CAPANNA GESERO 1770MT

CAPANNA GESERO 1770MT

24 Novembre 2013 – ( 176 )

Parcheggio Carena Q950 – Alpe Croveggia Q1550 – Bocchetta Q1750 – Alpe Gesero superiore Q1740 – Capanna Gesero UTOE Q1770 (pranzo) – ritorno dalla stessa via

ESCURSIONE

PARTENZA ARRIVO	Carena - Val Morobbia (CH)	950 mt
KM ANDATA	5.0 Km	4h : 15m lordi 3h : 45m netti
KM RITORNO	5.0 Km	2h : 20m lorde 2h : 05m nette
KM TOTALI	10 Km	6h :00m nette 8h : 00m totali con soste
DISLIVELLO ASSOLUTO	820 mt
DISLIVELLO RELATIVO	950 mt	Max altitudine: 1774 mt
DIFFICOLTA'	WT3	Sentieri ben segnalati, ma neve tutta da battere
COPERTURA CELLULARE	PARZIALE	Buona sul percorso, MA nessun segnale in capanna. Spostarsi a valle verso l' Alpe Gesero
LIBRO DI VETTA O CAPANNA	SI	In rifugio
PARTECIPANTI	5	Giorgio, Paolo, Gimmy, Angelo, Barba

Come arrivare

Austostrada per Gottardo, uscire a Bellinzona SUD, e seguire per Bellinzona.

Ad una rotatoria nel centro abitato, prima via a destra indicazioni “Val Morobbia”

Seguire la strada fino a Carena, dove finisce. Parcheggio all’ ingresso del paese.

Acqua sul percorso

Fontana sul sentiero per Alpe Craveggia
Altre fontane non visibili con la neve
Acqua chiusa in capanna

