Cima della Bianca 2893mt
C’era dell’ amaro in bocca … e l’amaro si cancella sono con qualcosa di dolce … di molto dolce.
Volevamo soddisfazione, e quando vuoi tanta soddisfazione e mettere una grande pietra sopra alla delusione passata, devi trovare qualcosa di forte, una cima poco frequentata (a noi piace il wild), ed impegnativa (parlo sempre delle nostre possibilita’).
Ecco spuntare un vecchio nome, una delle cime nella lunga lista nel cassetto, la Cima della Bianca 2893mt nella valle di Blenio, che ormai ben conosciamo.
L’ abbiamo vista dal Pizzo del Corvo e dall’ immancabile Scopi, bella, isolata e selvaggia, e pur essendo piu’ bassa del vicino Pizzo del Corvo di oltre un centinaio di metri, e’ decisamente piu’ affascinante, piu’ CIMA …
Devo fare una premessa importante, la cima NON la si vede da Olivone, ne’ da Pradasca o dalla Bovarina, quella che si vede e’ una doppia gobba bianca, spesso e’ confusa con l’ anticima quotata 2848, che invece e’ ben visibile dal lago Retico.
La cima vera e propria la scopri solo all’ ultimo, come un pacchetto regalo ben incartato, spostata piu’ a nord di tutte le sue cimette attorno, e sovrasta con pareti a picco due ghiacciai: quello della Bianca a NO, ed il Glatscher dallas Tuors, verso la Val Cristallina e la Val Uffiern.
Partiamo alle 07:45 dal parcheggio sotto l’ Alpe Pradasca Q1718, ci sono parecchie vetture, probabilmente molti di loro in capanna Bovarina.
Con questo caldo, partiamo prima dei nostri soliti orari, anche per evitare il gran caldo.
Alle 08:10 siamo in capanna, qualcuno e’ gia’ sveglio e qualcuno e’ al lavoro a servire e preparare, ci fermiamo pochi minuti, il tempo di cambiarsi in corto, e rifornimento di acqua.
Ora prendiamo il sentiero verso N, verso la Gana Negra, saliamo fino al bivio Q1945, dove a destra si sale su carrareccia per l’ Alpe di Redich.
Nella palina che indica anche la Gana Negra, c’e’ un cartello nuovo in legno, che indica, sempre nella direzione Alpe di Redich, il Pizzo del Corvo 3015mt.
E’ la nuova, nuovissima, bollatura proprio per il Pizzo del Corvo, complimenti a chi ha fatto questa marcatura, un gran lavoro.
Poco prima dell’ Alpe di Redich, la bollatura ci indica un sentiero poco visibile nella vegetazione, ma sono state poste molte paline bianco-rosso-bianco che rendono evidnete il cammino.
Chi e’ stato al Pizzo del Corvo in passato, sa bene che si saliva in libera su prati ripidi, costeggiano la Val d’ Inferno (nome che mette quasi paura, ma e’ la valle che costeggia la costiera della Cima della Bianca), fino Q2470 circa, dove si proseguiva fino al Passo Casatcha (solo una postazione militare) o si iniziava la lunga costa nera lunare del Pizzo del Corvo.
Con le paline ben posizionate lungo un vecchio e poco visibile sentiero per il pass da Casatscha, e’ tutto piu’ facile, ma resta ben ripido, poco meno di 500mt belli intensi …
Arrivati al punto in cui inizia la cresta del Corvo, attraversiamo la Valle dell’ inferno, ormai molto stretta ma ben piena di neve, dove facciamo una breve pausa merenda.
Ora inizia una vera salitona, tutta in libera e senza alcuna indicazione.
Ognuno si trova il passaggio come preferisce, tra roccia liscia, scisti, ciottolato ed erba, sempre molto-molto ripido.
Solo un riferimento, da sotto non si vede nessuna cima ma solo il costone che ci sovrasta, si sale un po’ in diagonale, verso E, quindi verso il lago retico.
Quattrocento e rotti metri di wild, attorno i 2700mt si possono fare due scelte:
tenersi ancora verso Est, puntando a due cime di roccia e sassi bianchi, ma puntando quella piu’ a sinistra della due, quella a destra e’ una cima quotata 2848 che si vede anche dal parcheggio Pradasca, e che noi, anche per il colore biancastro, abbiamo pensato fosse la cima della Bianca.
le rocce piu’ a sinistra (Ovest) sono invece nera-grigistre, le scisti del Corvo. Si puo’ salire anche da questa parte e seguire la cresta (saliscendi) verso NE
Se posso consigliare, per la prima visita (ricordate il discorso sul pacchetto da aprire all’ultimo momento?), la prima e’ quella di maggior soddisfazione, arrivati a circa 2800mt, c’e’ una conca, una lunga valletta con molta neve ancora, ed in fondo … una sorpresa: la cresta nera che arriva da sinistra si fonde con una linea quasi netta con la roccia bianca, con un bel confine chiaro-scuro.
