Nella settimana dove prevista l’uscita, si parte con i progetti gia’ ad inizio settimana, con le varianti meteo, neve, pericolo valanghe, apertura strade ecc.
Quando le previsioni si fanno piu’ certe le ipotesi si restingono, e questa volta il meteo senza sole, la neve fresca caduta a meta’ settimana, suggerisco una gita “esplorativa”, qualche alpeggio o vallata che ancora non conosciamo.
La visita alla Val Forcola e’ in programma da tempo, a dire il vero la parte media della valle l’abbiamo visitata nel 2013 scendendo dal passo di Campel Alt, partendo dalla parallela Val Montogn.
In quella occasione siamo arrivati all’ Alpe di Quarnei, abbiamo risalito il torrente cercando inutilmente un guado, le acque gonfie dalle piogge ci avevano costretti ad una ritirata, finita al bellissimo rifugio Campel Alt.
Partiamo dalla localita’ Campagna, nel comune di Soazza in Mesolcina a 597mt, in questa stagione sembra proprio un posto fuori dal mondo.
La val Forcola confina con l’Italia ed in particolare con Gordona in Val Chiavenna, e’ e sara’ tutta all’ombra, anche se ad inizio giornata il sole splende in un cielo limpido, ma illumina il lato opposto della Mesolcina.
Parcheggiamo l’auto, “parcheggio riservato ?”, poco sotto all’evidente indicazione gialla dei sentieri che indica Alp de Crasteira, Passo della Forcola.
Alle 8:00 siamo in cammino, dopo un primo tratto nel bosco sopra l’arrivo della funivia che porta al Crasteira, il sentiero si infila nel canion scavato dal torrente, e’ un tratto affascinante che protetto da barriere risale stando poco sopra il corso d’acqua, in parte e’ anche scavato nella roccia.
Bisogna fare una premessa: all’imbocco del sentiero, sulla palina c’e’ un cartello appoggiato a terra dove viene indicato che il sentiero e’ franato nel 2019, e sono in corso lavori di ripristino, ma sappiamo da fonti certe che il sentiero e’ gia’ agibile.
Dopo il tratto sotto la roccia si devia vicino al letto del torrente e si risale poco dopo perche’ ci sono lavori di scavo e ripristino.
Si passa il torrente su un bel ponticello, nuovo appena messo in opera, con le funi d’acciaio che lo bloccano in posizione, leggendo le poche vecchie relazioni si scopre che il passaggio sull’altra sponda e’ un problema perche’ spesso il ponticello veniva spazzato via con le piene.
Passati sul lato opposto incontriamo una piccola ruspa, e per un lungo tratto vediamo e calpestiamo i lavori di ripristino del sentiero, sufficientemente largo, che sale con molti tornanti fino al bivio Q1060 per Ornera, un alpeggio che guarda verso valle.
Il bivio, proprio in curva, e’ poco visibile, nessun pericolo di sbagliare. Proseguiamo sempre con tornanti fino ad un lungo traverso che sul lato sinistro, verso valle, passa sopra una lunga zona ripida e soggetta a frane.
Per sicurezza sono poste delle funi ed in molti tratti sono in rifacimento dei parapetti, c’e’ neve a terra a tratti ghiacciata quindi procediamo con attenzione, ma i ramponcini restanpo nello zaino, al momento non sono necessari (e comunque non li calzeremo).
Dopo il traverso all’ aperto, senza bosco, si rientra in un fitto bosco di abeti si raggiunge un cancellettoo e si passa sotto la base di un grande pilastro di un elettrodotto, siamo arrivati all’ Alpe Crasteira.
Ancora un breve strappo in salita e si raggiunge la baita con la stazione di arrivo della teleferica “filo a freno” o teleferica Valtellina, ingegnoso sistema per il trasporto a valle dei tronchi.
Da qui la Valle della Forcola, stretta e verticale nella sua parte bassa, si allarga.
Neve ovunque e molto dura e ghiacciata nell’ ampio pascolo dell’ Alpe Crasteira.
A lato della stazione della teleferica c’e’ il rifugio Alpe Crasteira Q1419, piuttosto spartano, ma dotato di brande, cucinini a gas, stufetta e tavolo con sedie, un buon punto di appoggio in caso di necessita’.
Non ci fermiamo, ma vogliamo visitare le belle baite dell’ alpe che si trovano poco sopra.
Purtroppo il sole non si vede, e’ tutto coperto da nuvole, ed i pochi raggi spariscono subito o sono sul lato opposto, ma l’ambiente e’ davvero molto bello. Ci sono una decina di baite, la stalla, una bella fontana, tutto molto ben tenuto, giustifica sicuramente tutti i lavori di mantenimento del sentiero.
Ci fermiamo per pranzo, nonostante non sia proprio caldo ci fermiamo un paio d’ore, chiacchere e tanto panorama verso le grandi cime vicine: il Piz Pombi o Pizzo Forato, la Cima di Lughezzasca ed il Pizasc.
Alle 13:00 decidiamo di scendere, anche per riscaldarsi camminando, e scendiamo con molta attenzione nei tratti innevati e aperti verso valle, passiamo senza problemi e scendiamo veloci, ripassiamo sul lungo tratto di sentiero nuovo, quindi sul ponticello, nella gola e verso l’auto.
Siamo tutti soddisfatti, e’ stata una bella camminata, breve ed intensa, e ci ha permesso di scoprire dal basso questa bella valle dai due volti, stretta e verticale all’inizio e che si allarga dal Castreira verso l’Italia.
Seguiranno altre perlustrazioni ….