E’ una bella citazione di Abramo Lincoln, e non è caso, visto che proprio ieri sera ci siamo ritrovati a festeggiare (con 4 giorni di anticipo) il compleanno di Roberto, E NON un numero qualsiasi …
Oggi ci tocca programmare un’escursione con vincoli di tempo, ritorno a casa entro le 17:30, e peggio ancora il cambio orario, improponobile la sveglia anticipata.
Quando il viaggio in auto deve essere corto, il percorso anche, ma si vuol godere di panorami e perchè no anche di qualche soddisfazione, la Val Solda è sempre una certezza.
Torno volentieri a rifare la Fojorina ed il Torrione, ma con un anello diverso, anche se il punto di partenza è Seghebbia, in Val Rezzo, laterale E della Val Solda.
Parcheggiamo nella piazzetta silenziosa di Seghebbia 1110mt, e alle 07:50 siamo in cammino sul sentiero 3-barrato che porta verso il S.Lucio.
Seghebbia è un paesino che con Buggiolo si trova nella testata della Val Rezzo, poco sotto il Passo della Cava che scavalla in Val Cavargna.
Risaliamo il costone che dall’ Alpe Colmine, sotto il Monte Cucco, scende fino a Seghebbia, il sentiero è bello largo, e nella parte alta scopriamo che stanno realizzando una strada che scende dall’ Alpe Colmine fino all’ acquedotto.
Imboccata la strada la seguiamo anche se fa qualche tornante in più del sentiero. Arriviamo all’ Alpe Colmine, da dove vediamo con chiarezza la brillante nuova croce della Fojorina, del percorso per raggiungerla, invaso dalla neve su tutto il versante svizzero verso N.
Seguiamo il largo sentiero che passa poco sotto il Monte Cucco, e raggiungiamo la bocchetta di S.Bernardo, dove iniziamo a pestare neve.
La via è ben battuta ma su neve pressata e ghiaccio nei punti più in ombra, in ogni caso si sale abbastanza bene anche senza i ramponcini che restano nello zaino.
A 1650mt troviamo la palina che non indica la bocchetta di Regagno, da dove si scende in Val Solda, ma Alpe Fiorina e Passo Stretto, ma rimandiamo questa storia a più tardi.
Proseguiamo e alle 09:55 metto i piedi sulla Cima di Fojorina Q1809/1810, con una bella croce metallica che ha sostituito una vecchia e piccola croce in legno.
Non c’e’ vento, il sole spende il panorama è infinito, ci fermiamo una mezzora abbondante a godercela.
Prossima tappa il Torrione, la via per arrivarci sotto è evidente anche se piena di neve, meno evidente e preoccupante come salirci.
Io, Roberto e Luciano ci siamo stati, ma salendo dal lato opposto e scendendo da questo, sappiamo che il passaggio c’e’, non sappiamo se la neve ed il ghiaccio lo permetteranno.
C’e’ un secondo aspetto, c’e’ una paretina di roccia da risalire, piuttosto verticale, ma assicurata con qualche metro di provvidenziale corda, speriamo non sia sotto la neve, ma questo lo scopriremo solo in loco.
Calziamo i ramponcini, scendiamo pochi metri dalla Fojorina e ci dirigiamo seguendo il costone.
Il lato N/O è sempre innevato e spesso ghiacciato, il lato S/E è in pieno sole e pulito.
Arriviamo sotto la torre principale, la corda è pulita e finalmente assicurata alla roccia, in passato era legata alla base di un pino mugo che onestamente non sembrava poter reggere a lungo.
Uno alla volta risaliamo quei pochi metri di roccia, niente di che ma la corda serve, non ci sono sempre gli appigli.
Arrivati sopra ricalziamo i ramponcini per aggirare a O la torre rocciosa e risalirla più o meno al centro, si trovano bolli bianco-rossi sulle pietre.
Anche il tratto che adduce alla cima è ghiacciato, bene avere i ramponcini, ma attenzione al massimo, scivolare non sarebbe simpatico.
