Le previsioni domenicali non sono confortanti, e la qualita’ della neve non e’ ancora quella giusta per godersi una bella ciaspolata, quindi cerchiamo qualcosa di basso, ma ovviamente di sconosciuto.
Puntiamo ad una zona ben nota, ma che abbiamo sempre snobbato per le cime un po’ modeste.
Obiettivo odierno e’ il Matro, quello dei monti di Isone, e seguendo un po’ di creste e cimette senza nome,alla Cima di Medeglia.
Saliamo in auto fino a Canedo, in Val d’Isone, dove finisce la strada. E’ un borgo di poche case.
Seguiamo le indicazioni per la Cima di Medeglia, fino a Canaa, dove si trova una grande stalla. Prima di Canaa si passa dal bel borgo di Troggiano Q1064.
Alla stalla di Canaa troviamo un sentiero che a sinistra sale alla cima, ma noi proseguiamo lungo la strada, questa cima e’ l’ultima del nostro tragitto.
Arriviamo alle baite di Predoso, riconoscibili per le numerose installazioni di antenne per radioamatori, in breve ai Monti di Medeglia Q1038, da qui parte la strada che contorna e sale la Cima di Medeglia, la direttissima sempre la Cima di Medeglia e ls sterrata militare che va fino a Cima di Dentro ed a Isone.
Prendiamo questa indicazione, e proseguiamo sul lato N, quindi molto freddo e con ghiaccio. Aggiriamo il Motto della Costa per arrivare ad un altro bivio/sella quotata 1043mt.
Qui arriva anche una strada in parte cementata ed asfaltata per porta a varie baite sul lato della Valle d’Isone, e che parte sempre da Drossa / Medeglia.
Proseguiamo sempre sulla sterrata, con numeri su e giu’, con di fronte a noi il nostro obiettivo, il Matro (ma quanti ce ne sono di Matro?).
Arrivati ad un altro bivio quotato 1090mt, prendiamo a sinistra per tornare verso la Val d’Isone, saliamo e scendiamo a Pedrinasco, qui alle baite prendiamo il sentiero verso Cima di Fuori, in realta’ il sentiero battuto porta ad una baita a Q1115, che si trova sotto la cresta NE del Matro.
Da qui si sale su vaga traccia fino alla cresta, ed in breve alla cima vera e propria. Il meteo e’ scurso e svolazzano gocce di neve ghiacciata, verso N e’ tutto nero-nero, meno male che non abbiamo deciso per la ciaspolata!
In cima la vista e’ ottima, ma limitata dal maltempo. Sotto di noi la piana di Magadino e Bellinzona, verso NE il Pizzo di Corgella ed il Camoghe’ (con tre cime), verso S il Monte Bar ed il Caval Drossa.
Breve fermata anche perche’ fa freddo e nevischia. Il percorso prevedeva di tornare indietro sulla cresta NE fino a Cima di Fuori, ma ci inventiamo una bella verticale wild sotto il Matro, niente di pericoloso, ma la pendenza considerevole, il viscido, alcune placche rocciose e le tante foglie lo rendono certamente bello wild, come ci piace!
Poco sotto la cima notiamo alcune fortificazioni militari, con trincee e ripari per l’artiglieria, uno con dentro paglia e legna, sembra fatto apposta come riparo.
Riscesi al bivio sopra Pedrinasco, risaliamo la prima altura Q1120, dove troviamo il serbatoio dell’ acquedotto, qui facciamo una piccola pausa.
Proseguiamo scendendo e risalendo la cimetta successiva quotata 1151mt, di nuvo giu’ di oltre 50mt e poi risaliamo un’altra altura Q1128, quindi discesa Q1045, breve risalita dove si trova una baita in posizione stupenda e molto ben messa.
Tratto quasi pianeggiante e sempre nel bosco fino a Q1043, dove arriva la strada.
Altra risalita, altra cresta Q1120. Qui evitiamo la cimetta Q1140 e prendiamo a sinistra dove troviamo un bel laghetto, completamente ghiacciato. Poco piu’ avanti un’altra pozza d’acqua sempre segnata sulla CNS.
Ora scendiamo fino a Q1085, cercando un posto dove fermarci per pranzo. Troviamo una baita con barbecue all’ esterno, e con un po’ di legna raccattata in giro riusciamo a fare fuoco per scaldare i panini.
Fortunatamente esce anche un po’ di sole, siamo in ottima posizione, di fronte a noi il lato nord piuttosto innevato del Monte Bar e della Valle d’Isone e Serdena.
La posiziona e’ ottima per studiare qualche nuovo percorso, magari partendo dalla Gola di Lago. Interessante anche il lato del Monte Bigorio, tutto da scoprire.
Dopo una bella pausa, ripartiamo seguendo il fianco e rimontando fino alla prima sella della giornata, cioe’ ai Monti di Medeglia.
Da qui seguendo delle paline prendiamo il sentiero diretto per la Cima di Medeglia. Primo tratto nel bosco poi tutto su paglione con un bel tratto anche acquitrinoso, dove fare attenzione per non … sporcarsi gli scarponi.
La cima con la croce (ci sono varie cimette) non e’ proprio a due passi, si trova piuttosto a picco sopra Rivera, ma l’ultimo tratto e’ su una sorta di altipiano.
Arrivati alla croce sotto un bel sole ci gustiamo calore a bei panorami, direi che il 360 merita davvero da questa posizione.
La vista spazia ben lontano, dal Generoso, al Boglia, alle cime Lema-Tamaro, Locarno ed il Locarnese, il Vogorno, Madone, il Gaggio, la Piana di Magadino, Bellinzona, il Pizzo di Claro, poi i vicini Camoghe’ e Garzirola, il Bar.
Dopo una bella mezz’ora scendiamo su sentiero diretto per Canaa, da qui a Troggiano e quindi a Canedo.
A Troggiano manchiamo una deviazione che avrebbe allungato un po’ il percorso ma consentiva un anello piu’ ampio, ma va bene cosi’.
Alle 15:15 siamo al parcheggio, indubbiamente molto presto, quasi mai cosi’ presto nei nostri giri, ma dislivello limitato anche se 11,5km di giretto molto soddisfacente. Visitare e scoprire zone nuove e’ sempre nel nostro dna.
Aspettiamo la neve, quella seria, per cominciare la stagione delle racchette.
Gli esseri umani sono straordinari: vogliono essere liberi e indipendenti, ma allo stesso tempo si aspettano sempre qualcosa dagli altri. Chiedono continuamente che si pensi a loro, che li si ami, che li si aiuti o si lavori al posto loro. Che contraddizione!
Se volete veramente essere liberi, cominciate a non contare piu’ cosi’ tanto sull’aiuto degli altri. Ciascuno ha le sue preoccupazioni, le sue difficolta’, allora un giorno si pensa a voi e l’indomani vi si dimentica, e’ normale. E anche ammettendo che tutti siano disposti ad aiutarvi, vi sentireste ancora insoddisfatti. Perche’? Perche’ cio’ di cui avete veramente bisogno, gli altri non possono darvelo, siete voi che dovete lavorare per acquisirlo. Cio’ di cui avete veramente bisogno, e’ diventare piu’ ragionevoli, piu’ pazienti, piu’ forti, piu’ illuminati… Solo cosi’ sarete piu’ liberi. E soltanto voi, con i vostri sforzi, potete riuscirci.
Omraam Mikhael Aivan