Ci sentiamo con Massimo (di Hikr) poco prima di Natale, ed esce l’idea di fare una camminata assieme con nostri classici compagni di viaggio, e perche’ no di fermarci in capanna per pranzare.
Visto che in passato Max si e’ sempre prodigato per organizzare e cucinare per gruppi anche numerosi, era mia ferma intenzione non farlo lavorare questa volta, per una volta almeno tenere da subito le gambe sotto il tavolo.
Parte cosi’ la nostra organizzazione, con Paolo che ci propone di cucinare carne “selvatica” ed il nostro Chef per la polenta.
Famolo strano … la proposta e’ polenta con muflone, polenta e cinghiale e polenta e formaggio.
Max che non e’ capace di far nulla si prodiga per un po’ di salame per antipasto e per i formaggi, poi Giorgio (il mio omonimo) propone di portare una bottiglia di Braulio, cosi’ Max puo’ preparare il suo famoso sorbetto.
Per i beveraggi ci si affida ai singoli, io propongo qualche capanna che sia in grado di ospitare 15/18 persone, questo e’ il numero iniziale.
Conoscendo alcuni dei personaggi, so che piace fare fatica prima di pranzare, quindi serve una capanna capiente, ben dotata in cucina, tavoli abbondanti e raggiungibile in 3 ore circa.
Propongo una nostra vecchia conoscenza la Sponda, zona Chironico, sotto il Pizzo Forno, alcuni la conoscono in veste estiva ma non invernale, il nostro gruppo c’e’ gia’ stato un paio di volte e sempre in inverno.
Il percorso e’ sicuro, non c’e’ rischio di slavine, per una gran parte e’ nel bosco e nel tratto finale non e’ particolarmente ripido, in compenso ci sono da percorrere quasi 5km + 5km e poco meno di 1100mt di dislivello, certamente NON e’ una passeggiata, soprattutto se affrontata con gli zaini pieni.
Dopo aver verificato con la rifugista che il percorso e’ battuto grazie a qualcuno che e’ salito per capodanno, e vinte le ultime resistnze, e’ deciso per la Sponda.
Per le nostre esperienze passate, l’ideale e’ avere ramponcini in alcuni tratti prima di Cala ed anche verso il bosco, e le ciaspole negli ultimi 200/300mt di dislivello dove la neve diventa piu’ soffice e abbondante.
Partiamo dal solito parcheggio a Valle, lungo il Ticinetto a Chironico.
Purtroppo ci sono state parecchie defezioni, e rispetto il previsto 15/17 l’effetivo e’ 11 partecipanti.
Poco male, lasciamo in auto le cibarie in eccesso, carichiamo gli zaini in modo che i piu’ veloci possano arrivare prima ed iniziare a preparare, cosi’ gli ultimi caricano il meno necessario.
Partiamo uniti alle 08:00, lungo il ripido sentiero per Cala, non c’e’ neve ed anche il ghiaccio e’ proprio poco, in passato ne abbiamo trovato parecchio.
Il gruppo si grana subito, io sono come sempre il fanalino di coda, arriviamo a Cala e proseguiamo verso il Laghetto e la Capanna, ignoriamo il primo bivio (sentiero solo estivo e attrezzato con funi in alcuni passaggi) ed al secondo bivi si abbandona il sentiero che scende verso il Ticinetto e risale al laghetto e quindi al Passo del Piatto (proseguendo si va alla capanna Cognora), prendendo quello che sale alla Capanna, tutte le biforcazioni sono ben indicate da paline con le indicazioni gialle.
Qui inizia un tratto impegnativo, pendenze anche importanti e la neve che aumenta.
Salendo in verticale su un costone si raggiunge il bivio di Q1828, a destra il sentiero “estivo” per Cala (ed una curiosa freccia che indica “Formaggio di Capra Doro”, Doro e’ un altro aglomerato di baoite poco oltre Cala), mentre s inistra si verso la capanna.
Dopo un traverso con debole pendenza tra gli abeti, si percorren untratto in salita tra enormi larci e si sbuca nella radura dell’ Alpe Sponda, in inverno sommersa nella neve, e poco piu’ in alto e ben visibile la sagoma della capanna.
Sbucando dal bosco rivivo la bella sensazione di un paesaggio aperto e stupendo, bianco e pieno di cime.
Arrivo in capanna in tempi biblici … le libagioni del periodo non aiutano di certo, e devo ringraziare il mio badante Amedeo che ha vuto una pazienza infinita, attendendomi nelle mie innumerevoli soste a riprendere fiato.
Arrivo in capanna dove e’ gia’ quasi tutto pronto, due poelnte che girano sul gas e due padelle di cacciagione sulla stufa.
Antipastino con salame e formaggio morbido con un po’ di ottimo bianco per cominciare.
A mezzogiono e mezzo, come da programma, tutti a tavola, ottima la polenta e grandiosa la carne, alcuni hanno preferito il muflone altri il cinghiale, direi bello poter assaggiare anche carni non proprio comuni.
Polenta e formaggio come terzo giro … formaggio fresco e zola, tutto innaffiato da rossi di qualita’.
Lo Chef Barba si prodiga per il caffe’, mentre Max prepara il famoso sorbetto al Braulio, sempre gradito, e come sempre alla fine c’e’ che pulisce a fondo il contenitore.
Pulizia padelle, cucina, tavoli e sedie, pagamento del dovuto e ci prepariamo per il ritorno, l’idea e’ di partire massimo per le 14:30, sforiamo solo di 10min, il tempo di fare qualche foto ricordo assieme.
Il ritorno e’ veloce, anche se lungo e sullo stesso percorso dell’ andata. Ognuno sceglie cosa mettere ai piedi, chi le ciaspole e chi i ramponi.
Arriviamo in gruppetti al parcheggio, comunque tutti per le 17:00 e quindi con l’ultimo chiarore.
Le ultime chiacchere, gli ultimi saluti, e’ evidente che alla fine tutti hanno apprezzato la fatica per arrivare ad un bellissimo ambiente, e la fatica per arrivare ad un pranzo non da poco.
Grazie a tutti, peccato per chi non c’era … spero che le foto generino un minimo di invidia 🙂