Cima di Nomnom 2633mt
Era ora, oggi giornata di sole fantastica, caldo, nonostante sia il 19 ottobre, cielo terso, uno spettacolo, cosi’ recitano le previsioni meteo, ma salendo in Mesolcina, meta dell’escursione odierna, le nuvole sono presenti, tante e basse, ma…non doveva essere bello?
Non demordiamo e fiduciosi restiamo fedeli alla meta, cima di Nomnom, nome curioso, dove si trova di preciso?
Si trova a cavallo tra la Mesolcina e la Calanca, Giorgio ha preso spunto per questa escursione dalla relazione di Siso, un amico della comunita’ italiana di Hikr.org sito web di appassionati di montagna,
La partenza e’ fissata dall’ Alp de Bec, sita a quota 1515mt, il parcheggio si trova poco prima, ci arriviamo alle 8:15, siamo in ombra e fa piuttosto freschino, guanti e berretto, siamo presenti in five, io, Giorgio, Barba, Gimmy e Brown, saliamo discretamente spediti, sappiamo che il percorso e’ abbastanza breve (4.6Km) ma oltre 1100mt di dislivello, in poco piu’ di mezz’ora siamo all’ Alp de Bec Sura, le nubi restano persistenti per cui non si vede nulla, neppure il passo di Buffalora, che e’ sulla nostra direzione, ma e’ a questo punto che si aprono i cieli, nel vero senso della parola, buchiamo infatti, come si dice in gergo, le nubi, e passiamo dal grigiore al cielo azzurro e splendente che ci era stato promesso dal meteo, veramente spettacolare…!!!
Breve pausa merenda per goderci questo fenomeno, poi iniziamo il ripido tratto che porta al passo di Buffalora a 2261mt, punto di attraversamento tra Mesolcina e Calanca, al pass de Buffalora si abbandona il sentiero, sempre perfettamente bollato e si sale dirittamente sulla cresta, quindi attenzione a non prendere l’ alta via, ma la cresta alla sinistra salendo al passo.
Quasi quattrocento metri di pura e dura salita, ma spettacolare da percorrere in una giornata cosi’ tersa, limpida e calda, non e’ cmq una salita facile, alcuni tratti rimasti per ora in ombra sono gelati, si scivola e necessita molta attenzione per non cadere, ci sono ometti e tracce per cui impossible perdersi, il gruppo si snoda ed ognuno sale al proprio passo, ci vediamo anche se siamo distanziati uno dall altro, primis lo stambecco Paolo.
Come riferimento un ometto di sassi che si trova sulla cresta, da quel punti si continua sul file fino alla vetta.
Dopo 30-40 minuti di salita siamo tutti in cima, spettacolare, ci mettiamo a petto nudo…..temperatura da spiaggia ai Caraibi, ma qui siamo a quota metri 2633 slm. siamo sulla Cima di Nomnom,
Ci concediamo per 1 ora e 15 minutes, come dice il tablet di Brown, chiacchiere, panini, caffe’ e correzioni, poi foto, firma libro di vetta e scherzi, tanti, nemmeno nei momenti intimi puoi stare tranquillo, qualcuno stile…chi l’ha visto…ti disturba e immortala quando meno te l’aspetti.
Ripida, ma tranquilla discesa fino al passo, dal qui scendiamo verso il basso, ma ci fermiamo ancora ad oziare per una ventina di minuti sopra delle pietre piatte, con il sole caldo che ci scalda, restiamo cosi’ sino a quando non tramonta dietro le montagne piu’ alte, ci godiamo ogni istante di questa giornata, ritorna l’ombra ed il fresco, cosi’ riprendiamo la via del ritorno.
Alle 15:40 siamo al parcheggio, tempo di cambiarsi, un ultimo sguardo alla conquista di oggi, e via ritorno a casa, gran bella giornatona sotto tutti i punti di vista, gran bella montagnata, giornate cosi’ sono da gustare fino in fondo, da conservare nella nostra memoria, tenere ben ancorate ai nostri ricordi, quando saremo anziani, se ci arriveremo me lo auguro, potremo dire a noi stessi…osti…oggi io c’ero, la vita ci sembra lunga ma e’ sempre troppo breve, il nostro e’ un cammino terreno che ci crediamo o no, che crediamo in qualcuno o qualcosa oppure no, ma sempre un breve cammino e’…..meditate gente mediate…..ciao
Egisto Corradi (Parma, 1914 – Milano, 1990) e’ stato un giornalista, scrittore e militare italiano.
Egisto Corradi e’ stato anche sottotenente degli alpini, decorato di medaglia d’argento al Valor militare. Reduce dalla campagna di Grecia, quale componente della Brigata Alpina Julia – insieme alla Cuneense e alla Tridentina parte dell’ARMIR che costituiva il Corpo di Spedizione Italiano in Russia – partecipo’ durante la seconda guerra mondiale alla campagna di Russia.
Narro’ nel saggio storico autobiografico La ritirata di Russia (pubblicato da Longanesi nel 1964, quindi una ventina di anni dopo lo svolgersi degli eventi) il ritiro dei soldati italiani nel gennaio 1943 dalla gelida steppa sovietica nel disperato tentativo di uscire dalla sacca in cui l’esercito di Stalin li aveva rinchiusi.