Uscita infrasettimanale, visto che siamo ancora in ferie …
La giornata promette bene come meteo, sarebbe perfetta per un bel tremila, ma abbiamo un vincolo di rientro presto.
Il 3K salta di certo, e con Paolo ci scervelliamo per tirar fuori una gita comunque in alto e fattibile nei tempi tecnici necessari.
Salta l’ Engadina, ovvio … , per ora
Dal libro di figurine delle vetta alla mia portata, tiro fuori l’ idea del Cavagnoo (andrebbe scritta con le ultime due o puntinate …).
Oggi saremo in quattro: io (Giorgio), Paolo, Gimmi ed il Barba.
Levataccia da Engadina, alle 6:50 siamo a Paltano, Val Bedretto, salendo verso il Passo della Novena.
Siamo all’ ombra, e a dire il vero lo saremo fino a S.Giacomo, e poi fino alla bocchetta, il termometro dell’ auto segna +8 gradi. Carichiamo la traccia GPS e partiamo.
Usciamo ed il frescolino ci obbliga subito a coprirci .. via le braghe corte e la manica corta.
Alle 7:00 attraversiamo il Ticino, un cartello avvisa che e’ vietata la raccolta di minerali e fossili, la zona ne e’ ricchissima, quarzi di ogni genere, e altri minerali che non conosco, ma belli e colorati.
Il sentiero sale in un boschetto basso e umido (ecco perche’ si chiama Paltano …), con vari zig-zag ma non strappa mai, alle 7:50 sbuchiamo all’ Alpe S.Giacomo, dove passa il sentiero alto che prosegue a destra verso la Corno Greis, noi seguiamo a sinistra e alle 8:05 siamo alla chiesetta dell’ Ospizio di S.Giacomo, 2252mt.
Qualche minuto di sosta e proseguiamo, aggiriamo da sopra delle costruzioni militari, e seguendo delle tracce di sentiero ed alcuni bolli di vernice, risaliamo dei pratoni sotto il Pizzo S.Giacomo, che si eleva sopra il verde.
I bolli ci sono ma ad un certo punto ci troviamo in una morena, il sentiero e’ franato, si scende su terreno mosso, per attraversare una lingua di ghiaccio.
Oltre la lingua si vedono i bolli bianco-rossi che proseguono nella pietraia, il passaggio sul ghiaccio e’ tranquillo, e’ una crosta portante, e la pendenza e’ minima.
Si prosegue quindi su pietraia, altra lingua ghiacciata, i bolli sempre ben evidenti.
Il sentiero devia verso un evidente pilone dell’ alta tensione, sono un ottimo riferimento, per proseguire per la bocchetta di Grandinagia.
Vediamo un escursionista che sale, e notiamo che piu’ in basso c’e’ un altro sentiero che porta al pilone, e che si proviene sempre da S.Giacomo.
E’ certamente piu’ tranquillo, non attraversa pietraie e lingue di neve, sembra bollato di vernice, lo seguiremo al ritorno.
Dato che sono sempre ultimo, raccomando a Paolo di stare attenti al bivio.
Ma proprio in prossimita’ del pilone, su un sasso una freccia di metallo bianca di indica la direzione, peraltro ben evidente, perche alla bocchetta c’e’ un altro grande pilastro della condotta elettrica.
Inizia il tratto piu’ impegnativo di tutta la giornata, 200mt ripidi-ripidi, almeno 45 gradi di pendenza, su pietraia, terriccio instabile e pietre mobili, lingue di neve, ma anche gradini di pietra posati ad hoc per aiutare la risalita.
Con un po’ di fatica, e soprattutto arrancando di fiato risalgo anche io, le lingue di neve sono portanti, ma preferisco aggirarle da sotto, basta capire dove prosegue il sentiero.
Gli amici che ci precedono, Paolo e Gimmy, ci aspettano al sole, sotto il pilastro.
