Era da tempo nei nostri programmi, gia’ dalle visite al vicino Simano e alla Gana Bianca …, ma la vetta non si voleva scrollare la neve tardiva di quest’ anno, ap pena visto il percorso libero … cara Cima di Piancabella e’ venuto il tuo momento.
E’ una vetta molto panoramica, soprattutto verso Biasca, verso E con la sfilata dei tremila dal Pizzo Strega a salire fino all’ Adula, verso O con Matro, Molare e le vette in secondo piano a confine con la Verzasca, la si vede bene dall’ autostrada passando a Biasca, spicca sopra Dagro con la forma appuntita, poco a sinistra sovrastata dalla Gana Rossa, e ancora piu’ a sinistra in basso dal Simano.
Risaliamo in auto la lunga strada che porta a Cascina di Dagro, 1614mt, ci siamo stati lo scorso anno per salire al Simano … strada molto stretta, nel tratto per Dagro anche sterrata (ma in ottimo stato), con pochi slarghi per gli incroci.
Qualche minuto prima delle otto (7:55) siamo in cammino, direzione Capanna Prou, indicata sulle tabelle a 1:05.
Siamo in quattro anche oggi, il vice-scribacchino (Giorgio), Paolo, Gimmi ed il Barba.
Bel sentiero nel bosco, perfettamente segnalato, anche sulle piante, adatto anche alle ciaspolate (ovviamente salendo a Dagro con la funivia, la strada e’ chiusa molto in basso in inverno).
Alle 8:45 siamo alla bella Capanna Prou 2015mt, 400mt di dislivello in 50min direi che e’ proprio un recordo personale, e mi sono fermato comunque per fiatare …
Ci fermiamo quasi 20min all’ esterno, ci sono degli ospiti in capanna che hanno pernottato, dal tavolo fuori ci godiamo un ottimo panorama. Beviamo e ci incremiamo …
La nostra meta ci osserva dall’ alto, anzi quello che si vede non e’ la cima, che e’ decisamente piu’ in alto, ma una croce posta a 2387mt, un bel punto panoramico.
Risaliamo dietro la capanna, obiettivo un grande omone di sasso, che sbagliando attacco di salita vedremo solo dopo averlo superato.
Poco importa la direzione e’ comunque evidente.
Il sentiero per la cima e’ non sempre evidente, i bolli sbiaditi, ci sono molti sentieri di animali che confondono, ma basta puntare verso l’alto, la direzione e’ sempre evidente.
Alle 11:09 siamo alla croce, altro stop (ho bisogno di queste piccole soste), notare che salendo abbiamo seguito due percorsi diversi, comunque bollati da segni di vernice, io piu’ sulla cresta verso E, sopra la valle che ospita l’ Alpe Ciou, gli altri piu’ verso la Valle di Blenio.
Dieci minuti di stop, e ripartiamo quelle che ora vediamo e’ la cresta che porta alla cima, e devo dire che vista da qui incute un doveroso rispetto.
Sappiamo da varie letture (su HiKr la relazione di Siso) che c’e’ un passaggio critico, aspettiamo senza ansia (e’ ben descritto) di incontrarlo.
Attorno i 2550mt, ci sono blocchi da superare, e le racchette sono d’intralcio, poi attorno i 2600mt una cengetta di pochi metri (verso sinistra, O), piuttosto esposta, dove vi si deve girare per risalire in cresta, nulla di pericoloso, solo attenzione.
Come il solito sono l’ ultimo e vedo gli amici affrontare il passaggio critico (che vi documento con una fotografia) attorno i 2610-2615mt.
I bolli di vernice ti portano verso sinistra, quindi ritornano a destra dove ci si deve arrampicare per qualche metro, piuttosto esposto, ma gli appigli e gli appoggi sono buoni.
Sempre seguendo le indicazioni del buon Siso, io aggiro a destra questa roccia (verso E) prendendo un canalino erboso molto ripido ma senza scalate ed esposizione.
Superato questa difficolta’ (che merita il T4 o EE), la salita degli ultimi metri e’ semplice.
