Rifugio Alpe d’ Arbea 1823mt
Lo devo proprio ammettere, questa volta ce le siamo proprio cercata, abbiamo portato il ravano nella neve.
Francesco mi chiede in settimana dove andiamo domenica, ed io avviso, guarda che se c’e’ sole ed il pericolo valanghe contenuto, andiamo a ravanare, proviamo a raggiungere dove nessuno e’ ancora stato in inverno (o almeno non ci sono relazioni).
Valanghe pericolo a 2 in Mesolcina, e dal cilindro esce la visita ad un rifugetto “minimal” (come si direbbe oggi).
Leggo e rileggo le relazioni su Hikr di siso, ale84, simone86, e soprattutto le foto del percorso all’ alpeggio, per capire se ci sono pericoli oggettivi o pendii pericolosi.
Dalle foto e dalla cartina, si deduce che da Pradiron Sura il percorso e’ effettivamente nel bosco, non vedo sulla carta pendenze impossibili, proviamo … al massimo si torna indietro.
Di certo c’e’ da pestare neve e non poca, quindi fatica a go-go.
Partenza alle 08:15 da Pian S.Giacomo, di fronte all’ Albergo Posta (chiuso), dove si trova un ponticello sulla Moesa.
I primi 2,8Km, fino a Pradiron Sura, sono su strada, o meglio stradina, non so dirvi fino a dove e’ asfaltata troppa neve, ma di certo nell’ ultimo tratto e’ stretta e sterrata.
Seguiamo quindi la strada, passiamo a lato della chiesetta ed iniziamo la salita, che con lunghi tornanti va verso monte.
Al terzo tornante, proseguendo si va a Quadea, la traccia nella neve finisce, ora si inizia a battere.
La salita e’ piacevole, il paesaggio stupendo anche per la neve intonsa, passiamo alcune baite con notevoli quantita’ di neve sul tetto e attorniate da un bianco intatto.
Noi seguiamo sempre la strada, passiamo sopra Pradiron Sot (1500mt circa) ed infine sbuchiamo a Pradiron Sura a 1529mt.
Alcune delle relazioni partono da qui, e riconosco la baita (alpeggio) ormai diroccato, ma sito in una radura prativa spettacolare.
Come detto la strada finisce qui, si prende il lato sinistro dell’alpeggio in gran parte crollato, e si risale un crinale.
Dalla partenza e’ il primo tratto un po’ ripido, ma senza pericoli siamo in un bosco fitto di abeti.
A circa Q1600 il sentiero traversa con pendenze quasi nulle, a Q1930 si trova un segnale bianco-blu-bianco su un albero, indica “Sentei de Scima”, deviando decisi a sinistra siu sale il crinale Muscion per scendere in Val d’Anzon(quindi verso S).
Noi proseguiamo in piano seguendo i radi ma importanti bolli bianco-rossi sugli alberi. Il bosco cambia da abeti a larici.
A questo punto devo fare una puntualizzione importante: di pericoli seri non ce ne sono, non sembra una zona soggetta a slavine (ci sono piante in piedi e sicuramente antiche), ma ci sono tre passaggi che meritano attenzione, sono un po’ piu’ aperti e soprattutto ripidi.
Inutile darvi l’altitudine (sempre poco sopra i 1600mt), ve li indico sulla cartina. In due passaggi siamo scesi si poco per trovare meno pendenza.
Ovviamente tutto dipende dalla condizione della neve, noi abbiamo abbiamo trovato neve soffice, si sprofondava almeno 40cm, quindi la tenuta era ottima, con neve ghiacciata o crostata saremmo tornati indietro.
I due battitori Paolo (inarrestabile) e Francesco fanno un grande lavoro, cercando i bolli, ma anche cercando i passaggi piu’ adatti con le racchette.
Quando manca poco al rifugio, si bloccano e sembrano tornare indietro, in corrispondenza di un breve costone roccioso il passaggio a proseguire ha pendenze almeno di 70 gradiC, decisamente troppo.
I due guidano il gruppo scendendo qualche decina di metri, aggirando da sotto l’ostacolo, ora ci attende la salita piu’ dura.
Sotto il rifugio c’e’ un bel tiro di 120mt di dislivello con pendenze tra il 30%-45%, che risaliamo con un dei zig-zag.
Il mio fiato ne risente e non poco, mi distacco dal gruppo ed arrivo una ventina di minuti dopo, alle 11:35.
Mi aspetto di sentire i soliti prestanti reclamare di proseguire (sarebbe bello salire la Cima della Duleira 2070mt come la gita di siso), ma l’ultimo tratto ha sfiancato un po’ tutti.
Li trovo tutti indaffarati a fare qualcosa, chi al sole a godersi il tepore, chi nel rifugetto a litigare con la stufetta a legna che non tira e fa un fumo esagerato.
Il rifugio Alpe d’Arbea 1825mt e’ composto da due piccole costruzioni, ognuna con almeno 150cm di neve sopra … Per entrare Paolo ha dovuto spalare,e fortunamente abbiamo portato una piccola pala pieghevole. Fatto il buco per entrare, un po’ come i topi, si accede al piccolo locale, dotato di un letto a castello, piccola stufa, cucinetta a gas con bombola, coperte. Direi il necessario per un paio di persone.
Ottima la dotazione di legna. La stufa purtroppo fuma … la canna e’ intasata dalla neve e nonostante gli sforzi per pulirla, il fumo e’ eccessivo per restare all’ interno, quindi porta e finestra spalancate, il calore della stufa va bene per scaldare i panini.
Chiusa la fase affumicatura, andiamo alla croce di legno poco distante, dove Chiara si abbronza, per le foto di rito, poi iniziamo la discesa.
Con la traccia fatta in mattinata e’ tutto molto facile, solo un po’ di attenzione nel tiro sotto il rifugio per le pendenze.
Raggiunto Pradiron Sura seguiamo la strada, ma appena possibile bei taglioni nella neve fresca e alta, anche con pendenze di rispetto, divertimento assoluto.
Alla chiesetta vicino il ponticello a Pian S.Giacomo, c’e’ una fontana aperta con ottima acqua.
Rientro al parcheggio per le 15:00, velocissimi grazie alla traccia ed ai vari tagli divertenti.
In conclusione, esplorazione ben riuscita, direi che non e’ percorso per tutti, ma per chi vuole sperimentare la gioia di tracciare in luoghi incontaminati, e’ certamente il posto giusto.
Alla prossima … ancora esplorazione?
Mah chi puo’ dirlo … voglia e curiosita’ ci sono