Gruppo alla minima per questa bella escursione.
Due dei soliti., Barba (l’uomo al cospetto dello Scalino) e Roberto (Ice Man), sono impegnati separatamente in ben piu’ elevate e blasonate vette.
In quattro: Giorgio, Paolo, Gimmi ed Angelo, ci “accontentiamo” di una delle nostre belle esplorazioni, partiti con la probabilita’ di prendere ancora pioggia nel pomeriggio (cosi’ erano le previsioni), con l’ incertezza di trovare neve per salire la cima … invece e’ andato tutto splendidamente, certo nuvole basse e minacciose ci hanno nascosto molti dei bei panorami, ma e’ stata una “passeggiata” di quelle toste ma di grande soddisfazione.
Torniamo nella bella Val Pontirone, con una bella ambizione, il passo ed il Piz Giumela. Mettiamo in auto anche i ramponi, poi vedremo in loco se portarli o meno.
Parcheggio poco sotto Biborgh, risaliamo fino alle prime baite dove parte il bellissimo e ben marcato sentiero per Alpe Lesgiuna e Passo Giumela, che mette in comunicazione la Val Pontirone con la Val Calanca.
Siamo in cammino alle 08:15, dopo una quindicina di minuti siamo a Prato Dentro, e proseguiamo inoltrandoci nella vallata, dentro boschi di abeti.
Alle 8:57 siamo all’ Alpe Lesgiuna, dove troviamo un gran numero di capre nere, razza Verzaschese, gli alpeggiatori sono impegnati nella mungitura.
5 minuti di sosta e ripartiamo in direzione della enorme cascata che sembra chiudere la vallata.
Questa cascata e’ permanente stupenda, un salto unico, enorme, e molto carica di acqua, gli si arriva quasi sotto, e sembra non possa passare, dopo un guado il sentiero impenna verso sinistra (rispetto la cascata), con gradini di sasso, roccia, sempre ben segnalti.
Ci sono dei tratti scavati nella roccia, e paline in ferro con corrimano di funi d’ acciaio, quindi i tratti esposti citati nelle varie escursioni, sono stati tutti sistemati, con un lavoro veramente ben eseguito. COMPLIMENTI al Patriziato per la manutenzione dei sentieri.
Finito il ripido tratto su gradini, altro ripido tratto nel bosco e si sbuca nella baita bassa dell’ Alpe Giumela, dove trovo i miei amici in sosta ad attendermi, e Gimmy che si intrattiene con una giovane mucca che non lo lascia stare, vuole a tutti i costi la banana che sta mangiando … Gimmy cede.
Saliamo ancora per pochi minuti, e alle 10:02 siamo al rifugio Alpe Giumela 1807mt, una bella struttura, in una gran bella posizione, ristrutturata dal Patriziato di Biasca nel 2007.
Quindici minuti di sosta e foto, ricognizione all’ interno anche per memorizzare fornello a gas, stufa, tavolo, ecc perche’ sembra proprio un bel posticino per festeggiare qualcuno dei nostri “famosi” compleanni.
In cammino verso il passo, sempre un ottimo sentiero, il passo non lo si vede se non all’ ultimo, si intuisce che e’ in basso alla cresta del Piz Strega, ma resta celato fino all’ ultimo.
Alle 11:05 siamo tutti al passo di Giumela 2117mt (ma curiosamente la palina indica 2034mt ???).
Lo sguardo subito sul lato opposto al passo, alla bella Val Calanca, dove ancora abbiamo tanto da esplorare.
Fa specie vedere quanta neve c’e’ ancora sulle vette opposte, che dividono al Calanca con la Mesolcina, veramente un’ estate in ritardo.
Ma l’ attenzione e’ fissa sopra le nostre teste, verso sud, eccolo li’ il Piz Giumela, 330mt in alto, con una dorsale erbosa all’ inizio e una pietraia avvicinandosi ai bastioni rocciosi della cima.
Visto da qui sotto incute timore, sembra quasi invalicabile, le pareti sono verticali, ed ai suoi piedi ci sono ancora dei nevai.
Saliamo in libera, ogni tanto c’e’ un ometto di sasso, comunque si sale puntando alla sinistra della bastionata, infatti per raggiungere la cima si aggira la torre rocciosa sul lato sinistro, il lato della Calanca, tracce di sentiero portano verso sud, fino ad un canale erboso che sale sulla cresta, per poi ritornare verso nord, all ‘omone di sasso della sommita’.
Mentre saliamo in libera verso il torrione, aggirando i residui nevai, vediamo due escursionisti che scendono, “chissa’ se sono saliti ..”
Quando li incontriamo, ci spiegano che si sono fermati proprio sotto, troppa neve, ma capiamo anche che non sanno che la traccia indica di aggirare a est, proponiamo di riprovarci con noi, ma scendono al passo.