Io arrivo tirando il fiato alle 9:40, loro si riposano prima del tiro finale, ma la bocchetta e’ poche decine di metri dopo, io non resisto e proseguo per “guardare dalla parte opposta”.
Se il paesaggio su questo lato, verso la Val Bedretto ma anche ben piu’ lontano, e’ bello, lo spettacolo vero e proprio e’ sui tanti ghiacciai che si ammirano sul lato Sud.
Il lato opposto e’ altrettanto ripido, in basso ed in ogni direzione si sviluppano ghiacciai, certamente sofferenti per le mutazioni climatiche, ma magnifici e di grandi dimensioni, sembra terminare uno per iniziarne un’ altro ai piedi delle tante cime attorno.
Dalle nuvole che si trovano a mezza altezza, spunta il Basodino con il suo imponente ghiacciaio.
Chiamo gli amici a condividere tanta bellezza, e non sazi, ci apprestiamo al tiro che ci portera’ in vetta.
Se il Pizzo S.Giacomo ha le pareti ripide dal lato Bedretto, lo sono ancora di piu’ su questo lato.
Il Cavagnoo che sembra “troppo ripido” dal lato della nostra salita, presenta una cresta larghissima.
Dalla bocchetta 150mt di dislivello su prato e pietrisco, ci sono anche vaghe tracce di sentiero (nessun bollo), ma e’ talmente larga la cresta che ognuno sale come e dove vuole.
Alle 10:08 arrivo anche io alla vetta, quasi assieme al Barba, 10min dopo i nostri due runner.
FA-VO-LO-SO …
Le descrizioni e le foto di chi ci e’ stato, rendono certamente merito a questo balcone … ma dal vivo, e dopo averla sudata (anche se questa volta non eccessivamente) tutta questa roba … e’ sempre un altro sapore.
Ci sono ghiacciai, nevai, e giganti da quattromila metri in bella vista.
In vetta solo un ometto di sasso, senza libro, piuttosto anonima, ma va bene cosi’.
C’e’ posto a volonta’, ma siamo soli a gustare il panorama.
Come detto abbiamo i tempi contati, ma ci concediamo 40min di godimento in cima al Cavagnoo.
Tutto bellissimo, spero che anche le mie foto, possano fare condividere almeno un poco i grandi paesaggi.
10:45 lasciamo a malincuore la vetta, e scendiamo veloci, piu’ che veloci, nonostante la pendenza, e l’ attenzione necessaria a non scivolare.
Alle 11:12 siamo al bivio “famoso”, e qui prendiamo il sentiero basso, ben battuto e segnalato.
Lo seguiamo cercando di capire come mai all’ andata non lo abbiamo visto, cercando di scoprire dove e’ il bivio, ma giunto ai pratoni di S.Giacomo la traccia ed i bolli di vernice spariscono, ci allarghiamo per cercare qualche indizio, ma nulla … ecco il perche’ se non sai che c’e’, proprio non si riesce a trovare dove inizia.
Comunque alle 11:58 ci accampiamo nel laghetto vicino alla chiesetta, con pranzo e pennica abbronzante.
Siamo stati bravi, e ci permettiamo ben 1:20 di pranzo e riposo!
Possiamo anche gustarci la vista della nostra meta di oggi, riconoscibile sia per la forma che per il pilastro dell’ elettrodotto alla sua destra (bocchetta).
Alle 13:20 iniziamo la breve discesa, all’ Alpe S.Giacomo sbagliamo e proseguiamo diritti (invece di scendere), una palina vicina ci indica la capanna Corno Greis, capito l’ errore, ritorniamo indietro e scendiamo.
Con qualche pausa per bere, siamo comunque veloci e alle 14:25 siamo al parcheggio, mai cosi’ presto.
Ritorno senza traffico, ed arrivo alle rispettive case anche in anticipo per gli impegni presi.
Cosa dire ancora?
Che la Val Bedretto non delude mai, che consiglio vivamente una visita a questa magnifica terrazza sui ghiacciai, non resterete delusi !