WENGAHORN 2849MT
25 Aprile festa nazionale, noi si va in Svizzera cercando forse l’ultima ciaspolata.
Destinazione Juf, nella bella valle di Avers, una vallata che almeno una volta all’ anno veniamo a visitare.
Il paesino, che con Trepalle, e’ il comune abitato piu’ elevato in Europa, si trova a 2124mt, l’ ideale per trovare neve ancora abbastanza portante.
Parcheggiamo, dopo 2:20 di auto da Como, all’ingresso del paesino, l’idea iniziale e’ di salire al passo Stallerberg, e per cresta allo Uf da Flue, ci siamo stati in estate, e non ricordo difficolta’ particolari.
Al parcheggio vediamo il fianco sinistro della valle (destro orografico, quindi verso sud), piuttosto “spellacchiato”, la neve iniza a sparire e sciogliersi, probabilmente fino al passo Stallerberg si sale senza ciaspole.
Sul lato opposto, invece neve piena, vediamo file di scialpinisti che salgono al WengaHorn.
Quindi dove andiamo? Non ci sono dubbi, se ci salgono gli sci-alpinisti … ci possiamo provare anche noi.
La vetta la si vede bene, sta a 2849mt, a sud di Juf e a picco sul paesino.
Si trova in posizione molto panoramica, fa da spartiacque tra la Val Avers, la Val Bergalga, e la Juferalpa, da qui parte una lunga cresta che sale allo Juferhorn per proseguire a S-SE al Piz Piot e Piz Turba, o verso S al Piz Mungiroi, il Predarossa ed il Gletscherhorn (bella meta della scorsa estate).
Scendiamo verso il torrente, che si attraversa su di un ponticello in legno, per essere precisi, se decidete di salire questo versante, c’e’ un parcheggio in basso, poco sopra il ponte.
Decidiamo di calzare i ramponcini, e partiamo in diretta, non seguiamo gli scialpinisti, ma imbocchiamo una direttissima.
Le pendenze da subito notevoli (e le foto non rendono l’idea), ma la neve tiene ed i ramponcini fanno il loro ottimo lavoro.
A quota 2350mt circa, calziamo le ciaspole, si sprofonda troppo, ed ora saliamo cercando le tracce degli sci-alpinisti.
Siamo solo in quattro oggi, il gruppo si sfilaccia con Paoluccio che marcia come un trattore in verticale.
Salendo sul crinale la cima non si vede se non quando si raggiungono le prime rocce,
illusione di essere ormai giunti, invece inizia la cresta finale, ancora una ventina di minuti.
Siamo partiti dal parcheggio alle 8:35, Paolo arriva all’ ometto alle 11:30, io alle 12:20.
La cima e’ tutta per noi, la fortuna di condividere la vetta con gli sciatori e’ che si fermano poco, il loro godimento e’ nella discesa.
Sebbene ci siano tante nuvole, c’e’ anche un bel sole, il panorama e’ notevole, come detto e’ un punto molto panoramico.
Spiccano il Piz Platta, il Surpare’, il Piz Guglia, il Piz Turba, il Predarossa, la punta del Gletscherhorn, e tante vette che non identifico.
Il paesaggio e’ in bianco-nero, per la tanta neve ed i nuvoloni bianchi, la roccia ed i prati che affiorano e guadagnano spazio.
Pranziamo in vetta, niente prelibatezze del Barba oggi, ma davvero grandi panorami.
Alle 13:45 decidiamo di scendere, sappiamo che dobbiamo scendere con molta cautela, le pendenze sono veramente notevoli.
Invece “cercando” la neve giusta, dove si affonda “il giusto”, diventa un grande divertimento.
Paolo con le sue ciaspole con il tacco che scende, viaggia praticamente in rettilineo, noi tre con leggeri zig-zag, ma piuttosto verticali.
Morale … pensavamo di metterci piu’ tempo e di dover cercare il percorso migliore … ma in 1:30 siamo al parcheggio, includendo una breve sosta per le pulizie ed una bevuta ad una fontana a Juf.
Risaliamo al parcheggio, e con orgoglio guardiamo la cima appena conquistata, sulle orme degli skyalp … ci siamo arrivati anche noi a guardare giu’.