ESC 362 | Capanna Gana Rossa
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI TICINO /da adminCapanna Gana Rossa 2270mt con ciaspole
01 Marzo 2270 – ( 362 )
Parcheggio Carì impianti Q1642 – Cassinello Q1706 – cari’ di Dentro Q1745 – Incrocio con sentiero da Segna Q2189 – Rifugio Gana Rossa Q2270 (pranzo) – ritorno dalla stessa via
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Carì impianti (CH) | 1642 mt |
KM ANDATA | 3,95 Km | 03:00m lorde / di orologio 02:30 nette / 30min soste |
KM RITORNO | 3,25Km | 01:40lorde / di orologio 01:20m nette / 20m soste |
KM TOTALI | 7,2 Km | 06h : 30m lorde / di orologio 03h : 50m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 660 mt assoluto | |
DISLIVELLO RELATIVO | 700 mt relativo | Max altitudine: 2290 mt |
DIFFICOLTA' | WT3 | Sentieri non visibili per la neve |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | In capanna |
PARTECIPANTI | 5 | Giorgio, Roberto, Gimmy, Paolo, Francesco |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Faido/Carì e seguire per Faido. A Faido freccia a destra per Carì, risalire fino al paese di Carì, ampi parcheggi ma attenzione ai periodi invernali c’e’ il personale degli impianti sciistici che governa il parcheggio dei mezzi.
Acqua sul percorso
- Fontana a Cari’
- Ruscelli ghiacciati
Link interessanti
Appuntamento annuale con una racchettata al rifugio Gana Rossa, nelle visite invernali al rifugio siamo tra i più assidui.
Il percorso è la “nostra via”, sperimentata una volta in discesa e ormai assunta come via preferita per le invernali.
Diciamo per correttezza di informazione, che la nostra via segue in parte il sentiero estivo, che da Carì-Brusada prende il canale che porta all’inizio della dorsale di Segna, la cresta che divide la Val Vignum, la via classica estiva ma pericolosa in inverno perchè il lato E della cresta di Segna scarica sempre abbondantemente, dalla Valle dell’ Alpe di Carì.
Partenza dal paese di Carì alle 08:20, ci lasciamo anche tentare nel provare il tapirulan che sale verso gli impianti, poi proseguiamo calzando quasi subito le racchette da neve.
Passiamo Carì di Dentro tenendo ai bordi delle piste di sci che abbandoniamo attorno Q1780 dirigendoci verso il noto canale, ben visibile già dalla partenza.
Contrariamente al solito ci sono molti segni di skyalp che sono scesi e anche qualche ciaspolatore che ha fatto il giro dal lago passando poi (o prima) dal canale.
Non ci resta che seguire le tracce …
La neve è buona, 10/20cm fresca (giovedì ha nevicato), una quarantina di cm di polvere al rifugio.
Il canale parte da Q1800 fino a Q2190, quattrocentometri di pura ed intensa salita, che fatti su neve tutta fresca spengono i motori anche ai più allenati.
Con un pò di traccia e con un battitore come Paolo, non ci sono problemi. Io come sempre resto staccato, la pendenza mi stronca, ma con il mio passo arrivo alla cima del canale, dove la nebbia o nuvole basse avvolgono tutto, non si vede un tubo.
Vedo la traccia girare a sinistra, so bene che è sbagliato si tiene la destra per la capanna, ma gli amici hanno seguito una traccia, ed io non vedendo nulla seguo la pista battuta, che sale lungo un traverso con ghiaccio sotto pochi centimentri di neve, da fare con molta attenzione. Se volete seguire la ns traccia, beh seguite il ritorno.
Dopo il traverso e la risalita, incontro Gimmy, il badante, che mi aspetta e con lui risaliamo un dosso per scendere sul lato opposto riprendendo il percorso corretto che in breve ci porta al rifugio.
Arrivo oltre 20min dopo gli amici, al momento c’e’ un pò di sole, ma accendiamo la stufa per pranzare all’interno e scaldare i panini.
Pranzo rilassato, con frequenti uscite all’esterno, quando c’e’ sole si sta bene, quando tira aria ci ripariamo dentro.
Dopo quasi due ore, pulizia e pagamenti per ripartire, stavolta seguendo il percorso che ben conosciamo e che la mancanza di nebbia ha reso evidente.
La Gana Rossa, NON è di certo un rifugio tipico da ciaspole, come Garzonera, Foisc, Bovarina, Corno Gries, le vie d’accesso non sono semplicissime in inverno, ma trovato il modo, non manca mai la visita annuale.
