Dire che questa meta era per me (Giorgio) un sassolino nella scarpa, sarebbe molto riduttivo, e’ invece il coronamento di una grande soddisfazione.
Ma andiamo per gradi …
Prima di tutto scrivo io, perche’ Eze oggi aveva altri impegni, quindi gruppo “ridotto” a cinque elementi: Giorgio, Angelo, Paolo, Gimmy, Luciano.
Le previsioni meteo danno acqua da mezzogiorno in poi, e noi si esce comunque, ma come ci capita spesso in inverno (e quando piove …) puntiamo ad un rifugio dove poter pranzare, accendere il fuoco ed asciugarsi. Se c’e’ anche il tempo materiale e la voglia del nostro cuoco (il Barba) si cucina e pranza in capanna.
Pur puntando ad un rifugio si decide di andare a panini, l’ obiettivo (che non vi svelero’ …) e’ a 1100mt di dislivello dalla partenza, quindi poco tempo per cucinare, ed e’ stata una fortuna … e capirete subito il perche’.
In auto uscendo dalla galleria del Ceneri, vediamo un cielo pulito, sgombro da nuvole e nuvoloni, e subito ci chiediamo se vale la pena sprecare una tale giornata …
Si mette ai voti, e a maggioranza si decide per una cima, ma una passeggiata quasiasi, solo 1200mt di dislivello assoluto (direbbe, anzi ha detto qualcuno, e saranno 1600mt di relativo) nella bella Verzasca, quindi Pizzo Eos 1728mt, una cosa tosta.
Per decidere in questo senso confidiamo in qualche errore del meteo, ci sta bene prendere acqua, ma magari al ritorno ….
Eccoci risalire in auto la meravigliosa Val Verzasca, cercando l’ abitato di Lavertezzo, ma le chiacchere e il guardare in giro … ci fanno arrivare a Sonogno, 13Km oltre Lavertezzo, e soprattutto (e meno male) dove finisce la strada !
Ritorniamo indietro, a Lavertezzo puntiamo a salire fino alle baite di Rancone, un po’ di strada in meno, e per me un po’ di dislivello in meno.
Ma non troviamo parcheggio, o meglio tutti i parcheggi sono PRIVATI, e la strada a salire “sarebbe” chiusa al traffico locale ….
Torniamo a Lavertezzo e parcheggiamo, siamo in ballo e si balla.
Partiamo quindi alle 8:35 (l’ allungamento ed il ritorno ci fanno perdere almeno mezz’ora), risalendo a piedi fino a Rancone.
Sul ponte sulla strada individuo la meta, ma quanto e’ lontana … non mi arrendo e penso: “se riuscirai sarai la’ sopra a guardare giu'” …
Passaggio dalle baite di Rancone, addocchiamo due belle fontane, saranno utili al ritorno, ma credetemi, di acqua proprio non ne manca qui.
Si sale fino a Q674, in corrispondenza di una cappelletta sulla destra, ed il sentiero scende.
So gia’ che andremo a perdere circa 50mt per raggiungere il fiume, passando da una cappella piu’ grande.
Sul ponticello inevitabile fermarsi a guardare il Ri di Carecchio che scorre, verso monte tra profonde gole, e verso valle con cascate e pozze di acqua limpida.
Ora si sale, fino a Q750 dove sopra un sasso un evidente scritta “EOS” ci indica di abbandonare il sentiero principale (che faremo al ritorno in senso contrario), per svoltare a sinistra, per la diretta. Bisogna precisare che il sentiero ora diventa bianco-blu indicando un percorso per escursionisti esperti.
Inizia la salita, la vera salita, senza tregua e senza un pezzetto in piano.
Sentiero ripido nel bosco, passaggio dalle baite di Rodana, e ancora salita fino a Q1160, sotto le grandi pareti di roccia del Pizzo EOS.
Certo non l’ho ancora detto, dal lato a valle, il Pizzo si presenta con pareti verticali rocciose, sembra irragiungibile.
A questa quota un primo passaggio delicato, su roccia con gradini della lunghezza di un piede scavati nella roccia, viene in aiuto una catena di sicurezza.
Il tratto, in salita chiaramente, e’ una decina di metri circa.
Si sale ancora un poco, ed ecco un secondo tratto, ancora con gradini di roccia, ma senza catena di sicurezza, molto piu’ breve del precedente, ma sempre da fare con attenzione, sono entrambi abbastanza esposti.
