Pizzo Ricuca 2279mt
All’ inizio della scorsa settimana mando la solita email al gruppo, ma questa volta aggiungo “e’ arrivato il momento di alzare il tiro” … (Giorgio)
Cosa significa? Ho deciso di sfidarmi e di puntare un gradino oltre delle mie capacita’ di fiato, che … si traduce in dislivello.
E quando si decide per una sfida, beh deve valerne la pena, e per questo mio “pressure test” ho scelto qualcosa a cui ambivo da tempo: il Pizzo Ricuca.
Non e’ di certo una cima facile, lo dimostrano i pochi passaggi su Hikr (e … che passaggi), tutte queste vallette sono mooolto selvagge, pochissimo frequentate, spesso i sentieri sono fagocitati dalla natura.
Tanto per inquadrare il percorso, si puo’ salire sia da sud (dalla Val d’Iragna), partendo da Pon di Sopra come abbiamo fatto noi, che da nord (Val d’Ambra), dalla diga.
Nel percorso da sud, si parcheggia a 950mt (strada a pagamento), si percorrono 900mt scendendo di quota fino a 890mt (Ponte Paghei) attraversando su un bel ponte di ferro il riale d’Iragna, salita fino a Pianazzora su sentiero (o simili), dai 1850mt di Peronch fino alla vetta in totale assenza di segnaletica, quindi molto ripido e molto wild.
Morale 4km di percorso per salire oltre 1400mt di dislivello ….
Per permettermi di vincere questa sfida, levataccia … alle 06:30 siamo a Lodrino, a cercare il garage dei Pompieri di Lodrino dove e’ situata la macchinetta per pagare il pedaggio, vi evito la fatica, vi aggiungo una foto ed il link su googlemaps.
Pagato 10CHF (max moneta da 2CHF), saliamo a Pon di Sopra, ed alle 07:10 ci incamminiamo sul sentierino che si inoltra in piano nella Val d’Iragna.
Raggiungiamo un bivio e scendiamo al ponte sul riale, e’ la minima altitudine di oggi.
Ora inizia una salita ripida ed impegnativa, tra bosco, roccioni da superare, cengette, e vari tratti attrezzati con funi d’acciaio.
Le pendenze sono importanti, e spesso il sentiero e’ esposto verso valle.
E’ un gran lavoro di gambe e ginocchia, sembra di fare una serie lunga di scale con gradini molto alti.
Finisce il ripido entriamo in un bel bosco di larici, stupendo ed il sentiero si allarga, c’e’ una bella pozza con acqua, ancora pochi passi e siamo a Rogliei Q1458.
Ci intratteniamo con il simpatico e gentilissimo Giovanni, ha una meravigliosa baita, ci da qualche consiglio per salire al Ricuca.
Si prosegue sempre su sentiero, raggiungendo prima un punto panoramico a Q1676, poi nella piana erbosa alta dell’ Alpe di Pianazzora (che non vediamo).
Siamo in due gruppetti di tre, io con ben due badanti oggi (Barba e Gimmy).
Sbagliamo sentiero, camminiamo per cinque minuti verso N ingannati dalla presenza di un ometto e di bolli rossi qua e la’.
Torniamo indietro (ma scopriremo al ritorno, era il percorso migliore).
Noi abbiamo seguito la traccia e le ottime indicazioni di Varoza, quindi ritornati a Pianazzora, prendiamo il sentierino per l’ Alpe Matro Colmo, sempre piu’ wild … e bello esposto verso valle.
A Q1880, troviamo un grosso ometto di sassi, abbandoniamo il sentiero per una ravanata di oltre 100mt di dislivello tra pietre cespugli e larici, moolto wild.
Sbuchiamo in una grande pietraia, la cima nord e’ ben visibile, non c’e’ percorso quindi ognuno sale il ripido pendio a modo suo.
Il primo gruppetto e’ gia’ in cresta, noi tre decidiamo di tagliare in diagonale su erba e pietre fino ad un avvallamento sulla cresta SE, portandoci sotto il grande omone di sassi.
E’ ripido e l’erba non aiuta, meglio le pietre, comunque alle 11:47 raggiungo Gimmy alla cima nord 2273mt.
Posso solo dirvi che sono raggiante di felicita’, la mia sfida e’ vinta e non sono scoppiato.
Il mio fidato badante Gimmy si congratula e subito mi dice “1200, oltre 1400 …, la prossima Poncione d’Alnasca?”
Maledetto lui … sa che quello e’ uno dei miei piu’ grandi desideri !
Sorrido ….
Dopo aver ammirato il panorama, ci spostiamo di circa 200mt verso “la finestra bianca”, non conosco il perche’ di questa curiosita’, ma al Ricuca non c’e’ croce (contento Amedeo ?) ma una grossa finestra bianca.
Ci fermiamo a pranzare, purtroppo e’ il momento peggiore della giornata come meteo, nuvoloni neri incombono, un’ aria fresca ci obbliga a vestirci bene e metterci sottovento per pranzare.
Tutto fila benissimo, pranzo al sacco, grappetta, svilupin.
Arriva un gruppetto (forse una ventina) di capre, capitanate da un fiero becco.
Ci girano attorno, leccandoci le gambe ed al Barba perfino la testa.
Visto il vento accorciamo la permanenza, foto di rito, anche … alla finestra poi giu’.
Con l’intendo di evitare la mostruosa ravanata nei cespugli, puntiamo alla radura pratosa di Peronch, e scendendo troviamo una serie di bolli circolari di vernice rossa. Ci viene in mente che il tratto di sentiero che abbiamo sbagliato portava gli stessi bolli, quindi proviamo a seguirli.
Arrivati a Peronch, i bolli svaniscono, seguiamo tracce di sentiero senza bolli, quasi certamente sentieri di animali.
L’intento e’ di aggirare il cuccuzzolo di Peronch e ritrovare il sentiero fatto erroneamente questa mattina.
Il tutto non e’ evidente, ma con un po’ di senso di orientamento non troveremo il sentiero ma ritorniamo a Pianazzora, dove scendiamo ora su sentiero.
Fermata di 10min al punto panoramico verso il sud della valle (verso Bellinzona), poi discesa rapida fino a Rogliei dove ci fermiamo per oltre 20 minuti a chiaccherare con Giovanni, ci ha seguiti con il binocolo mentre salivamo, e con grande cortesia ci offre della birra fresca, non vogliamo approfittare, ma la sua gentilezza e’ tanta, e la nostra sete anche …
Lo salutiamo, ed iniziamo la parte piu’ dura .. la discesa fino al punto piu’ basso, passando roccioni, cenge e quant’altro.
La pendenza e’ da spacca-ginocchia, io fortunatamente non e soffro, piuttosto il caldo umido mi massacra.
Al ponte mi sento quasi arrivato, ma so bene che mi tocca una ultima salita.
Arrivo staccato al parcheggio, ma pieno di soddisfazione, non sapevo questa mattina se sarei tornato sconfitto o vincitore …