Nel nostro album delle figurine dei “rifugi” questo mancava da tempo, e per l’ impegno previsto e’ una delle figurine di “pregio”, con questo chiudiamo la pagina della Val d’ Ambra …
Era da tempo che lo avevamo in programma, anzi ci abbiamo anche provato a novembre dello scorso anno, ma le nevicate dei giorni precedenti ci hanno fatto deviare per il piu’ tranquillo e conosciutissimo (per noi) Tecc Stevan.
Paolino, che ama dislivelli e le fatiche, preme per andarci, ed io (Giorgio) che i dislivelli li “misuro” e li conto quando superano i mille, mi sento di affrontarli.
A completare il quartetto: Gimmy ed il Barba.
La curiosita’ e’ tanta, quanto siamo saliti in Val Marcri’, abbiamo incontrato il gentilissimo presidente del Patriziato di Personico (che gestisce la Val d’Ambra ma anche la Val Marcri e la Val di Nedro, con i numerosi e sempre aperti rifugi), che ci aveva descritto il Trusp come il migliore tra quelli in gestione.
Caro Trusp … e’ arrivato il tuo momento.
Parcheggio alla diga della Val d’ Ambra (ormai la mia auto ci va da sola …) 618mt, e alle 08:00 iniziamo la nostra avventura, certo perche’ di avventura si tratta.
Mi spiego meglio. Sulla carta i sentieri sopra Cavalum sono segnati come mancanti in vari punti, quindi traccio il percorso su vecchie carte (CNS), e li trasferiamo sul gps, saranno indispensabili.
A Ramlitt, il primo nucleo di baite dopo 20min, troviamo un grosso serpente disteso sul sentiero, e’ uno scorzone o Saettone, serpente innoquo (ma non esita a mordere se infastidito), le grosse dimensioni pero’ fanno impressione, e lo osserviamo sparire tra le pietre di un muretto a secco.
Sperando di non fare incontri piu’ pericolosi (dopo gli incontri con le Vipere Berus all’ EOS siamo diventati piu’ attenti), proseguiamo.
A Q900 circa, localita’ Quattro Gambe, troviamo un locale che oltre ad indicarci la via per proseguire, ci dice che il Trusp e’ lontano e che ci impiegheremo piu’ di 3 ore (“arriverete su alle 12 …”), ma che il sentiero e’ stato pulito.
Ci avvisa anche che ieri sono saliti tre di Como, chi saranno mai?
Mah … lo scopriremo forse dal libro di capanna.
Alle 09:05 siamo a Cavalum, baite ben sistemate ed un pianoro erboso in una bella posizione. Piccola sosta, bevuta alla fontana e proseguiamo dietro la baite.
Da qui in poi non ci saranno piu’ bolli di vernice, ma il sentiero continua ed e’ evidente.
Ora diventa piu’ ripido, se fino a Cavalum era una serie di zig-zag nel bosco ora e’ spesso diritto. Difficile trovare il bivio per Tei.
Salendo in un tratto rettilineo in una grande faggeta e poco prima di arrivare a delle grandi rocce, a sinistra parte un altro sentiero che in pochi minuti porta ad un alpeggio diroccato, Tei a 1372mt.
Se proseguiamo diritto, dopo una bella salita a fianco di roccioni, si raggiunge la Valle Marcri, visitata lo scorso anno, purtroppo solo il primo dei tre rifugi (Canva Marci), ma ora che i mille metri di dislivello non sono piu’ un limite assoluto (ma una sfida da migliorare), mi propongo di andare a visitarli tutti e tre fino alla Cascina di Lago a 2000mt circa.
A Tei il sentiero che sale verso il Trusp e la Forcarella NON e’ cosi’ evidente …
Qui mi sento di fare un appunto, non so perche’ i sentieri non siano marcati con bolli di vernice, la marcatura e’ fino a Cavalum, oppure risalendo la Val d’Ambra fino al passo del Gagnone e scendendo alla Efra, non avventuratevi sulle vie alte di queste valli senza cartina o GPS, il rischio e’ elevato, ci sono strapiombi, canalini e cengette, molto difficili da individuare ed estremamente rischiose da percorrere “fuori pista”.
Insomma San GPS oggi !
Riprendiamo da sopra Tei, io seguo la “pulizia del sentiero”, cioe’ piante tagliate o rami tagliati, segno evidente di passaggio umano, Paolo segue la traccia GPS della vecchia CNS. Ci ritroviamo una cinquantina di metri di dislivello piu’ in alto, il sentiero torna evidente.
Ora inizia un tratto molto ripido, rivedendolo dall’ alto capisco che abbiamo percorso una parete rocciosa a picco sulla cresta, tra pietre e grandi pini.
Poi si traversa su prato, verso O, sempre molto ripido, per raggiungere un canalino erboso molto-molto ripido, dove le mani possono aiutare a superarlo.