ESC 384 | Cimetta dell’ Acqua
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCimetta dell’ Acqua Q1686
05 Marzo 2021 – ( 384 )
Parcheggio sotto Prennaro Dosso del Liro Q990 – Prennaro Q1012 – Sortaiolo Q1119 – Piaghedo Q1339 – Monte di Piaghedo Q1454 – Cimetta dell’ Acqua Q1686 – Monte di Piaghedo Q1454 – Piaghedo Q1339 (pranzo) – La Motta Q1358 – Sortaiolo Q1119 – Prennaro Q1012 – Parcheggio Q990
PARTENZA | Parcheggio poco sotto Prennaro - Dosso del Liro (CO) | 990mt |
KM ANDATA | 2,96 km alla cima 4,15 km al pranzo | 2:15 lorde, 10m soste alla Cimetta dell'Acqua 03:30, 50m soste, al pranzo a Paighedo |
KM RITORNO | 1,85 Km | 1:00 lorde, 05m soste |
KM TOTALI | 6,9 Km | 6h:00m totali, 3:30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 750 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 800 mt | Altudine massima 1684 mt |
DIFFICOLTA' | T2 | Sentieri visibili anche se non marcati |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Barba, Roberto |
Come arrivare
Raggiungere Gravedona sul lato Ovest del lago di Como, da Como, da Lecco o dalla Svizzera passando da Porlezza quindi Menaggio. A Gravedona deviazione a sinistra (salendo verso N) per Livo e Dosso del Liro. Seguire la strada fino ad un bivio nei pressi di un tornante, si prosegue diritto per Dosso del Liro, mentre a destra si sale a Livo. Salire fino al paesino di Dosso del Liro, arrivati sotto la chiesa, non la si rsggiunge ma si prosegue sulla via principale che prosegue diritta, indicazioni per un Agriturismo. Proseguire su strada piuttosto stretta e senza barriere in vari punti, si arriva ad un primo agriturismo (indicazione verso destra), si prosegue diritto, la strada diventa cementata e non più asfaltata. Si arriva ad una cappelletta “degli Alpini” si prende a destra (tornante) indicazioni per Agriturismo, proseguendo diritto si va verso la Valle del Dosso (Cardinello, Rifugio Vincino). La strada prosegue ancora cementata poi diventa sterrata ma senza difficoltà. Si passa a fianco di un paio di baite sulla destra ed un alpeggio in alto a sinistra, poco più avanti c’e’ uno slargo dove si parcheggia. A piedi si segue la strada che sale verso Prennaro.
Acqua sul percorso
- Fontana a Prennaro
- Fontana a Piaghedo
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CIASPOLATA CIMETTA DELL’ ACQUA
Escursione breve e infrasettimanale per consumare un giorno di ferie ed in previsione di diventare presto “zona rossa” visto l’andamento epidemico.
Rispondono all’appello il Barba e Roby, bene almeno siamo in tre.
Vista la non chiarezza delle norme, decidiamo di restare nei confini provinciali, quindi torniamo in una zona che ci era molto piaciuta a Dosso del Liro, per fare una parte del costone del Dosso Bello e del Motto Rotondo.
Contattato il comune per sapere se la strada per Prennaro era aperta e pulita (gentilissimi e veloci, non avete idea di quanti comuni non abbiano mai risposto a richieste di questo tipo), arriviamo al parcheggio ed alle 7:45 siamo in cammino con le ciaspole legate allo zaino.
Ci proponiamo di salire il crinale, con “minimo sindacale” a Q1689: la Cimetta dell’Acqua e lì decidere se proseguire.
Saliamo a Prennaro, ed iniziamo la ripida rampa per Sortaiolo (baite), quindi la ancora più ripida per salire il fianco della Motta ed arrivare al magnifico nucleo di baite di Prennaro.
Ricordavo che era bello, poco sopra una sella ed in posizione molto panoramica, ma sarà il cielo blu, sarà la neve che ricopre quasi ogni cosa, ma il paesaggio è ancora più bello.
Non ci fermiamo e proseguiamo, ora la salita si fa più dura, le ciaspole ancora non servono anche se bisogna camminare con attenzione tra neve crostata e ghiacciata e qualche prato con paglione scivoloso.
Barba è sempre avanti seguito da Roberto, io arranco la forma fisica è andata a farsi benedire in questo periodo. Troppo lavoro sedentario da casa e mancanza di movimento hanno azzerato quel pò di allenamento che avevo guadagnato fino al pre-covid.
Poco dopo le 10, una ventina di minuti da Roccia-Speedy Gozales Barba, e subito dopo da Roby, arrivo sulla Cimetta dell’Acqua.
Pausa per bere e riposare un pò. Si sta benissimo il sole scalda, non c’e’ vento e paesaggi a 360°.
In basso verso il lago c’è foschia, ma le cime tutt’attorno splendono nel blu intenso, giornata da incorniciare.
Spiccano il Cardinello, il Toresella, la Gana Rossa, Punta di Valstorna, il crinale Bregagnino-Pizzo di Gino, poi a nord il Sasso Canale e le cime della Valtellina, di fronte l’inconfondibile sagoma del Legnone, le Grigne e poi giù fino al S.Primo ed i Corni.
