Capanna Masnee, Lago e Rifugio Starlaresc da Sgiof
Luglio, e’ il mese della nostra “due giorni”, uscita con pernottamento in rifugio.
E’ un momento molto atteso, una tradizione iniziata per festeggiare i cinquant’anni di 3 di noi.
Quest’anno, riduciamo le notti in rifugio ad una sola, e purtroppo non ci sara’ Roberto a condividere tutta questa bella storia, ma solo nel primo giorno … il giorno della “mazzata”.
Una notte da passare fuori casa, fino ad ora siamo stati in rifugi gestiti, questa volta, botta di vita (anzi meglio dire botta di panza), ci gestiamo da soli.
Restano due incognite, dove, ed il meteo …
Vista la neve ancora persistente in altitudine, decidiamo per “stare bassi”, ma comunque di fare qualcosa di “forte”, di “intenso” …
Decidiamo per la capanna Masnee, che si trova in Val Maggia, che e’ raggiungibile dalla Verzasca, passando dal laghetto di Starlaresc da Sgiof con l’omonimo rifugio.
Scopriremo poi, ed un caso incredibile, che allo Starlaresc salira’ anche Francesco ed Ewuska, con un gruppo del Cai di Brugherio, che coincidenza !
Parliamo della pianificazione …
Prima di tutto sara’ una “mazzata” per un senza-fiato come me, la SwissMap parla chiaro, il sentiero bianco-blu diretto 3,76Km e poco meno di 1300mt di relativo, da Piee 740mt ai 1865 del laghetto.
Ma non finisce qui … proseguire alla Masnee +1,85Km e altri +281mt di relativo.
Un bel totale di 5,67Km e 1560mt di relativo … ma ta set matt?
Per aggiungere un bel “handicap” per dirla alla golfista … ti pare che noi in capanna andiamo di brodino e buste liofilizzate? Ma non esiste proprio !
Quindi zaini carichi all’ inverosimile, ancora ora mi fa male la muscolatura delle spalle, il gruppo assomigliava piu’ ad una fila di contrabbandieri con le bricolle (spalloni o sfrusadoo) che ad appassionati di montagna, ma l’ allegria e la determinazione sono la benzina per proseguire e vincere la fatica.
Partiamo da Piee alle 08:10, salita sempre “in tiro” fino a Matar Q1290, poi si scendono quasi 80mt (il Barba … borbotta, non sopporta di perdere troppo dislivello), quindi bivio: a destra freccia blu per Starlaresc, diritto si sale all’Alpe di Sgiof, quindi al Motaruch ed infine si scende al lago e rifugio Starlaresc (o si sale in cresta al Madom da Sgiof).
Il gruppo di cinque, si divide in due, chiudo io ed il Barba che mi fa da badante.
Salita e fatica, scalette in legno, guado, brevi tratti attrezzati con corde o catene, ma niente di molto difficile o periocoloso, solo ripido (beh … se le scalette fossero bagnate o gelate …).
A Q1745 c’e’ un pianoro acquitrinoso, ci si ferma per una pausa, non bisogna illudersi di essere arrivati, c’e’ ancora un “balzello” di 130mt di altitudine prima della prima tappa.
Con fatica e gran mal di spalle, arriviamo al rifugio Starlaresc alle 12:30, tempi biblici … ma ci sono.
Pranziamo tutti assieme, il meteo peggiora ed e’ annunciata pioggia nel pomeriggio, Roberto deve rientrare a casa e scende purtroppo da solo, lo salutiamo e dividiamo il carico che gentilmente si e’ prestato a portare fino a qui.
Dopo un’ora di riposo, riprendiamo la marcia per la seconda parte, salire al passo Deva e scollinare in Val Maggia.
Partiamo sempre piu’ che carichi, salendo vediamo e salutiamo Francesco che arriva al rifugio, noi a testa bassa (e spalle alte per compensare il peso della bricolla …) puntiamo al passo.
Lo raggiungiamo, e’ stupendo da quassu’ !
Sotto di noi una perla nera, il laghetto di Starlaresc da Sgiof.
Sul lato opposto si apre ampia la Val Maggia, mentre la Verzasca e’ stretta e ripida, sullo sfondo giganti innevati.
