Capanna Cadlimo 2570mt
Previsioni per il fine settimana “poco incoraggianti, per l’uscita do oggi 5 ottobre 2014 cerchiamo dove prendere meno acqua decidiamo per il Lucomagno dove si prospetta un po’ di sole, ma dopo Bellinzon, prima sorpresa, piove e piove bene, ma proseguiamo fiduciosi.
Arriviamo poco dopo le 08:00 all’ Ospizio e parcheggiamo, e’ nuvolo, ma non piove e ci sono 5 gradi Celsius, oggi siamo al completo del gruppo, io, Giorgio, Paolo, Gimmy, Barba e Angelo, ci incamminiamo per i quasi 2km di sterrato lungo il lago, arriviamo al bivio dove finisce la strada, la palina con le indicazioni, segna Capanna Cadlimo 2h55m, non male.
Iniziamo la salita per la Val Cadlimo, subito una bella salita, un bel dislivello, giungiamo quindi in Val Cadlimo dove costeggiamo il Reno dei Medel, non si arriva mai, tutta in piano, ma lunga, davvero lunga.
Ci concediamo una breve pausa alla diga, con il laghetto di Stabbio Nuovo a Q2230, quindi proseguiamo passando dall’ Alpe di Stabbio Nuovo a Q2250, dal lago d’ Isra, verso la capanna si intravvede anche il lago Scuro, con il sentiero che sale dalla diga del Ritom.
Sono le 12.10 quando giungiamo alla capanna sita a quota metri 2570 slm., l’ idea iniziale era salire al Pizzo Taneda, ma le nuvole sono molto basse, non si vede un davvero ad un palmo di naso, inutile salire e anche in considerazione dell’orario ed i quasi 10km percorsi abbiamo fame
Siamo alla bella capanna, dove facciamo conoscenza con i rifugisti, ci sediamo all’ interno e consumiamo i nostri panini, ci concediamo una bella birrozza alla spina, e dopo le libagioni stappiamo un bel prosecco che bagna lo strudel portato da Giorgio per festeggiare il suo compleanno con noi che non eravamo presenti la settimana precedente (Roberto, Barba ed Angelo).
Ci siamo rilassati, abbiamo pranzato, “cazzeggiato” , chiacchierato, ci attende il lungo percorso fatto all’andata da percorrere a ritroso, per cui alle 13:45 ci incamminiamo, nel frattempo fuori piove, indossiamo le mantelle, foto ricordo scattata dalla simpatica rifugista Tea e via in discesa rapidi.
Ripercorriamo tutto il percorso della mattina, facciamo quattro conti e constatiamo che se “allunghiamo” di un mezzo chilometro, il totale arriva a venti, quindi alla diga deviamo e prendiamo il sentiero che porta in Val Termine, altra salita, il sentiero porta quasi al passo dell’ Uomo, e cosi’, cammina …cammina….alle 16:20 siamo alla palina della Val Termine, dobbiamo percorrere adesso i noiosi 2Km fino all’ ospizio, alle 16:45 siamo alle autovetture.
Il sergente nella neve e’ un romanzo autobiografico del 1953 scritto da Mario Rigoni Stern.
Si tratta della cronaca dell’esperienza personale vissuta dallo scrittore durante il servizio prestato come sergente maggiore dei reparti mitraglieri nel battaglione Vestone, nel corso della Ritirata di Russia dell’ARMIR nel gennaio 1943, di cui faceva parte il Corpo d’armata alpino.
Centomila gavette di ghiaccio e’ un romanzo autobiografico di Giulio Bedeschi composto tra il 1945 ed il 1946 e pubblicato originalmente nel febbraio 1963 per l’editore Mursia. Nel 1964 vinse il Premio Bancarella.
La visibilita’ divenne nulla, come ciechi i marciatori continuarono a camminare affondando fino al ginocchio, piangendo, bestemmiando, con estrema fatica avanzando di trecento metri in mezz’ora. Come ad ogni notte ciascuno credeva di morire di sfinimento sulla neve, qualcuno veramente s’abbatteva e veniva ingoiato dalla mostruosa nemica, ma la colonna prosegui’ nel nero cuore della notte.
(passaggio tratto da Centomila gavette di ghiaccio)