Scrutiamo il crinale che impenna (letteralmente) verso il Dosso Bello, circa 300mt di rampa ripida ed innevata.
Ci confrontiamo e decidiamo che per oggi basta così, meglio godersi questa libertà, quindi chi con le ciaspole e chi con ramponcini iniziamo la discesa verso Piaghedo dove abbiamo deciso di pranzare.
In meno di mezz’ora siamo a Piaghedo, troviamo una terrazza ben esposta al sole e ci accampiamo, questo è godersi la vita!
Pranziamo e dopo un’ora e mezza di assoluto cazzeggio scendiamo, decidiamo per un ultimo sforzo, non scendiamo diretti a Prennaro ma risaliamo la Motta dove ancora godiamo di panorami in ogni direzione, c’è un ometto anzi un omone di sassi ben più alto di me.
Sempre sulla neve scendiamo verso l’auto per intercettare il sentiero della mattina poco sopra Sortaiolo, quindi di nuovo a Prennaro ed al parcheggio prima delle 14:00.
CIASPOLATA Cimetta dell’ Acqua Q1686
PROFILO ALTIMETRICO CIMETTA DELL’ ACQUA Q1684
ESC 385 | Cornizzolo dalla Direttissima
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminMonte Cornizzolo – direttissima e ritorno con anello Q1241
14 Marzo 2021 – ( 385 )
Parcheggio Suello Q300 – Priel Q472 – Prà Piot Q1000 – Bivio Suello-Civate Q1050 – Monte Cornizzolo Q1241 – Rifugio Marisa Consigliere Q110 – Bivio Suello-Civate Q1050 – Priel Q472 – Parcheggio Suello Q300
PARTENZA | Parcheggio lungo la strada Cusino-Malè (CO) | 990mt |
KM ANDATA | 2,7 km alla cima 4,7 km al pranzo | 02:05 di orologio, 01:55 nette, 10m soste alla cima 03:30 di orologio, 03:00 nette, 30m di soste al pranzo |
KM RITORNO | 1,5 Km | 1:10 di orologio, 01:05 nette, 5m di sosta |
KM TOTALI | 6,4 Km | 5h:45m totali, 3:30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 575 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 600 mt | Altudine massima 1564 mt |
DIFFICOLTA' | WT2 | Sentieri visibili non in cresta Non è stato possibile proseguire verso il Pizzone |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Barba, Roberto |
Come arrivare
Raggiungere Suello, da Como verso Erba quindi Pusiano Suello o da Lecco. A Suello salire in paese, prendere una via a sinistra poco dopo la chiesa e salire in direzione del cimitero. Qui si può già parcheggiare se non si trova posto più in alto. Proseguire in salita tenendo la destra dove si trovano pochi parcheggi e l’attacco della direttissima.
Acqua sul percorso
- Non c’e’ acqua sul percorso
- Punto di appoggio al Rifugio Consiglieri (se aperto)
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CORNIZZOLO DALLA DIRETTISIMA
Sabato sera ricevo un whatsapp dal Barba
“visto che da lunedì siamo rossi, che ne dici domani mattina di fare il Palanzone dalla scala di legno?”
Bella idea, giro il messaggio al gruppo sapendo già che con così poco preavviso si saranno già presi altri impegni.
Gimmy è disponibile, felice di tornare a camminare dopo parecchi mesi di astinenza.
La prima sopresa la troviamo al mattino, ha piovuto tutta la notte, ed ancora pioviggina.
In auto tutti e tre ne discutiamo subito, non si può fare la scala di legno se bagnata!
Comunque ci dirigiamo in direzione Erba, pensando e ripensando cosa poter fare.
Ci vengono in mente alcuni percorsi “da covid” di turistalpi, al Bolettone o Palanzone ma da sentieri nuovi per noi, non sono troppo documentato non saprei nemmeno da dove partire.
Propongo il Cornizzolo, e da un lato nuovo per me e per Gimmy, la direttissima.
Barba vi è appena salito il 24 Gennaio, ma accoglie favorevolmente l’idea, a gennaio era ancora innevato.
Io invece non so bene di cosa sto parlando, la parola direttissima mi risuona nei polmoni che sospettano di non farcela, le ultime escursioni ero affaticato con dislivelli piuttosto scarsi, e qui non so bene di cosa stiamo parlando.
Parcheggio a Suello, sono solo le 7.00 e troviamo libero proprio all’attacco del percorso.
Si parte subito ripidi su un primo tratto asfaltato e qui il primo cartello 900mt di dislivello alla cima …
Accidenti a me
Poi inizia il sentiero, prima scale cementate, due ponticelli di legno (unico tratti in piano) e poi sù fino a Priel, punto panoramico dove finisce la via crucis che coincide con il primo tratto già ripido del percorso.
