla palina di partenza della mattina, da qui al parcheggio.
E’ una escursione che merita, sicuramente il ritorno dalla Valletta e’ da evitare con piu’ ghiaccio o neve (zona sicuramente soggetta a slavine), ma nulla vieta di rifare il percorso a ritroso.
Una gran voglia di tornare su una vetta, dopo le ultime due escursioni “godereccie” dovute al maltempo.
Ma oggi e’ una giornata spettacolare, ed il menu’ odierno prevede di godersi la vista di una bella cima.
Decidiamo per una cima decisamente minore, ma a dispetto della scarsa altitudine si e’ dimostrata una gita di grande soddisfazione.
Siamo saliti allo Scrigno di Pontirone, una cima poco inferiore ai 2000mt che si trova a destra (sinistra orografica) della Val Morobbia, l’ho notata spesso salendo con le ciaspole da Carena, e l’idea di visitarla era in aria da tempo.
Partiamo dalla solita sbarra dopo Carena per il Giumello, ci incamminiamo lungo la strada per 1Km circa, fino al primo tornante, da qui imbocchiamo la “Via del Ferro” direzione Alpe di Pisciarotto e Poltrinone.
Si passa quasi subito su un ponticello di legno che scavalca il torrente che scende dalla Valletta, ed inizia una bella salita in bosco di faggio.
In 01:15 siamo all’ Alpe di Piscarotto, il sentiero la scavalca da sopra, ma noi proseguiamo per vederla da vicino, decisamente in una bella posizione.
Riprendiamo il sentiero, che sale ora molto blandamente, passando boschi di faggio e di abete, boschi bellissimi, me li sogno popolati da bei boletus che spuntano ovunque … peccato che la stagione sia passata.
Ad un certo punto il sentiero si allarga, evidente il lavoro di sistemazione ed allargamento fatto con una piccola ruspa, qui incontriamo il primo ghiaccio, ma non sara’ l’ ultimo.
Aggiriamo da sotto lo Scrigno di Pontirone (le due cime quotate 1858 e 1771), ed entriamo nella Val Maggina e meglio nella Val Merdera (nessun riferimento …).
Siamo al cospetto del Camoghe’, il suo lato Nord, ben innevato, ripido e roccioso, fa veramente impressione da questo versante.
Proseguiamo fino ad intravvedere l’ Alpe di Poltrinone, qui abbandoniamo il sentiero e per prato, cespugli e piante basse, puntiamo in libera verso la bocchetta che si trova tra la cima N e la cima S dello Scrigno.
Ognuno sale a modo suo evitanto erba secca, rocce, cespugliame vario.
Gimmy segue una direttissima, Paolo ed Angelo raggiungono la bocchetta e risalgono la cresta io (Giorgio) seguo il Barba, che raggiunge la cresta verso la meta’.
Arrivo, ultimo come sempre, alle 11:00 in vetta, trovo gli amici a petto nudo, tempo e caldo davvero ottimale.
Il paesaggio e’ notevole, pur essendo una cima piatta, la torre finale si colloca bene nella valle, offrendo una vista notevole dalla Val Morobbia, al S.Jorio, Gesero, Cicogne, Marmontana,Cardinello, alla cresta che dalla Cima Verta porta al Marmontana, e la stessa cresta che dalla bocchetta di Sommafiume scende verso il Garzirola, e verso il Pizzo di Gino.
Lontane ma sempre visibili il Bernina, il Rosa, il Claro e le tante cime della Leventina.
Ci fermiamo per ben 45min, anche perche’ Paolo ha deciso che lo Scrigno di Poltrinone si merita un ometto di vetta piu’ significativo, quello che abbiamo trovato erano non piu’ di quattro pietre sovrapposte.
L’impresa di costruzioni Brown & Barba si muove trasportando blocchi e pietre fino a realizzare un ometto degno del suo nome.
Il nostro giro prevede un anello , salendo al bocchetta di Poltrinone, e scendendo dalla Valletta, ma prima, per pranzo, decidiamo di scendere all’ Alpe di Poltrinone per goderci il pranzo al sole ed in gran tranquillita’.
Scendiamo alla bocchetta e sempre per erba secca e cespugli proseguiamo senza sentiero all’ Alpe, unico rumore oltre alle nostre voci, lo svolazzare di un gallo forcello che fugge al nostro passaggio.
Alle 12:10 ci accomodiamo fuori dall’ alpeggio, purtroppo la fontana e’ chiusa, ma quella della stalla (la stalla si trova poco prima dell’ Alpe), eroga acqua con grande pressione.
Pranzo al sacco di grande relax, tutto e’ veramente troppo bello per voler andar via, ma le giornate sono corte, quindi dopo poco piu’ di un’oretta ci incamminiamo, direzione bocchetta di Poltrinone Q1850, e visto che l’ Alpe si trova a Q1700, sono 150mt di dislivello post-pranzo.
Una penitenza … ma dopo 20min siamo in bocchetta, lo sguardo verso il lato opposto la gelida Valletta.
Il sentiero si divide, un ramo scende verso la Valletta ed uno prosegue sulla cresta verso il Motto di Leven Q2023 e poi il Mottone della Tappa o Cima della Valletta Q2130, confine italo-svizzero.
Noi scendiamo come da programma, si perde rapidamente quota, sentiero poco marcato ma visibile, che diventa ben presto una pista di ghiaccio ….
Neve e ghiaccio per oltre mezz’ora di discesa niente di esposto o pericoloso, ma il rischio scivolone e’ elevato, quindi si procede con la massima attenzione.
Raggiunto il fondo valle, Alpe Valletta, troviamo il tornante della strada che sale al Giumello, Q1259, e proseguiamo in discesa lungo la strada per circa 1km, all’ altezza di una palina (di fronte in salita c’e’ la ricostruzione della fascina per la carbonella) tagliamo per sentiero il tornante, ritrovandoci alla palina di partenza della mattina, da qui al parcheggio.
E’ una escursione che merita, sicuramente il ritorno dalla Valletta e’ da evitare con piu’ ghiaccio o neve (zona sicuramente soggetta a slavine), ma nulla vieta di rifare il percorso a ritroso.