La cima e’ la punta piu’ in fondo (quella Bianca come il suo nome), ad un centinaio di metri di dislivello, segnalata da un grande omone di vetta.
Arrivo in vetta alle 11:36 dove gli amici mi aspettano, ma tira un vento gelido, ci copriamo subito.
La vista e’ magnifica, verso N strapiombi rocciosi che scivolano verso ghiacciai anche piu’ grandi di quelli dello Scopi, verso N la Valle Uffiern, con le sue grandi cime Piz Cristallina, Piz Uffiern, Cima di Camadra.
Verso O lo Scopi e la sua cresta nera verso il Corvo, di fronte a noi la bella crestona dal Pizzo di Cadreigh al Rossetto (consigliatissima), in basso come ho gia’ detto non si vede il parcheggio, l’alpe Pradasca o la Bovarina, solo la valle di Blenio ma nella parte piu’ bassa, verso E non si vede il lago Retico perche’ nascosto dalle due gobbe bianche di cui vi parlavo prima.
Foto e poi scendiamo rapidi nella valletta sottostante, il vento e’ gelido e non e’ bello pranzare in queste situazioni.
Scendiamo fino a 2800mt, per trovare riparo dietro alcune rocce, proprio a ridosso del nevaio (secondo me permanente) che riempie questa valletta.
Alle 13:10 prendiamo la via del ritorno, ma dato che a noi piace l’ avventura, scendiamo verso il lago Retico.
Il Brenna dice EE con passaggi di I, noi per no tornare sulla cima Q2848, contorniamo in basso le due gobbe, su terriccio, pietraia, ma molto ripido e spesso esposto … un po’ adrenalinico.
Tenendosi vicino al filo della roccia (a parte qualche nevaietto da aggirare), scendiamo fino ad una sella, che si trova a Q2673, dove proseguiamo ma troviamo questa via sotto la cresta troppo pericolosa, quindi torniamo indietro un po’ e prendiamo definitivamente la cresta.
Qui si cammina su grandi pietre, quasi mai troppo esposto, solo qualche passaggio, di certo le mani aiutano a sollevarsi e scendere grandi pietre.
Ci ricompattiamo a Q2679, ad un grande omone di sasso che indica l’inizio della cresta della Cima della Bianca, e scende su prato al lago Retico.
Ora il percorso e’ evidente e mai pericoloso, in una pietraia incontriamo anche un ermellino che si ferma incuriosito a guardarci, stupendi questi incontri !
Niente foto, e’ troppo veloce, ma nel computo degli incontri ben 3 aquile ed un topolino, che mentre salivo ginocchia in bocca verso la cima, poco sopra la valle dell’inferno, si e’ fermato molto vicino a guardarmi, chissa’ cosa avra’ pensato?
Scesi quasi al Lago Retico, che abbiamo ammirato dall’ alto, deviamo a prendere il sentiero a zig-zag che scende alla Bovarina.
Nel punto in cui si attraverso il torrente che scende dalla valle dell’inferno ed i suoi tanti affluenti, ci fermiamo a fare un gradito pediluvio, ma che gelo …
In Bovarina, ci concediamo la pausa per un bel boccale di birra, ce la siamo meritata, e’ anche l’ occasione per salutarci per le ferie, nelle prossime 3 settimane, i Girovagando sono con le famiglie, quindi solo qualche sporadica uscita di pochi elementi, il gruppo si ritrovera’ verso la fine di Agosto.
Scendendo ci togliamo una curiosita’ … poco sotto la baita prima della capanna, c’e’ un sentierino con un cartello minaccioso “Sentiero Pericoloso” …
Ora c’e’ addirittura un nastro bianco-rosso per sbarrarlo, ma di recente ho visto in alcune foto questo famelico sentiero e decidiamo di provarlo.
E’ ripidissimo, con scalini in legno e brevi tratti con catene, ma scende verticalmente sopra la presa d’acqua vicino al nuovo ponte del sentiero ufficiale, in breve siamo al parcheggio.
La degna conclusione per questo mese, una grande rivincita, e tanta soddisfazione.
NOTA BENE:
NON seguite la nostra traccia di discesa, la classificherei ben oltre il T4, con seri rischi di sicurezza. Se proprio volete il giro ad anello scendete dal lato opposto, quindi in Val Fain e tornate alla sella del Piz Alv per scendere lungo il sentiero che abbiamo percorso in salita.