A Priel Q480 proseguiamo senza fermarci, l’instancabile Barba avanti, dietro Gimmy ed io che chiudo la fila.
Vanno avanti ed ogni tanto si fermano ad aspettarmi.
Il sentiero fa onore al suo nome è veramente ripido, diretto, anzi quando ci sono piccoli tornanti c’e’ la variante direttissima che li taglia.
Il Barba non ne perde una di queste varianti, se deve essere direttissima … deve essere così.
Si fatica certo ma si sale anche, passo dopo passo, io con passi corti per preservare fiato.
Dopo un lungo tratto nel bosco a circa Q800 si sbuca e vediamo la cima del Cornizzolo che spicca davanti a noi.
Nota positiva, è uscita un bel sole ma anche un bel venticello gelido che ha pulito il cielo offrendo una vista a dir poco spettacolare.
Il sentiero si fa un pò meno ripiso, sin dall’inizio ad ogni 100mt di dislivello c’è un cartello indicatore, questo anche perchè su questo percorso si corre la “Vertical race del Cornizzolo”, mi aiuta a tenere il morale alto.
La corsa parte in basso al paese di Suello, per toccare i 1000mt di dislivello, non trovato in rete i risultati di tutte le edizioni, ma nel 2013 vince un portacolori della forestale con 33m41s e tra le donne 45m56s
Il sentiero ora raggiunge la strada asfalta a Q1095, qui si può deviare a destra verso il rifugio Consigliere e salire al Cornizzolo dalla classica, oppure continuare la “vertical”.
Attraversato l’asfalto sù diritti.
Non sono scoppiato, e questo mi fa felice, proseguo lento ma tranquillo ed in 2:10 con circa 10m di brevi soste, sono arrivato alla croce del Cornizzolo.
Sono molto felice, chi mi conosce sa che le pendenze mi stroncano, e farsi 950mt in poco più di 2km non è da Giorgio.
Ci copriamo, fa molto freddo, quindi il tempo di riposare, fare un pò di foto ed ammirare paesaggi che spingono lontanissimo, per poi ripartire.
A proposito di paesaggi, ha nevicato e non poco, a nord le cime del lago, dal Bregagno verso il Pizzo di Gino, il S.Primo, il Legnone, le Grigne, ma molto bello vedere Milano e lo sky-line dei sui grattacieli.
Scendiamo rapidi verso il Rifugio Consigliere per una sosta al riparo dal vento.
20 minuti di sosta al rifugio per consumare un pò di frutta secca, il caffè (ed immancabile ammazzacaffè).
Studiamo un percorso di ritorno a Suello che ci permette di scoprire un altro sentiero, quindi alla strada scendiamo per un breve tratto sullo stesso sentiero della mattina, poi arrivati ad un bivio, lasciamo a sinistra la direttissima per tenere la destra continuando a scendere il costone.
Il sentiero è sempre ben visibile, con questo percorso si scende anche a S.Pietro al Monte.
La discesa si fa più decisa, sempre su prato (paglione al momento), per poi infilarsi nel bosco, molto ripida e con alcuni tratti dove scavalla pareti di roccia.
A Q620 troviamo il bivio che cercavamo, a sinistra S.Pietro al Monte e Civate a destra Priel (il punto panoramico) e Suello.
Lungo traverso che torna nella direzione giusta, qualche tratto ripido, un passaggio protetto in una gola (secca), quindi ancora in piano fino a Priel.
Arriviamo al poggiolo dove termina la via Crucis, c’e’ gente stiamo ben distanziati, quando si libera andiamo a vedere la visuale, merita la sosta.
Dopo un breve riposo, di nuovo giù ripido, poi i ponticelli e la scala cementata, alle 11:35 al parcheggio, tutto perfetto.
CORNIZZOLO DALLA DIRETTISSIMA
PROFILO ALTIMETRICO CORNIZZOLO dalla DIRETTISSIMA
ESC 382 | Ciaspolata al Monte Cucco
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCiaspolata al Monte Cucco 1624mt
14 Febbraio 2021 – ( 382 )
Parcheggio Seghebbia Q1111 – Alpe Colmine Q1483 – Bocchetta di San Bernardo Q1586 – Colmo di San Bernardo Q1616 – Colle Q1505 – Monte Cucco Q1624 – Alpe Colmine Q1483 – Seghebbia
PARTENZA | Parcheggio Piazzetta di Seghebbia, Comune di Val rezzo (CO) | 1111mt |
KM ANDATA | 6,2 km alla cima | 03:30 di orologio 03:00 nette 30m soste |
KM RITORNO | ||
KM TOTALI | 6,2 Km | 03:30 di orologio 03:00 nette 30m soste |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 500 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 550 mt | Altudine massima 1624 mt |
DIFFICOLTA' | WT2 | Sentieri ben segnalati e pista battuta fino Alpe Colmine |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 2 | Giorgio, Barba |
Ciaspolata al Monte Crocione: come arrivare
Da Porlezza, raggiungibile dalla Svizzera, da Como via Menaggio o dalla Val d’Intelvi, salire i Val Rezzo.
