Tentativo Bassa Cognora Q2230 e ritorno
Se avete letto la prima puntata, sapete già che siamo a dormire nel notissimo e frequentatissimo rifugetto Cantina Vecchia, nella altrettanto conosciuta Valle d’ Usedi.
Questa mattina puntiamo ad una bella vetta, una vetta che domina la valle d’ Usedi, ben visibile dall’ autostrada che sale al Gottardo, con pareti austere e severe su questo lato, ma decisamente più accessibile sul lato opposto, in Val Vergones, laterale della Verzasca, dove si trova la via normale che sale dalla capanna Cognora.
Dopo aver letto le varie relazioni, la bibbia del Brenna, e nonostante la mancanza di sentieri marcati (solo parziali), decidiamo che salire dalla valle d’Usedi, scavallando alla Bassa della Cognora (indicata EE dal Brenna), e scendendo perdendo quota il meno possibile a prendere il sentiero bianco-blu-bianco che sale al Pizzo di Mezzodì dalla Cognora.
Dal rifugio si vede benissimo la croce del Pizzo di Mezzogiorno, ma sotto pareti verticali e severe da incutere rispetto se non paura.
Sveglia alle 05:30, colazione e poco prima delle 06:30 siamo in cammino.
C’e’ una vaga-vaga traccia di sentiero che risale sul retro della capanna, e porta alla bella conca della Lagasca.
Nella conca acquitrinosa scorrono vari ruscelli, bisogna fare un giro largo per passarli, e risalire in libera verso nord su pietraia e prato.
In alto su quel lato c’e’ un vecchio sentiero, un tempo sicuramente segnato sulla CNS, ora in disuso o poco-poco frequentato.
Dal rifugio si sale per 50mt circa per la conca, poi 150mt per il sentiero che passa sotto il Poncione di Croara ed il Poncione di Fopa.
La Bassa della Cognora sembra subito difficile da salire, è una bastionata rocciosa unica e non siamo di certo arrampicatori … ma se il Brenna dice che è EE, ed i locali ci salgono con i figli … la via ci deve essere.
Il sentiero dai 2000mt segue abbastanza in piano per passare sopra delle pareti rocciose a strapiombo sopra la conca, la località si chiama proprio Pareti.
Bolli radi, ed all’ altezza di un grande masso con un bollo il primo errore, non notiamo che il sentiero scende verso sinistra e noi proseguiamo diritti, perdendo quasiasi riferimento, se non la traccia gps disegnata sul pochi spezzoni di sentiero della CNS.
Ci dividiamo in due gruppi uno troppo alto, uno più in bassso, ma ci ritroviamo davanti ad un prima canaletto, a Q2200.
E’ umido e scivoloso, un salto di 7-8mt liscio, salire forse … ma chi scende di lì?
Discussioni su discussioni, proviamo più avanti.
Scendiamo e proseguiamo costeggiando pareti rocciose, qualche lingua di neve.
Aggirato questo torrione, risaliamo il fianco, niente bolli, e peggio di tutto due scoli da oltrepassare, con il terreno che smuove sassi di ogni dimensione.
Distanziati per evitare di farci rotolare “bocci” addosso, raggiungiamo un secondo canalino, anche questo di scolo, che sembra portare su fino alla bocchetta … ma … ripidissimo, completamente instabile (1 passo avanti, 3 indietro) e con neve marcia.
Il nostro scoiattolo Paolo va in avanscoperta, è talmente alto il rischio dei sassi smossi, che saliremo solo se è la via giusta, ma Paolo ci comunica che forse ci si arriva, ma a scendere sarebbero … amari, ma molto amari.
Con saggezza, e tanto rammarico, alle 09:20 decidiamo di desistere, ma dove cavolo salgono i locali con i figli, dove si torva questa via EE descritta dal Brenna?
Possiamo saltare il pranzo luculliano previsto, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo ancora 1080mt di discesa e 5Km dal rifugio, con gli zaini un po’ più vuoti, ma non troppo … considerata la spazzatura.
Paolo parla poco, scendendo si è reso conto che non era cosa per noi …, al Barba gli girano …, ma tutti siamo consapevoli che se siamo qui a scrivere tutti, è perché qualche volta la ragione prevale sui sentimenti ed i desideri.
Discesa silenziosa, e scendendo troviamo le marcature di bolli solo rossi nella pietraia fino al grande sasso dove c’era il vecchio bollo bianco-rosso-bianco, il primo errore dell’ andata, ci avrebbe aiutato a non perdere tempo con il primo canalino, ma poi ? Eppure una spiegazione ci DEVE essere, e questo ci tormenta.
Alle 10:40 siamo al rifugio, come si sul dire con la coda in mezzo alle gambe, ma … la coda c’è.
Prime pulizie al rifugio, altra doccia (fredda questa volta, ma molto corroborante) e preparazione del pranzo come da programma:
aperitivo con formaggio, salame, sottaceti, vino bianco e rosso, poi risotto con luganega (il solito grande Barba-Chef), salsiccia in padella con pane o polenta.
Torta, caffè, grappa e sviluppin, consumiamo quasi tutto di quello che abbiamo portato, meglio viaggiare leggeri …
Pulizie finali al piano notte, quindi al piano giorno, pagamento da lasciare in una busta nella cassa in rifugio, riempiamo le borracce, carico degli zaini sempre pesanti, anche per 4 sacchetti pieni di spazzatura da portare a casa.
Alle 14:10 partiamo per il lungo ritorno, caldo tremendo.
Scendiamo comunque veloci, ora il sentiero e le insidie le conosciamo bene.
Alle 15:25 siamo a Garnei, ed i locali che abbiamo incontrato il giorno prima ci chiedono, inutile mentire.
Come ovvio ci dicono che abbiamo sbagliato tutto, molto vicino a dove abbiamo rinunciato (e quindi ci siamo passati davanti sia all’ andata che al ritorno), c’e’ una cengetta nella roccia con un intaglio dove ci stanno giusti gli scarponi, la cengia sale in diagonale, esposta verso valle, ma la fanno anche i bambini di 10 anni …
Ma sta cengia chi l’ ha vista? Perché non c’e’ un bollo, una freccia …
Se era un sentiero ufficiale sulla CNS che collegava le due valli, doveva vedersi un po’ di più …
Lasciamo gli zaini al lavatoio+fontana di Garnei sopra la chiesa e ci portano verso sud per farci vedere con il binocolo dove si doveva salire.
Visto da qui NON è evidente, ma visto da su … ancora meno.
Alle 15:48 ripartiamo, scendiamo verso Grumo, ri-incontriamo il Gigia, anche lui ci prende in giro perché non abbiamo trovato il passaggio …
Alle 16:50 al parcheggio, a Grumo ci sono 33°, e pensare che abbiamo dormito con la tuta da ginnastica, il camino acceso, e qualcuno anche con le coperte.
A casa sarà ancora peggio …
E’ l’epilogo di una due giorni intensa, la prima dove abbiamo goduto di 2 giorni di gran bel tempo, un peccato per la cima, ma … può aspettare, magari dal lato Vergones … o chissà.