Due cose attirano la nostra attenzione: la capanna Masnee, che si fatica a vedere perfettamente inserita nell’ ambiente con le sue 5 casette in sasso, ed il Madom da Sgiof, la vetta che sovrasta il passo ed il rifugio …
Il sentiero e’ ora la VaVM (via alta della Valle Maggia), prosegue un poco in cresta, poi traversa in lieve salita portandosi fino a Q2100, poi si scende fino al bivio sopra la capanna.
Scendiamo, troviamo solo una coppia che si gode il sole, abbiamo riservato (per dirla alla “svizzera”), prendiamo 4 posti adiacenti in uno dei due dormitori, quindi giro di ispezione alle varie casette:
- una contiene la cucina, con stufa economica, fornello a gas due fuochi, lavandino, pentolame e stoviglie)
- una contiene il refettorio con tavolo, panche, stufa, la cassa
- due opsitano dormitori con 4+4 posti letti, quindi sedici in tutto
- l’ ultima casetta, sistemato sotto un enorme masso, e’ il bagno, con bollitore scalda-acqua a legna, doccia, lavandino doppio e wc. Qui si trovano anche la provvista di bibite.
Il complesso e’ veramente bello, peccato (si fa per dire) che si trovi sulla VaV, ed “il traffico” di escursionisti che fanno il classico giro capanna-capanna e’ notevole (Spluga -Masnee – Nimi).
Morale a poco a poco arrivano gruppetti di ragazze, altre ragazze (ehi e’ qui la festa?), poi altri due gruppetti.
La capanna e’ decisamente in “over-booking”, chi non ha prenotato dormira’ in tenda .. e si prendera’ una bella grandinata in serata.
In 19 persone, siamo gli unici di lingua italiana, e gli unici italiani.
Solo una delle ragazze parla anche italiano, ed una spagnolo, con altri si comunica in inglese (con i piu’ giovani), con altri … a gesti.
Il problema, e’ la cucina, per preparare i cibi si stabiliscono dei turni, noi … volutamente e fortunatamente per ultimi … NOI abbiamo l’asso nella manica … noi ci siamo portati lo Chef anzi Barba-Chef ! (e ha progettato un menu’ di tutto rispetto … e da attirare attenzione e acquolina degli altri rifugisti)
Pausa relax piu’ che meritata oggi, 1500mt di dislivello non sono “normali”.
Come dicevo siamo gli unici italiani, e guarda caso quasi tutti gli altri gruppi si cucinano spaghetti con sughi vari (se posso dirlo non avevano proprio un aspetto invitante), altri dei beveroni che non riesco a definire.
Mentre i gruppi di lingua tedesca cucinano, noi facciamo “happy hour” nel refettorio libero e che abbiamo riscaldato: vino, formaggio, salame, pane, cetriolini e cipolline.
Calmata la fame e la sete, dopo la lunga salita, aspettiamo il nostro turno in cucina, e si mette a piovere, anzi verso le 20:30 temporale con grandine, noi al coperto speriamo che la tempesta sia il preludio ad una mattina di sole.
Alle 19:30 prendiamo possesso della cucina, gli altri si trasferiscono nel refettorio.
Lo chef inizia a “rugare” la polenta, il menu’ prevede, dopo l’abbondante “happy hour”, polenta e spezzatino di cervo, preparato dalla mamma di Paolo, a cui vanno gli elogi di tutti, una vera prelibatezza !
Alle 20:30 i piatti si riempiono di una pallottolona di polenta, circondata da un guazzetto di spezzatino di cervo … una delizia !
Mentre mangiamo, gli altri lavano i piatti, ma lanciano occhiate “languide” verso i nostri piatti, e ne hanno ben ragione !
Doppio caffe’ per chiudere, grappetta e svilupin (vov), quindi pulizie e via nanna.
Nel frattempo si e’ scatenato un temporale violento, secondo le previsioni avrebbe dovuto piovere dalle 17:00, qui ha iniziato alle 19:00 con temporale verso le 20:00.
Grandina, tuoni e fulmini, ma siamo contenti, non solo per la pancia sazia, ma pensando al domani sperando di alzarci con il sole, come da previsioni.
Notte movimentata per la presenza di motoseghe (il sottoscritto …), ma alla mattina alle 07:00 in piedi, +6 gradiC cielo azzurro e neanche una nuvola, non potevamo sperare di piu’ !
Colazione abbondante, con anche doppia fetta di crostata di ciliege (portata nello zaino), condivisa con altri escursionisti, poi io, Gimmy e Paolo ci preparariamo, ma questa ve la racconto in un altra pagina.