Morale alle 11:09 siamo tutti in vetta (come direbbe proprio Siso : Cima di Piancabella geschafft), alla fine della cresta un ometto, sulla cima vera e propria (distante una decina di metri ) un grosso gendarme di sasso che contiene anche il libro di vetta, o meglio i libri di vetta perche’ ci sono anche quelli gia’ completati.
Lasciamo segno del nostro passaggio, sul libro di vetta, Gimmi e’ il nostro “addetto stampa”.
Il panorama e’ grandioso, unica pecca la vista chiusa a N dalla cima di Gana Rossa (dove vediamo degli escursionisti all’ omone di sasso), e le nuvole nere e minacciose che nascondono l’Adula e i bei tremila che scendono sul lato della Malvaglia.
E’ presto per pranzare, anche se il Barba si consuma un panino, decidiamo di restare ancora un po’ e di ritornare per un giro ad anello che sappiamo molto-molto lungo, scendendo nella Valle di Sceru’, quella chiusa a E dalla Piancabella e della Gana Rossa.
Dopo mezz’ora e le foto di rito, scendiamo lungo le interminabili pietraie, ovviamente senza alcun tracciato, scegliendo il percorso migliore tra pietre di varie dimensioni ed evitando le ultime lingue di neve (una di un paio di metri di spessore).
Verso le 12:30 vicino ad un torrentello, decidiamo di fermarci per il pranzo, che per noi e’ sempre un bel momento per godersi il panorami, il cibo, le bevande (piu’ o meno alcoliche) e la compagnia degli amici.
Ripartiamo dopo un’oretta, sempre senza traccia e puntando in basso l’ Alpe di Sceru.
Dalla vetta a scendere grandi pietraie e poi balze erbose con salti piuttosto ripidi, ormai su prato, e grandi distese di rododendri in fiore.
Poveri rododendri, la neve si sara’ sciolta da poche settimane, hanno dovuto attendere non poco per la fioritura.
Alle 14:13 siamo all’ Alpe Sceru, scendiamo verso Foppa/Cusie’ fino alla palina che indica Dagro, e’ il sentiero ufficiale per chi sale con la funivia a Dagro e raggiunge la capanna Quarnei.
Il sentiero e’ bello ma lungo molto lungo, in piano per un gran bel tratto, passiamo sopra Vipera (sperando che il nome non sia … una garanzia), poi Monda, dove ci tocca ripararci perche’ pioviggina.
Di fronte a noi, la lunga e magnifica cascata del Ri della Furbeda, che scende da una conca chiusa da due bei tremila, la Cima Rossa e la Cima dei Cogn, unica !
In basso il bacino artificiale di Malvaglia.
La nostra nuvoletta fantozziana ci segue sempre, certo era indicato dalle previsioni, ma poco piu’ tardi e soprattutto non indicavono il temporale che rumoreggia sul lato E della Malvaglia.
Dopo dieci minuti trascorsi ad aspettare che il temporale “giri” in altra direzione, fuori i copri-zaini e proseguiamo sotto una leggera pioggerella.
Sembra sempre di essere arrivati, ma non si arriva piu’ … in effetti il percorso fino alla vetta e’ di soli 3Km il resto dei 12.4Km (9.4km) sono il ritorno da questo “girone”.
Il Barba e’ stufo , ed un po’ lo siamo tutti, ma il “girone” ci piace.
Alle 16:12 siamo a Dagro e … sorpresa una cinquantina di metri di dislivello in basso, ed un paio di tornanti, sotto Cascina di Dagro, dove abbiamo parcheggiato.
Ultimo sforzo, alle 16:20 siamo al parcheggio, il Barba arriva e mi dice “mi te mazi …”, il girone e’ stato veramente lungo.
Bella vetta, bella conquista, bella giornata, anche con il lungo ritorno che ci ha permesso un anello completo.
Un ringraziamento agli amici per tutto, per la giornata e per l’ amicizia.
Questa volta niente aforismi, permettetemi una dedica …
Dedico questa faticata alla mia mamma
Camminando verso il Cielo, ti sono venuto un po’ piu’ vicino ….
Giorgio