Uscita molto anomala questa …
Prima di tutto usciamo di sabato, poi sono due settimane consecutive, rompendo la regola di “ogni 15 giorni”.
Morale … ci ritroviamo solo in tre dei “soliti”: Giorgio (io), Paolo, il Barba, ci accompagna un caro amico di HiKr Francesco.
Visto il lungo viaggio in auto, decidiamo di anticipare di mezz’ora la partenza, altra anomalia.
Colazione alle 6:00, ritrovo al Breggia con Francesco (dove abbiamo anche il piacere di salutare alcuni amici di hikr che partono per la loro escursione).
Galleria del Gottardo, poi Andermatt, quindi Realp, parcheggio a pagamento, 3CHF al giorno, alle 8:10 ci incamminiamo con le ciaspole appese nello zaino sulla strada chiusa che sale al Furka-pass.
L’ obiettivo di oggi e’ uno di quelli tosti, ancora sopra i mille metri di dislivello, ma ormai … mi sto “rassegnando”.
Puntiamo alla Albert-Heim Hutte, una bella capanna arroccata su un picco roccioso, initiolata ad un noto geologo svizzero Albert Heim (1849-1937), che si e’ distinto per gli studi geologici e glaceologici nelle Alpi.
A lui e’ intitolata questa bella capanna in Val Orsera, e fui lui stesso a suggerire la posizione su cui e’ arroccato il rifugio a 2541mt.
La strada del FurkaPass e’ spianata dalle motoslitte, e sale con numerosi tornanti, al primo calziamo le ciaspole ed incominicamo a salire.
Tagliando i tornanti l’ ascesa e’ piu’ breve ma ovviamente piu’ ripida, la via da seguire e’ inutitiva, il primo obiettivo e’ l’ Hotel Galenstock a Q1998.
Lo raggiungiamo passandolo a sinistra (verso Ovest), al ritorno lo passeremo sul lato opposto.
Da qui si abbandona la strada che prosegue verso il passo, per salire in via diretta. Ci sono paline indicatrici e tante tracce di sci-alpinisti (mai visti cosi’ tanti ….),
non c’e’ dubbio e’ un paradiso per lo sci-alpinismo, le molte tracce, ma di piu’, le file di formichine che vedo salire sono la prova.
Inizia la parte piu’ dura, qualche traverso ma molta diretta, anche ripida, i tre di testa mi distaccano ma poi mi aspettano.
Paesaggi stupendi, vette che spuntano dai profili di neve.
Ci sono vari “balzelli”, io aspetto con fatica di vedere una croce su un cucuzzolo, e’ il punto di arrivo, la capanna e’ oltre e piu’ in basso di quel rilievo e solo da quella posizione si puo’ vederla.
Francesco e’ uno scoiattolo sulla neve, Paolo gli sta dietro, poi il Barba ed io solito fanalino.
Ho contatto quattro o cinque balzelli, fino a quando la vista si apre, e quasi in piano ci si porta sotto la croce.
I miei amici sono gia’ sul posto a mezzogiorno, e spiano il mio avvicinamento, sono tallonato da un gruppo di sci-alpinisti, uno sprint di orgoglio mi porta in vetta prima di loro alle 12:22.
Nonostante il meteo che va guastandosi, nuvole ovunque, il paesaggio e’ notevole, e finalmente riesco a vedere la capanna.
Mi riposo 10 minuti seduto su una pietra, poi foto ricordo e abbandoniamo la croce di vetta Auf den Stocken o Schafberg a 2591 mt.
La crestina e la croce sono il punto di partenza di chi scende con gli sci, c’e’ veramente poco posto alla croce, quindi cediamo volentieri posto ai prossimi.
La capanna si trova a 600-700mt di distanza verso monte, in basso, circa 50mt piu’ in basso, arroccata sopra una roccia.
Scendiamo tranquilli fino alla base della roccia, per un ultima salita obbligatoria sul lato destro, dopo 15m dalla croce siamo alla Albert-Heim-Hutte.
Sono le 12:45 e ci accomodiamo nelle panche fuori dalla capanna, conosciamo il gestore che sta spalando neve, e nel suo stentato italiano ci scambiamo quattro chiacchere.
Pranziamo in molta allegria, certo manca il “capo comico”, ma la simpatia e le stupidate non mancano comunque.
Condividiamo le cibarie, il vino, poi il caffe’ (verso 5 bicchieri … ma il quinto e’ virtuale ….), grappetta, e dolci.
Poi chiediamo al gestore di visitare l’interno e ci fa da guida, il locale invernale buio ed angusto con 8 posti letto lavandino e stufa, il grande refettorio e la cucina.
Nella sala da pranzo girano dei folletti o elfi, di varie eta’ …
Concludiamo con due belle birrette, per festeggiare la giornata e la meta raggiunta.
Poco prima delle due, ci prepariamo, due belle foto ricordo ed alle 13:50 iniziamo la discesa, passando ancora davanti ai WC (impossibile non immaginare il disagio di scendere ai gabinetti esterni durante una tormenta di neve …).
Decidiamo di scendere facendo un quasi anello, prendendo il sentiero per l’ Hotel Tiefenbach (e’ il sentiero estivo che dalla strada per il passo porta in 1:30 alla capanna), ripido solo nella prima parte, sotto la capanna, e poi piu’ dolce e con meno rischi per le ginocchia.
Scendendo incontriamo varie persone con ciaspole e sci che salgono, visto l’ orario immagino che si fermeranno in capanna.
In una sosta, vedo Francesco assorto …. poi lo vedo partire in quarta verso una roccia con dei lunghi candelotti di ghiaccio, stava covando una delle sue famose foto.
A Tasch 2272mt, lasciamo il sentiero che scende a Tiefenbach (qui finisce una strada carrozzabile), e prendiamo le vie piu’ dirette, passando ad E del Hotel Galenstock.
Man mano che si scende la portanza della neve e’ sempre meno, sprofondamenti e scivolate.
Paolo sparisce con tutte e due le gambe in una buca vicino ad una roccia nascosta, tutto bene, finisce con una risata.
Si scende per la via piu’ diretta ma anche “tastando” la neve per evitare faticosi sprofondamenti, che possono diventare pericolosi per ginocchia ed ossa.
Raggiungiamo la strada e quindi il parcheggio alle 16:10.
Sono e siamo tutti contenti, un’ altra perla di valore nello scrigno.