Raggiunto il paesino di Buggiolo tenere la sinistra per Seghebbia, dove finisce la strada in una piccola piazzetta.
Parcheggi se disponibili e sgombri da neve nella piazzetta, o all’inizio del paese al cimitero.
Il sentiero è segnalato e parte della piazzetta
Acqua sul percorso
- Lavatoio a Seghebbia
- Fontana lungo il sentiero a Q1200 circa
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CIASPOLATA AL MONTE CUCCO 1624MT
Rieccomi in pista anzi sulla pista.
Dopo un lungo periodo ritorno con tanta voglia a camminare, ma quanta fatica riprendere.
Visto che non possiamo sconfinare, pare che ritornando in patria si può essere segnalati e messi in quarantena, si va un regione, anzi in provincia.
Non mi sento di fare una camminata troppo lunga, sono fuori allenamento, inoltre il pericolo slavine è piuttosto alto, serve qualcosa di sicuro.
Voglio evitare luoghi affollati, i classici delle ciaspole, e penso a qualcosa di già fatto senza neve e adatto alla nostra passeggiata.
Saremo solo in due del gruppo, io ed l’infaticabile Barba, gli altri per motivi diversi sono bloccati.
Eccoci quindi poco dopo le sette di mattina a Seghebbia, ultimo centro abitato in alto alla Val Rezzo, poco sopra (a Buggiolo) c’e’ la classica salita per il S.Lucio ed il Garzirola, scendendo il passo della Cava si entra nella bella Cavargna, un paradiso di cime.
Restiamo a noi, parcheggiamo nella piazzetta del paesino, che dorme silenzionso, accumuli di neve al parcheggio ed un freddo cane.
Partiamo con -6°C con le ciaspole nello zaino, salendo le viuzze del paese, molto ghiacciate e scivolose.
Saliamo con calma scaldandoci con il movimento, mentre il sole iniza a far capolino, la giornata si presenta stupenda, come da previsioni.
Con alcuni tornanti guadagniamo quota fino all’acquedotto dove iniza una sterrata che porta all’Alpe Colmine, la nostra prima tappa.
Attorno Q1200 mettiamo le ciaspole, si iniza ad affondare, e proseguiamo nel bosco di faggi, tutti ricoperti da una crosta ghiacciata, stupendo.
Dopo poco più di un’ora raggiungiamo l’alpe, finisce il bosco ora è tutta neve in gran parte intonsa, ed in parte solcata dalle scie delle motoslitte.
Sul tetto dell’ alpeggio c’e’ un bel metro di neve pressata a strati, ci consultiamo sul cosa fare con Luciano, puntiamo alla Bocchetta di S.Bernardo, dove iniza la salita alla Foiorina e lì decidiamo.
Inizia un lungo traverso, sfruttiamo per brevi tratti le piste delle motoslitte, ma la neve è in gran parte da battere, io non ne ho il fiato ed il buon Barba batte tutto da solo, anzi quando mi stacca troppo si ferma ad attendermi.
Per timore di smuovere i pendii a sud, puntiamo alla cresta, ed alle 9:20 siamo alla Bocchetta di S.Bernardo.
Sarebbe bello salire alla Foirina da qui, dal percorso estivo, ma non c’e’ traccia battuta e non si vede il sentiero, quindi ripieghiamo a fare tutta la cresta fino al Monte Cucco 1623mt (era il minimo sindacale previsto per oggi).
E’ un del sù-e-giù a cavallo tra Val Colla, val Rezzo e Val Cavargna, con panorami infiniti grazie ad una giornata limpidissima.
Il freddo è pungente, tremendo, appena togli i guanti perdi sensibilità nelle mani, in queste condizioni dove faremo la pausa pranzo?
Al Monte Cucco pensiamo di allungare al S.Lucio e pranzare alla chiesetta al coperto, ma vedendo scie di formichine che salgono cambiamo idea, svoltiamo indietro e torniamo all’Alpe Colmine dove siamo soli e nella neve immacolata.
Sono solo le 10:00 non c’è modo di farsi spazio nella neve, quindi riposiamo 20min e propongo al Barba di tornare all’auto e scendere al Lago del Piano a pranzare, almeno saremo un pò più al caldo.
Detto fatto, scendiamo abbastanza veloci, in discesa non devo fare conto il fiato, ed incontriamo ben sette persone che salgono sul nostro percorso verso l’Alpe Colmine.