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FOTO

Album foto a tutto schermo

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Attenzione a non seguire in piano verso la testata della Val Morobbia (cosa che abbiamo fatto noi nel 2010).</p> <p><a>Siamo costretti a calzare le ciaspole all’ inizio del sentiero</a>, che troviamo immacolato, nessuno e’ ancora passato.</p> <p>Ricordo bene il sentiero fatto in discesa dall’ Alpe Croveggia a Carena, ripidissimo, anche se i continui zig-zag lo rendono un po’ piu’ dolce.</p> <p>Paolo, il nostro “ragno della Faleggia”, <a>batte la pista</a>, la neve si fa man mano piu’ alta, 30-40cm all’ Alpe di Croveggia.</p> <p>Battere per primi e’ faticosissimo, io che sono (per fortuna in questo caso) il fanalino di coda approfitto della pista tracciata, anche se batto la pista dove non sono passati gli altri, non per senso estetico, ma per lasciare la traccia pulita per il ritorno, quindi ho anch’ io la mia piccola dose di fatica extra.</p> <p>Due parole sul percorso: 5Km di percorso (altri 5Km per il ritorno), da Carena all’ Alpe Croveggia a 1550mt e’ una tirata unica, 600mt di dislivello in poco piu’ di 2Km, ti lasciano senza fiato.</p> <p><a>Il bosco e’ faggio</a>, poi da poco prima dell’ alpe <a>pino e abete</a> fino alla bocchetta, il sentiero ben segnalato con bolli sugli alberi, quindi adatto alla salita invernale.</p> <p>Dall’ Alpe il sentiero diventa molto meno ripido, si arriva ad un bivio (a destra si scende all’ Alpe di Pisciarotondo, si prosegue sul un lungo traverso fino alla bocchetta a 1750mt, dove si scollina in Val Traversagna, dove in basso si trova l’ Alpe di Gesero e non ancora visibile, perche’ arretrata a monte e nel bosco, la capanna omonima.</p> <p><a>Prima pausa</a> all’ <a>Alpe Croveggia</a> alle 10:20, neve in abbondanza ovunque.</p> <p><a>Ripartiamo</a>, <a>ora con pendenze piu’ dolci</a>, raggiungiamo il primo bivio, e risaliamo alla bocchetta.</p> <p>Parere del tutto personale, dal bivio per l’ alpe di Pisciarotondo alla bocchetta e’ il tratto piu’ bello, neve immacolata, spazi aperti, grandi panorami sulla Val Morobbia, il Camoghe’, il S.Jorio.</p> <p>Fino al bivio Paolo ha battuto traccia tutto da solo, ma anche lui, che ha energie a volonta’, entra in riserva, <a>cosi’ si alternano in tre</a> (Paolo, Angelo e Gimmy) a <a>battere neve</a> con cambio ogni 10minuti.</p> <p><a>Raggiungiamo la bocchetta,</a> dove si trova anche <a>un laghetto ghiacciato</a>, alle 11:27, tira un gran vento che ci obbliga a coprirci.</p> <p><a>In basso gli edifici dell’ Alpe Gesero</a>, piu’ in alto e sul percorso per la capanna, <a>l’ edificio piu’ alto dell’ Alpe</a>, isolato, in legno scuro, come la capanna.</p> <p>A chi non c’e’ mai stato … potrebbe illudersi di essere ormai arrivato, ma manca ancora una buona mezzora.</p> <p><a>Il sentiero passa poco a destra di quell’ edificio scuro</a>, quindi si traversa cercando di non perdere quota, si raggiunge e oltrepassa l’ alpe e si prosegue, sempre senza vedere la capanna.</p> <p><a>Il sentiero ora scende di 20-25mt</a> per prendere la sterrata che sale in capanna, siamo stanchi, ma la voglia di arrivare e’ tanta, sapendo di essere ormai vicini.</p> <p><a>Tra i pini spunta la sagoma</a>, e risaliamo faticosamente quegli ultimi metri, <a>arrivando sull’ uscio di sotto</a> (entrata invernale) alle 12:10, dopo 4:15 di ciaspolata.</p> <p>Siamo tutti, nessuno escluso, alla frutta come energie.</p> <p>Entriamo a conoscere la capanna, a parte il Barba nessuno di noi c’e’ gia’ stato.</p> <p>Fa freddo, la capanna e’ all’ ombra e nel bosco, 40cm almeno di neve attorno.</p> <p>Salendo si entra in cucina, da qui si accede alla <a>grande sala da pranzo</a>, dove <a>in un angolo c’e’ una piccola stufa</a>.</p> <p>Accendiamo e ci mettiamo attorno alla stufa, che fatica a scaldare un cosi’ grande ambiente, e pranziamo in allegria, ma con un gran freddo alle mani.</p> <p>Il Barba suggerisce che sembra che siamo noi a scaldarla …</p> <p>Facciamo quattro conti sul ritorno e decidiamo di lasciare alle 13:30.</p> <p>Dopo il solito pranzo (panini questa volta), pulizie, firma del libro, versamento per uso legna.</p> <p>Verso le 13:00, entra un escursionista, e’ solo ma aspetta con impazienza altri tre che “dovrebbero” seguirlo a breve, ma attendera’ oltre mezz’ora prima di ricongiungersi con i suoi compagni (uno di loro era senza ciaspole, e oggi e’ certamente un’impresa con neve cosi’ farinosa).</p> <p>Dopo le pulizie lasciamo la capanna ai nuovi venuti, che ci ringraziano per aver battuto la pista, e dopo <a>la foto ricordo</a>, <a>ripartiamo veloci</a>, soprattutto per scaldarsi.</p> <p>All’ alpe di Gesero <a>il vento soffia freddo ed impetuoso</a>, alzando nuvole di polvere di neve.</p> <p>Ritornati nel bosco, e sul versante della Val Morobbia, tutto torna tranquillo.</p> <p>Scendiamo veloci, molta attenzione nel tratto ripido, la neve e’ piuttosto marcia, fa un po’ di zoccolo sotto le ciaspole e la scivolata e’ … facile.</p> <p>Ne siamo vittima sia io che <a>Gimmi</a>, fortunatamente solo botte esterne, e quattro risate con gli amici.</p> <p>Arriviamo al parcheggio alle 16:10, oggi togliere le ciaspole e’ quasi un piacere, sapendo che la passeggiata si e’ chiusa bene.</p> <p><a>Il Barba</a> non smette di dire che e’ stata una “ciaspolata da Guinnes”, certamente molto piu’ faticosa di quelle che si pensava, bene cosi’.</p> <p>Un bravo particolare a Paolo, come “battone” beh … NUMERO UNO….</p> </div></div></section> <section class='av_tab_section av_tab_section av-1ucwyz-1b45021589b4732061d1ca65c333d497' itemscope="itemscope" itemtype="https://schema.org/CreativeWork" ><div class='tab' role='tab' tabindex='0' data-fake-id='#tab-id-4' aria-controls='tab-id-4-content' itemprop="headline" ><span class='tab_icon' aria-hidden='true' data-av_icon='' data-av_iconfont='entypo-fontello'></span>MAPPA</div><div id='tab-id-4-content' class='tab_content' aria-hidden="true"><div class='tab_inner_content invers-color' itemprop="text" ><p><iframe loading="lazy" 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