Cima d’ Aspra 1848mt e Capanna Aspra 1766mt
La Cima d’Aspra è nel mirino da tempo, questo costone non lo abbiamo mai percorso, solo nella parte alta per il Gaggio, ma Cima e Cimetta sono a noi sconosciute, per non parlare del rifugio Alpe d’Aspra, mai aperta la porta, una lacuna da colmare.
Per dirla tutta, ci abbiamo provato a giugno 2014, anche quella volta “lo famo strano”, cercando di salire la Cimetta partendo dai Monti di Bedretto, ma un canalone ripido e ghiacciato ci aveva sbarrato la strada.
Questa è la volta buona, grazie ad amicizie di Paolo ci procuriamo il gettone al comune di Gnosca, così possiamo salire in auto fino alla fine della strada a 940mt, poco sotto Naseri.
Partiamo alle 08:00 dal parcheggio, siamo in ombra, la giornata è parzialmente nuvolosa, ma promette di aprirsi. Visto che partiamo facilitati, non faremo la via diretta e veramente ripida, cioè la classica per la cima d’ Aspra, ma ci inventiamo un anello sulla carta, salendo da nord, quindi dalla Valle di Moleno.
L’idea sembra bella, il sentiero sulla mappa è tutto tracciato, e ci porta a vedere due cose interessanti: la testata della grande frana di Preonzo, ed un rifugetto di cui sembrano non esistere passaggi : il rifugio Alpe di Pertignaga, c’e’ solo una foto sul sito alpi-ticinesi.ch.
La via ufficiale per Alpe e Cima d’Aspra è ben indicata, ma la via che sale da N non è facile da trovare, indispensabile il GPS, si sale puntando le case più a destra (N) di Nàseri, quindi con qualche difficoltà si cercano dei bolli rossi su sassi e piante.
Si sale quindi cercando i bolli fino ad uscire dal bosco, dove troviamo i ruderi di un alpeggio, con varie apparecchiature tecnologiche.
Un cartello avvisa “Buche e Fessure”, è evidente ora che siamo sopra la grande frana di Preonzo. (interessanti i video 1, 2, 3)
La frase “siamo sopra” significa che siamo proprio in alto dove inizia la frana, ci sono spaccature enormi in larghezza ma ancora di più in profondità. Stando proprio al limtie viene la pelle d’oca, riesco a fotografare solo da posizioni più tranquille.
Ovunque apparecchiature che tengono sotto controllo la frana, funi da un lato all’ altro delle spaccature collegate con sensori pronti a segnalare movimenti delle spaccature. Impressionante davvero, e da questo punto ancora di più.
Sedata la curiosità, nasce la voglia di continuare, e soprattutto di “andarsene di lì” …
In questo punto, Alpe di Roscera Q1517, il sentiero non è più segnato e non lo sarà più. Seguendo segni di passaggio e tagli di piante saliamo su un piano erboso sopra l’ alpe e la frana, ci accorgiamo tardi di essere fuori dal sentiero segnato sulle mappe, con un po’ di “ravanage” ritroviamo segni di sentiero una quarantina di metri sotto.
Devo fare una puntualizzazione importante, dala frana (Alpe Roscera) all’ Alpe Pertignaga non troviamo alcun bollo di vernice, nessun segnale, e certamente il sentiero è praticamente usato solo da pochi cacciatori. Questo tratto è quello che giustifica il T4 che ho indicato, ed è più che giustificato.
Ci sono roccioni dove si cammina su cengette, due canaloni con materiale di scarico da risalire e cercare dove proseguire, roccia umida e molto scivolosa, tratti particolarmente esposti e a tratti aperti sulla valle di Moleno, nella scala del Ravanage direi un REC (Ravanage Escursionistico Cazzuto), e sbagliando sentiero sicuramente un REI (Ravanage Escursionistico da Incubo).
Il GPS aiuta ma nei canaloni non c’e’ la precisione del metro o dei pochi metri, l’unica è provare, usare la testa, guardare bene, e …. Riprovare se la via si mostra “troppo difficile”.
Ritroviamo sempre (anche perché siamo in sei ed è più facile cercare) le tracce del sentiero, percorsi i due canaloni ed il tratto intermedio, più un breve tratto dopo il secondo canalone (tratti esposti e sentiero al limite), tiriamo il fiato e proseguiamo in un bel bosco.
Sono circa due chilometri circa in piano, e finalmente troviamo un bollo rosso (l’unico), siamo al bivio che sale alla bocchetta che porta alla cima d’ Aspra, ma proseguiamo ancora per pochi minuti fino al rifugio Alpe di Pertignaga 1620mt, sono le 11:10. Vista da lontano sembra carina, ma raggiunta ci si presenta un rifugio più che spartano, è aperta, con una stuga al centro, ma poco o nulla, spifferi ovunque, posto da cacciatori.
Proseguendo sul sentiero si scende alla bella Capanna Gariss 1422mt, in alta Valle di Moleno, noi facciamo una pausa all’ esterno di una decina di minuti.
Torniamo indietro sui nostri passi fino al bivio a Q1622, qui inizia una bella salita verso E che porta prima ai 1750mt con i ruderi dell’ Alpe Merengetto, poi si devia verso SO fino alla bocchetta a Q1809 (12:00).
Gli amici sono avanti ed ormai alla croce di vetta, io con il mio badante Gimmy, risalgo verso sinistra dalla bocchetta un primo dosso, quindi si scende e si risale il dosso della Cima d’Aspra con la croce poco sotto sul lato riverasco.
Raggiungo gli amici alla croce alle 12:10, dalla bocchetta siamo in pieno sole, ed il paesaggio dalla croce è spettacolare.
Di fronte svetta il Claro da una angolazione che lo rende veramente bello, un “piccolo Cervino”, ma anche tutto attorno le cime innevate sopra i 1900-2000, tante ben conosciute, sono una meraviglia.
Giusto il tempo di fare le foto di rito che un primo gruppo di affamati … inizia la discesa sul ripido verso il sottostante rifugio, io mi fermo ancora per qualche foto.
Alle 12:30 siamo tutti al rifugio Alpe d’Aspra, non male dentro, abbastanza spartano ma ben fornito (stufa a legna, gas e caminetto, tavolo con varie seddie e panca) sufficienti stoviglie per cucinare (lo Chef certifica).
Non pranziamo all’ interno, ma sul tavolo esterno ed in pieno sole, una goduria totale.
Pranzo con panini e frutta, ma non manca qualche dolce, il caffè con accompagnamento alcolico, ed infine lo chef ci prepara un ottimo vin-brulè.
Foto ricordo anche qui, ed alle 14:00 lasciamo il rifugio, la discesa è breve (2.4Km) ma molto-molto ripida, ma sembre ben marcata. Passiamo dall’ Alpe Sessadora (fontana), dai ruderi di Stabbio, ed infine nella meravigliosa piana prativa di Nàseri.
Che posto ragazzi, impossibile non fermarsi a vedere le baite ben sistemate, le loro verande e la vista che godono, il tutto nel silenzio visto che non c’e’ nessuno.
Ancora pochi minuti di discesa, passiamo dalla chiesetta di Naseri, ed infine siamo di nuovo al parcheggio alle 15:45 (tolte le pause, circa 1:30 di discesa).
Una anello WILD ma molto-molto WILD, sconsigliato senza GPS, e da fare solo sapendo bene cosa aspettarsi nell’ anello di salita, ma bello quanto selvatico con il ravanage in giusta dose.