Prima delle 11:00 siamo al parcheggio, temperatura più gradevole anche se -2°C.
Ci cambiamo con calma e sempre con calma scendiamo con l’auto al Lago del Piano dove ci sono panchine e tavolini.
La temperatura è di poco sopra lo zero, ma si sta bene senza guanti, non c’e’ aria tutto è tranquillo come il lago.
Pranziamo con i nostri panini, la frutta, caffè e ammazza-caffè, poi arriva un’arietta gelida e ci si deve corpire, resistiamo ancora un pò, ma oggi di freddo ne abbiamo preso abbastanza, torniamo a casa.
Rientro alle 14:00, mai successo prima.
Speriamo che sia il “segno di inizio”, la voglia è tanta (troppa) ma il fisico è stato seduto troppo tempo, ed inevitabilmente resterà ancora seduto per parecchi mesi.
Beh … alla prossima, spero presto e con qualcuno in più.
CIASPOLATA AL MONTE CUCCO 1624MT
PROFILO ALTIMETRICO CIASPOLATA MONTE CUCCO
ESC 381 | Ciaspolata al Monte Crocione
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCiaspolata al Monte Crocione 1491mt
08 Gennaio 2021 – ( 381 )
Parcheggio La Bolla Q1050 – Capanna Bruno Q1179 – Bocchetta Crocette Q1330 – Le Crocette Q1347 – Pizzo della Croce o Crocione Q1491 – Capanno Impianti sci Q1470 – Parcheggio La Bolla Q1050 (via discesa diretta)
PARTENZA | Parcheggio Cascina La Bolla Casasco Intelvi (CO) | 1050mt |
KM ANDATA | 6,2 km alla cima | 02:50 di orologio 02:30 nette 20m soste |
KM RITORNO | ||
KM TOTALI | 6,2 Km | 02:50 di orologio 02:30 nette 20m soste |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 450 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 500 mt | Altudine massima 1491 mt |
DIFFICOLTA' | WT2 | Sentieri ben segnalati e pista battuta |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Roberto, Barba |
Ciaspolata al Monte Crocione: come arrivare
Per la ciaspolata al Monte Crocione, bisogna raggiungere San Fedele Intelvi da Argegno o da Porlezza.
Seguire per Erbonne / Casasco.
A Casasco deviazione a destra per Orimento/La Bolla.
Seguire la strada fino alla fine, si trova in un pianoro con alcune baite e stalle, parcheggio vicino al Ristorante La Bolla
Acqua sul percorso
- Non c’è acqua sul percorso: rifornirsi di acqua prima di partire
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Per inaugurare il 2021, abbiamo fatto una bella ciaspolata al Monte Crocione. Si tratta di un’escursione breve, ma molto bella ed intensa. In questo periodo di restrizioni, bisogna cogliere al volo ogni apertura, quindi abbiamo iniziato a programmare questa ciaspolata al Monte Crocione già ad inizio settimana.
Nella scelta bisogna considerare di restare in regione, possibilmente vicino a casa e soprattutto aproffittare di questa stupenda neve.
Propongo di rispolverare una vecchia racchettata mia e di Roberto, di gennaio 2009 (quanto tempo!).
Il ricordo è certamente lontano ma piacevole, tanto che ci siamo ritornati nel 2010 partendo dal versante opposto.
Saremo in tre: il Barba, Giorgio e Roby.
La partenza per la ciaspolata al Monte Crocione
Partiamo dalla Località La Bolla a Casasco Intelvi Q1050, alle 08:00, meno di una decina di auto al parcheggio, oggi è giorno feriale.
Risaliamo lungo la strada per 1Km con le ciaspole in mano, fino alla Capanna Bruno, noto ristoro della zona e fine della strada asfaltata e pulita.
Calziamo subito le ciaspole ed iniziamo la salita. Troviamo il percorso ben pistato difficoltà praticamente nulle.
La giornata si presenta splendida, cielo terso, visibilità incredibile e niente vento. Se aggiungi una neve soffice la giornata è praticamente perfetta.
Primi 100mt di dislivello sul costone sopra il ristoro, dove a destra c’erano alcuni degli impianti di risalita.
La storia della stazione sciistica
Negli anni ’60-’70 iniziò la storia di questa stazione sciistica, che all’epoca aveva 5 impianti di risalita (3 skilift e 2 manovie) che servivano una ventina di km di piste. Insomma era un vero e proprio piccolo comprensorio, con uno sviluppo tra i 1100 e i 1500 metri della Val d’Intelvi, con stupenda vista sul monte Generoso e sul lago di Como.
Alla fine degli ann ’80 vennero chiusi lo skilift e la manovia nella zona Alpe Gande-Orimento, negli anni ’90 chiuse uno dei due skilift che dalla Cascina Bolla (dove si trovava la biglietteria) saliva al Crocione.