Il sentiero e’ sempre evidente, anche se (ripeto) mai bollato.
Da Q1700 circa inizia un lungo traverso in piano, non individuo il bivio in salita per la Forcarella (un passo che accede alla Val Marcri), ci teniamo in quota, con qualche breve saliscendi, alle 11:00 arriviamo al pratone, tutt’altro che in piano, che ospita l’alpe Trusp, con un edificio che ospita il rifugio.
Siamo talmente fuori dal mondo, che non ci aspettiamo di trovare nessuno, invece troviamo la porta chiusa dall’ interno (il rifugio ha due porte, sul lati opposti), ed una voce invita il Barba ad aspettare.
Ci viene ad aprire un ragazzo, Vasco da Brontallo, ha pernottato qui, ed e’ qui per studiare in preparazione di alcuni esami.
Anche lui avra’ pensato di essere in totale pace quassu’ … invece si ritrova “invaso” da quattro vecchietti (scusa Paolo …), gioiosi, festanti e chiaccheroni.
Alle 11:10 siamo “installati” al Trusp.
La baita in sasso e’ in un pratone “quasi verticale” a 1710mt, sotto grandi rocce, circondato da pietre e boschi di abete.
La baita e’ divisa in due, all’ ingresso c’e’ un locale in legno (chiuso) che dovrebbe contenere i servizi e la doccia, il resto e’ pietra a secco quindi con spifferi e scorci all’ aperto. Sul lato opposto c’e’ un altro ingresso, su questo lato anche un tavolo in sasso dove pranzare all’ aperto con il bel tempo.
Sul lato a valle (Sud) una grossa stanza chiusa in legno che contiene il locale unico con 4 letti, tavolo con panca, camino, stufa a legna, cucinino a gas, armadio con stoviglie, ben attrezzato per davvero.
Mentre chiacchieriamo con Vasco, accendiamo il fuoco e ci scaldiamo oltre che asciugare le maglie matide di sudore.
Pranziamo facendo conoscenza del nostro “inquilino”, che ovviamente non ha potuto piu’ studiare, fuori c’e’ un gran vento, ma quando cessa o al riparo, la vista da qui e’ veramente spettacolare.
Di fronte a noi il Ricuca, la cresta che sale verso la bella Cima Lunga e Cima di Bri, che chiudono a SE la Val d’Ambra, poi tra le nuvole i Torrioni della Val Pontirone, la serie di cascate della Valle di S.Petronilla con il Pizzo Magn e la Cima di Biasca, poco piu’ lontano la parete NO del Pizzo di Claro, sopra i 2000mt ancora tutti molto ben innevati.
Alle 13:45 ci congediamo da Vasco, lui scendera’ da Cavalum (la nostra via di salita), invece noi, intenzionati a fare un anello, scenderemo da Sciresa per poi incontrare il sentiero del Tecc Stevan. Foto ricordo e via.
Vasco ci avvisa (e’ lo stesso messaggio di questa mattina del locale), che incontreremo parecchie piante cadute lungo il sentiero, ci sara’ da fare un po’ di slalom e tanta ginnastica da contorsionista.
Scendiamo il ripido pratone sotto il rifugio, e si ripete la storia di “trovare” il sentiero, divisi in due gruppi per trovarlo prima.
Sconsiglio di cercare di “ricollegarsi” al sentiero, spesso ci si ritrova sopra roccioni senza via di discesa “facile”.
Alle 15:32 arriviamo a Sciresa di Sopra Q1500, solito pratone scosceso con varie baite, alcune sistemate, in basso al prato, dove inizia ancora il bosco, ricerca del sentiero, non sempre si azzecca al primo tentativo, passaggi di animali a volte ingannano, meglio osservare il taglio di cespugli o piante.
Ora la discesa si fa piu’ ripida, in alcuni tratti su gradini di pietra, e in qualche tornante anche esposto.
Passiamo da Sciresa di Sotto Q1300, le baite sono abbandonate ed in cattivo stato, proseguiamo la discesa, il sentiero a volte coincide con ruscelletti paludosi …
Ad un bivio a Q930, il sentiero biforca, a destra scende verso Monastei, diritto va verso Stavell. Nonostante la traccia preparata passa da Monastei, a naso vado diritto e passati sotto Stavell, scendiamo a prendere il largo sentiero che sale al Tecc Stevan.
Alle 16:15 siamo al parcheggio, dove ci attende “il Vasco” che come d’accordo accompagneremo fino alla stazione di Biasca per prendere il treno per Locarno quindi in bici per tornare nella sua Alta Vallemaggia .
Un altro bel rifugio aggiunto alla nostro album-visite, una gita impegnativa ed appagante, che ha messo alla prova gambe, fiato e … GPS !
Un doveroso ringraziamento al Patriziato di Personico che gestisce queste strutture, le mette a disposizione di noi giovani esploratori … e ne sta ristrutturando di nuove!