RIFUGIO ALP DE VOLT 1340MT E MONTE GALBIGA 1698MT
Ingredienti: 2 gruppi di montagna con amici, pioggerella leggera, riso da consumare nei piatti e con gli amici, un bel rifugio, la legna che arde, il fumo della stufa appena accesa, gli ossobuchi, l’ allegria, pentoloni sul gas, un elefantino che piange in cucina per le cipolle, le fiamme che scaldano il locale, il vino che scaldera’ gli animi ( se non gia’ abbastanza caldi), il gas ed il generatore che non troviamo, un pentolone da maga-mago’ con gli ossobuchi, Max che fa Tafazzi ascoltando il coro della Rai in trasferta, la grappa quasi finita, la vodka con il pelo ….
Tutto questo NON HA PREZZO …. neanche con MasterCard …..
Scrivere di una giornata passata in allegria e con amici che condividono molto, non e’ mai difficile.
L’ iniziativa nasce dall’ istrionico Massimo / Max (L’ Elefante delle Alpi), che da parecchio voleva organizzare una bella mangiata in rifugio tra il suo gruppo ed il nostro gruppo, tutti noi abbiamo ben dimostrato di apprezzare sia in rifugio che in vetta, la buona cucina ed il buon bere ….
Il cuoco ufficiale Max, ha anche progettato il menu’, a base di riso, ossobuchi e funghi porcini, e la difficolta’ della preparazione del riso per parecchie persone, ha limitato il numero degli avventori a 20 presenze.
Cosi’ il “test” si e’ limitato a pochi ed affamati, con piccoli sforamenti ad amici di amici.
L’ organizzazione e’ da campagna militare, Max ha procurato il vettovagliamento, e reclutato gli sherpa per il trasporto delle numerose vettovaglie.
Ritrovo all’ Alpe di Lenno 1495mt alle 08:00, recupero delle chiavi del rifugio presso il gestore (copia delle chiavi sono al rifugio Venini, raggiungibile anche in auto), carico delle “gerle” con ogni ben di Dio, e discesa all’ Alpe di Volt (ex Alpe Bene di Sopra) a 1340mt.
Il meteo e’ (detta da alcuni) tipico della presenza del gruppo di Girovagando, le nostre escursioni sotto pioggia/vento/neve sono … famose.
Comunque non piove e scendiamo tra chiacchere e scherzi.
Alle 9:00 dopo circa 45min, siamo davanti al bel rifugio, ed iniziamo le prime manovre.
Gli sherpa vuotano gli zaini, i materiali divisi e raggruppati, le bottiglie di vino/spumanti/alcolici (e non solo) allineate come un plotone di soldatini.
Accensione camino, stufa e bollitore dell’ acqua calda, controllo legna (riserve di legna sono al piano inferiore), ricerca del quadro elettrico e delle bombole del gas.
La tensione e’ tanta, saremo ispezionati piu’ tardi dal Capannat capo … quindi tutto deve essere al meglio ….
Mentre il capo cuoco distribuisce i compiti, gli altri sono invitati a farsi un giro, cosi’ in 7 puntiamo a salire verso il Galbiga, ma dopo una decina di minuti inizia a piovere, io (Giorgio) e Beppe decidiamo di tornare in rifugio, mentre Paolo, Angelo, Roberto, con altri due amici proseguono sotto la pioggia, che fortunatamente durera’ poco.
Mentre gli arditi raggiungono il Venini 1576mt e proseguono verso il Galbiga / Calbiga 1698mt , incontrano Ewa, Fausto ed Amedeo che scendono.
Dall’ Alpe di Lenno scendono Gabri, Paola ed Aldo (grandemago).
Intanto in capanna si scalda l’ ambiente, i due cuochi Max e Luciano ai fornelli, mentre Cristian (l’ Elefantino) relegato a tagliare cipolle per gran parte della mattinata, tante lacrime di … commozione.
Pentoloni da caserma per gli ossobuchi con porcini, ed il riso emanano grandi profumi, mentre Francesco con o piu’ giovani si dedica al taglio di formaggi e salumi, lo studente alberghiero aggiunge un tocco di classe con la presentazione su tagliere, una squadra collaudata !
Man mano il rifugio si riempie, si stappano le prime bottiglie per gli antipasti che vengono voracemente consumati.
Poi su di un tavolo in cucina vengono portati i due pentoloni: riso e ossobuchi, l’ Elefante ed il Barba ognuno con la sua pentola ed il proprio mestolo, a versare nei piatti che ognuno di noi portava per essere riempito.
Uno spettacolo da … mensa dei poveri, consentitemi il paragone anche se del tutto fuori-luogo, ma la scena era proprio quella, con la differenza che le pance erano gia’ piene, e che nelle scodelle vuote scendevano due bei mestoloni di riso giallo, e tre o quattro di ossobuchi e puccia con funghi porcini.
Tutto buonissimo, di riso non e’ avanzato, mentre gli ossibuchi, nonostante qualcuno avesse fatto bis e tris … ne e’ avanzato, ma e’ nello stile dell’ Elefante … l’ abbondanza.
Chiudiamo con ben quattro torte spettacolari, due di Ewa, una di Gabri, ed una novita’ (per me) del Bradipo con mirtilli raccolti di persona, tutto ben innaffiato di prosecco e ribolla gialla.
Vari giri di caffe‘, poi la grappa e la vodka di Ewa … a riscaldare gli animi e … ben oltre.
Non sono mancati i canti (su cui non voglio proprio pronunciarmi ), nonostante il grande impegno del maestro di musica Francesco… beh i risultati li potete giudicare da voi.
Ci sono i video adatti a minori accompagnati e persone NON deboli di stomaco.
Ivan impegnato al lavaggio dei numerosi coperti e pentolame, coaudivato da asciugatori che si alternavano attorno al lavandino ed alla stufa.
In ultimo le pulizie generali, la chiusura del gas e del generatore elettrico, ultimi controlli e tutti fuori per la foto ricordo.
Si infilano negli zaini i vuoti e la spazzatura, ci si dividono gli ossobuchi rimasti, e si parte in salita per il ritorno.
Sara’ la pancia satolla, sara’ lo zaino comunque pieno, ma sembra pesare di piu’ dell’ andata.
Al bivio per il Venini-Galbiga ci separiamo (alcuni hanno l’ auto al Venini), aspettando anche il Paolino (pm1996), che ritorna al rifugio per prendere il copri zaino che ha dimenticato … beh e’ il Paolino 🙂
Chiudiamo questa lunghissima escursione … piena di insidie e pericoli, molto esposta, con dislivelli incredibili (per i gomiti), e pendenze oltre i 45% (brindisi) … con un ringraziamento alla grande organizzazione di Max, e alla perfetta riuscita.