Nel 2004 chiuse anche l’altro skilift, mentre nel 2005 fu il turno della manovia.
Comunque questi ultimi due impianti furono aperti per pochi giorni a partire dal 1995, e fu così che il declino degli impianti del Crocione si trasformò in chiusura.
Il percorso della ciaspolata al Monte Crocione
Raggiunta Q1210, si potrebbe salire in verticale lungo il bosco fino alla cresta, ma la nostra traccia devia a sinistra ed inizia un percorso di 1,6Km gran parte nel bosco ed in ultimo all’aperto che porta alla bocchetta a Q1330.
È un traverso stupendo, lo ricordavo bello, ma la neve fresca e l’atmosfera rendono la nostra ciaspolata al Monte Crocione davvvero magica!
Arriviamo in boccheta, a destra inizia la lunga cresta per il Crocione, ma a sinistra c’è una croce posta in punto panoramico a Q1347, ovviamente puntiamo a questa breve tappa.
La croce domina verso S, siamo proprio di fronte al Sasso Gordona e la lunga dorsale che porta al Bisbino, devo dire meraviglioso.
Dopo poco più di 5min giriamo i tacchi, siamo a -5°C e star fermi fa freddino, quindi alle 09:10 prendiamo la dorsale che in 35m ci porta alla croce di vetta del Crocione (o Pizzo della croce).
In vetta un monumento in sasso, la bella croce che guarda il lago ed un tricolore che sbandiera alla fresca brezza lacustre.
Troviamo due skyalper e più tardi un escursionista.
Paesaggio a 360°, vista sul lago di Como verso NE, con Lenno la penisola di Balbianello, il S.Primo, le Grigne ed il Legnone.
Di fronte a noi le tre cime del Generoso, verso N il Ceresio a Porlezza, le cime della Val Solda e dietro la stupenda bastionata dal Bregagno al Pizzo di Gino.
Ovviamente tutto bianco, fino a quote molto basse, una meraviglia.
Foto di rito, ma sono solo le 10:00 e fa freddo, quindi come da programma discesa verso Orimento.
Discesa in parte sulla pista battuta ed in parte nella neve fresca, troppo bello!
Arrivati a Q1380 proprio sopra Orimento, invece di scendere all’Alpe decidiamo per una variante al piano originale.
Avevamo pensato di arrivare ad Orimento e ritornare in parte su strada al parcheggio della Bolla, ma la neve è troppo bella e allora discesa ripida e diretta che con un traverso ci porta vicini al parcheggio.
È un godimento unico, la difficoltà ed il piacere è nello stare in neve fresca, dove sono passati i tanti sci-alpinisti troviamo lo strato di neve precedente e ghiacciato dove si scivola, ma stando nel manto fresco si scende in sicurezza anche se le pendenze sono di tutto rispetto.
Cerchiamo di allungare il giro ed il piacere il più possibile, ma alle 10:50 arriviamo al parcheggio, ora ci sono una cinquantina di auto.
Chiudiamo qui questa bellissimo giro, breve certamente, il giusto per riprendere dopo tanto tempo di inatttività e soprattutto ricco di paesaggi e panorami da favola.
Ci spostiamo in auto al sole verso Orimento per pranzare al sole godendoci questi ultimi momenti della giornata assieme.
Arriviamo a casa alle 13:30, mai così presto e dopo uno stop a S.Fedele per un caffè (la mancanza di Gimmy si sente…).
Alla prossima “apertura”, e speriamo presto, idee ne abbiamo tante e questa ciaspolata al Monte Crocione è solo l’inizio.

ESC 319 | CHUEBODENHORN
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA /da adminChuebodenhorn 3070mt
23 Settembre 2018 – ( 319 )
Parcheggio All’Acqua Q1614 – Capanna Piansecco Q1988 – Ex Baracca militare Q2350 – Gerenpass Q2683 – Chuebodenhorn Q3070 (pranzo) – discesa stesso percorso
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio All'Acqua Val Bedretto CH | 1614 mt |
KM ANDATA | 5,3 Km | 04:20 lorde / 20min soste |
KM RITORNO | 5,2 Km | 04:00m lorde / di orologio, 15m soste |
KM TOTALI | 5,2 Km | 08:00 lorde / di orologio 07:20 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 1450 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1450 m | Max altitudine: 3070 mt |
DIFFICOLTA' | T4 | Sentiero fino alla capanna ed al Gerenpass poi qualche ometto |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | ometto con libro di vetta |
PARTECIPANTI | 2 | Paolo, Barba |
Come arrivare:
Si percorre L’autostrada S.Gottardo-Airolo”N 2″, uscita Airolo.
Svoltare a sinistra ed imboccare la strada della Val Bedretto fino ad All’Acqua. Ampi parcheggi.