Direi che in condizioni normali, senza eccessiva acqua (come detto le roccie trasudano acqua ovunque), ghiaccio o fogliame il passaggio e’ tranquillo.
Poco oltre il piacevole incontro con due camosci, riusciamo ad avvicinarci fino ad una decina di metri, mai cosi’ vicini !
Ancora un tratto nel bosco e sbuchiamo nel ripido canalone pratoso che porta ad Eus.
Sono poco piu’ di 250mt di zig-zag, con pendenze sempre elevate, io ed il Barba ci fermiamo per uno spuntino prima di affrontare quest’ ultimo tiro.
Poi riprendiamo a salire, Paolo, Gimmi e Angelo piu’ avanti, io ed il Barba un po’ distaccati.
Tornante dopo tornante ci avviciniamo, la bandiera e la prima baita ci aspettano.
Piu’ in alto sento gridare Paolo, si e’ preso un bello spavento, due belle vipere, una anche piuttosto grossa, proprio sul sentiero.
Quando arrivo io, sono gia’ passati tutti, e le vipere sono certamente nascoste.
Alle 12:00 arrivo ad EOS, 20min dopo Paolo, che spaventato ci mostra il video con le vipere.
Dieci minuti di sosta, e mi servono …, per poi ripartire per la vicina vetta, 120mt sopra di noi, un percorso senza grandi strappi.
Saliamo veloci, qualche residuo di neve, ma poca roba e dopo 20min siamo tutti sulla vetta dell’ EOS.
Nonostante la modesta elevazione, e qualche nuvolone di troppo (ma per fortuna ben diverso dalle previsioni), lo spettacolo a 360 gradi e’ meraviglioso.
Le grandi vette di confine con la Leventina, Poncione di Rosso, Cima Lunga ecc, il Poncione di Alnasca con la Fopia, il Vogorno …. che spettacolo !
Tira una certa arietta fresca, quindi foto a gogo, foto ricordo, anzi due, e discesa.
Qualche decina di metri sotto la vetta, ben riparata da alcune rocce la gamella con il libro di vetta, dove lasciamo le nostre impressioni e firme.
Ad EOS, sotto un debole sole ma su una bella panca e tavolo in sasso consumiamo il nostro pranzo, con tanta allegria ma anche tanta soddisfazione generale.
Gimmi non smette di apprezzare questa escursione, ma penso che tutti siamo daccordo.
Alle 14:10 dopo un’ ennesima foto ricordo, partiamo per il ritorno, che sappiamo ben piu’ lungo (+3.4Km), ma senza passare per i tratti attrezzati.
E’ un sentiero T2, la via normale per Eos, che dalla alta Val Carecchio risale fino ad Eos.
Passiamo subito da Arossa, gruppo di baite, ed iniziamo la discesa, senza grandi strappi, ma con continui attraversamenti di corsi d’acqua, di ruscelli, di cascate e di cascatone … dove impossibile non fermarsi a bere ed a fotografare.
Siamo in direzione opposta a Lavertezzo, il sentiero infatti risale la valle, e si ha sempre l’ impressione di essere “troppo avanti”, ma poi si scende e a Q1175, dove il Ri di Carecchio si divide in due rami principali, si svolta verso valle.
Sentiero sempre segnato e pulito, ovviamente si deve guadare nuovamente tutti i ruscelli guadati “in alto”, ma nessun vero problema, a parte bagnare gli scarponi.
Arriviamo a Monte della Valle 995mt, bel gruppo di baite in parte sistemate altre in sistemazione, e proseguiamo sempre costeggiando il torrente che prende sempre piu’ forza scendendo a valle.
Arriviamo al bivio per EOS, qualche spiritoso invita a ritornare sulla direttissim …
Scendiamo al ponte, ora oltre 50mt di risalita verso la cappella, e poi Rancone con doppia sosta alle fontane per dissetarci. Infine strada asfaltata fino a Lavertezzo.
Il meteo non e’ certamente bello ora, ma ancora non piove, nonostante le gufate di “qualcuno che mancava …”.
Inizia a gocciolare mentre saliamo in auto, uno sguardo verso il Pizzo Eos, con l’ orgoglio di esserci appena salito.
Alla prossima …
E in questo 5 maggio non poteva mancare:
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
…………………………………
Fu vera gloria?
Ai posteri l’ardua sentenza:
Tratto da “Il Cinque Maggio” (morte di Napoleone), di Alessandro Manzoni