Noi proseguiamo, con qualche incertezza certo, ma dal passo ho visto che la neve sul lato E e’ quasi tutta sciolta, al contrario del lato O, dove persiste abbondante.
Si fa fatica, ed i miei compagni mi distaccano ma passo dopo passo, raggiungo il fianco sinistro, c’e’ un ometto e le tracce del sentiero (non marcato), proseguo aggirando un ostacolo (una pietra che invade il sentiero, si puo’ passarci sotto o aggirarla da sopra, poi il ripido canale erboso che porta alla cresta, la raggiungo e ritorno verso N dove gli amici mi attendono davanti all’ omone di sasso con targa serigrafata “Piz Giumela 2444mt”.
Grande la mia soddisfazione, ma la soddisfazione e’ generale, e’ molto che non arriviamo ad una bella vetta, e riprendere con un quasi 2500 direi che e’ una gran bella ripartenza.
Sono le 12:05 (dieci minuti dopo gli amici), quando siamo tutti sopra la bella cima del Piz Giumela o Piz Red.
Il clima e’ buono, il sole va e viene, ma si sta bene, pranziamo in grande tranquillita’, peccato per le nuvole ma il panorama e’ comunque grandioso.
Verso N c’e’ la cresta del Piz Strega, bellissimo ed imponente, molto frastagliato avvicinandosi alla cima, le cime della Calanca sono coperte, ma si vede della gran neve, verso S altrettanto imponente il Piz da Termin 2899mt, con il versante N completamente innevato, incredibile la quantita’ di neve !
Seguendo la cresta NO del Piz da Termin, verso il Pizzo Bidensc, si deve bene l’ Alpe di Pradaccio (il sentiero per raggiungerla e’ poco sopra il rifugio). Ed il passo di Bidensc.
Ho studiato “a tavolino” un rientro ad anello, seguendo le tracce di un vecchio sentiero riportato solo sulla CNS del 1962, che dal passo di Giumela traversa sotto le ripide pareti del Piz di Strega, passando da Pianerascia, poi Alpe d’Arded e quindi Sgioranch e Biborgh.
Passiamo molti minuti con Paolo e con il binocolo a scrutare le pareti del Piz Strega alla ricerca almeno di tracce del sentiero, che la SwissMap aggiornata non riporta piu’, sicuramente un percorso abbandonato. Se vediamo qualche traccia ci proviamo, se non si vede nulla non andiamo a cercarcele … anche perche’ ci sono ben 5 canaloni rocciosi con acqua e tanta neve, che sembrano poco facili da passare.
Dal passo una lieve traccia sembra salire verso il Piz Strega, ma di sentieri o tracce che traversano, proprio nulla, peccato ….
Alle 13:25 dopo le foto di rito, decidiamo di percorrere un bel pezzo della cresta del Piz Giumela, verso il Piz da Termin, consci che torneremo indietro per riprendere il canaletto di discesa.
Al cospetto del Piz da Termin, la vista e’ ottima, ma colpisce la quantita’ di neve, tra l’ altro anche il fianco O del Piz Giumela ha una quantita’ enorme di neve, ben oltre il metro. Leggendo le altre relazioni su HiKr, ho capito che si potrebbe scendere e salire anche da questo lato, ma ovviamente quando non c’e’ la neve di oggi.
Discesa verso il passo con tranquillita’ ma anche molta attenzione, le pietre non sono grandi e spesso instabili, ma in mezz’ora circa siamo al passo, ancora qualche foto poi giu’ verso il rifugio dove faremo tappa e rifornimento di acqua (fontana esterna ed anche acqua in capanna).
La discesa e’ veloce, altri 15min di pausa al rifugio Alpe Giumela, dove possiamo ammirare la spettacolare cresta che sale verso il pizzo Strega, con aculei rocciosi ed il picco del Pizzo di Borgeno.
Poi il tratto attrezzato, ancora piu’ spettacolare visto dall’ alto.
Quindi la cascata (una calamita per la macchina fotografica), Alpe Lesgiuna e Biborgh, arriviamo all’ auto alle 16:25.
Mi diverto a fotografare le scritte sul furgone degli alpeggiatori dell’ Alpe Lesgiuna … proprio divertenti !
Come “conoscitori della zona”, ci portiamo senza cambiarci a Fontana, dove una bella fontana di pietra sara’ di sollievo per la sete e per un gaudente pediluvio ….
Oggi e’ andato tutto cosi’ bene che proprio non me lo aspettavo, anche la cima ed il percorso da annoverare tra i piu’ belli del nostro “repertorio”.
La montagna insegna a vivere: questa frase l’ho udita spesso, ma… non e’ vera.
C’e’ gente che frequenta i monti da una vita e non ha imparato un tubo!
La montagna al massimo regala emozioni a chi e’ sensibile ed educato.
Mauro Corona