In cima grandi panorami, sotto di noi a picco (ma veramente a picco) la Val Solda che scende appoggiandosi al Ceresio.
Anche qui 15min di sosta e foto a trecentosessanta gradi.
Scendiamo con il doppio dell’attenzione aggirando il ghiaccio spesso e vivo, anche la calata con la corda non presenta difficoltà, ma sempre meglio non scivolare …
Torniamo sotto la Fojorina, Q1800, e scendiamo fino alla palina Q1650.
Il sentiero è segnato e bollato, ma completamente invaso dalla neve, ma non c’e’ alcun segno di passaggio, saremo i primi per il Passo del Regagno.
E’ un traverso che tiene quota, non ci sono problemi anche se ripido, sotto c’e’ parecchio pino mugo.
Alle 11:55 siamo al Passo del Regagno Q1656, sotto di noi si sviluppa la Valle di Fojorina, e la discesa si presenta molto ripida ma completamente libera e pulita, siamo in pieno sole ed esposti a S.
Il sentiero è ben marcato e serpeggia, poi si porta sotto il Regagno, si potrebbe salirci, ma preferiamo gustarci la giornata ed il pranzo all’ Alpe Fiorina come da programma.
Alle 12:30 puntualissimi siamo all’ Alpe Fiorina, due baite in legno in una radura prativa a 1350mt, fondamentali panche e tavoli e soprattutto una magnifica fontana.
Ci accampiamo per pranzare in totale relax, stupendo il luogo, non ci sono i grandi panorami verso il lago, ma siamo incassati in una gola circondati da torrioni rocciosi calcarei, siamo in pieno sole e ce la godiamo alla grande.
Tempo di permanenza previsto 1:30
Dopo i panini e la frutta, PRE-festeggiamo in anticipo di 3gg il compleanno di Roberto, una scusa per festaggiare la troviamo sempre, e questa volta sono l’ennesimo giro-di-boa del nostro Roby/Eze/Alp.
Panettone (degli alpini però) e prosecco, infine caffè e le nostre classiche correzioni.
Un pò di foto, anche all’ ambiente, e ci prepariamo per tornare, mancano circa 4Km, che stimiamo in 1:30
Anche l’ambiente del ritorno devo dire che soddisfa tutti, faggete enormi, sentiero bollato bene di vernice, unica rottura tantissime foglie di faggio che in alcuni tratti superano il mezzo-metro.
Altra cosa da segnalare, ovunque fioriscono primule gialle e una quantità esagerata di ellebore in fioritura, nei vari colori verde, bianca e viola, spettacolare veramente.
Seguiamo i sentiero 3-barrato verso Seghebbia, ignorando le indicazioni per Dasio, e l’ Alpe Riccola ed il Passo Stretto.
Si tiene quota, poi si risale alla larga bocchetta prativa di Pralungo, dove si abbandona la Val Solda per tornare in Val Rezzo.
Scendiamo tenenedo la sinistra alla Alpe Pramarzio, attraversiamo il prato in direzione Seghebbia, proprio di fronte a noi, ma più in alto. Nel prato il sentiero si perde, ma con logica si arriva a ritrovarlo che scende verso il torrente, lo attraversa su un ponticello di legno a Q1040, da qui si risale, e devo confessare faticosamente, fino ai 1100 metri del cimitero di Seghebbia, e su strada in 5minuti alla piazzetta dove abbiamo parcheggiato.
Nonostanete le due cime mi erano note, anche a Roberto e Barba, il giro ci è piaciuto, la salita al Torrione con neve e ghiaccio ha deto quel “peperoncino” alla giornata, coronata dalla bella sosta all’ Alpe.
Tutto ben riuscito, e per me anche un positivo risultato dopo la defaiance dell’ultima ciaspolata.
Informazioni Utili:
Sito ERSAF Lombardia Val Solda
Cartina con sentieri escursionistici della Val Solda e Val Rezzo
Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi
(Cesare Pavese)
La vita è così breve che non c’è tempo per litigi, per il rancore e per la guerra. C’è solamente il tempo per amare e dura solamente un istante.
(Mark Twain)