Acqua sul percorso
- Fontana all’ albergo vicino al parcheggio
- ruscello vicino la capanna, direzione laghi delle Pigne
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Paolo (io): Sabato ore 14 30. Telefono a Luciano per salutarlo .
io: Ciao Luciano tutto bene?
Luciano: tut ben ma duman alura stem a ca??
io: lo sai saremmo solo in due vuoi che facciamo qualcosina?
Luciano : ah mi duman andavi da per mi al Ciuboden.
Ok si va al Chuebodenhorn.
Visto la grinta di Luciano non oso proporre altro .
Anzi ho provato con un misero Scopi ma mi sono preso del fannullone.
Salita classica da all’Acqua fino alla Piansecco .
Una passeggiata su autostrada .
Poi inizia il sentiero che inerpica fino al Gerenpass a 2600 metri.
Gli altimi 200 metri sono verticali.
Da qui le cose si fanno serie. Arriviamo in prossimita’ dello stupendo lago del Gerenpass dove non mancano le foto.
Seguiamo ora gli ometti e ci portiamo sulla cresta dove seguiamo gli ometti fino a meta’ salita e poi in libera.
Sassi enormi che purtroppo troviamo bagnati e scivolosi sotto la vetta dove non batte il sole.
C’e un po ‘ di vento e dopo una veloce foto di vetta scendiamo piu’ sotto per trovare un posto comodo per mangiare.
Il ritorno ripercorre la traccia dell’andata .
Complimenti a Luciano:
la tua tenacia , la voglia di arrivare, la felicita’ di avere fatto un nuovo 3000 e la tua voglia di metterti sempre in gioco .
Alla prossima!
ESC 320 | MAZZASPITZ
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA /da adminMazzaspitz Q3164
30 Settembre 2018 – ( 320 )
Parcheggio Juf Q2126 – Punto accesso alla cresta Q2945 – Mazzaspitz Q3164 (pranzo) – Punto accesso alla cresta Q2945 – Oberer Fluesee Q2790 – Parcheggio Juf
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Juf Val Avers CH | 2126 mt |
KM ANDATA | 4,9 Km | 04:00 lorde / 30min soste |
KM RITORNO | 4,5 Km | 02:40m lorde / di orologio, 10m soste |
KM TOTALI | 9,3 Km | 07:50 lorde / di orologio 05:50 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 1040 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1060 mt | Max altitudine: 3164 mt |
DIFFICOLTA' | T4 | Fino ai laghetti su sentiero poi tutto da inventare |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | ometto con libro di vetta |
PARTECIPANTI | 4 | Giorgio, Paolo, Barba, Francesco |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Bellinzona Nord – San Bernardino.
Seguire per il S.Bernardino , dopo il tunnel proseguire verso Coira.
Dopo Splugen e Suffers, prendere l’uscita per Avers.
Ora seguire la lunga strada (17km) fino alla fine, al paesino di Juf 2126mt.
Parcheggio al lato della strada all’ingresso del paese.
Da Como 2h ore circa di auto
Acqua sul percorso
- Vari ruscelli sopra Juf
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Oggi giornata da incorniciare, sotto tutti i punti di vista: il meteo spettacolare, la cima tosta al punto giusto e con una punta adrenalinica (dovuta ad un errore che vi spieghero’), il festeggiamento del mio compleanno (Giorgio, ben 27gg dopo).
Sono anni che ne parlo a Francesco e con il gruppo, ad un mio compleanno vi porto in un posto speciale, non semplice, forse un 10mt di corda nello zaino non fanno male.
Pensavo che questa occasione fosse ormai passata per il 2018, il ginocchio convalescente, ormai il tardo settembre con rischio di trovare del ghiaccio.
Invece una finestra di bel tempo, e la recentissima relazione di Djenoun mi mostrano il percorso pulito e fattibile, resta solo il ginocchio, ma la voglia e’ tanta quindi si va.
Partenza da Juf alle 08:25, sentiero per il passo Stallerberg, dal paese la stradina cementificata per l’acquedotto a sinistra. Il bel paesino e’ completamente in ombra, +1 gradiCC e prati gelati. Ma il sole splende sulle cime circostanti, nemmeno una nuvola a sporcare un cielo blu intenso.
A Q2333 prendiamo a sinistra, indicazioni per il passo Fallerfurgga, attorno Q2440 si passa tra i paravalanghe che proteggono Juf, a Q2487 altro bivio, prendiamo ancora a sinistra. Si prosegue fino a Q2700 circa, diritto si sale al OberFluesee, e poi al Fallerfurgga, alla nostra sinistra la mole massiccia del Mazzaspitz, enorme, di un colore grigio-verde stupendo.
In basso una conca, tutta una sassaia di vari colori ma ben divisi fra loro, dal rosso ferro, al grigio-verde della cima, al bianco.
C’e’ un punto critico e fondamentale in questa escursione, e’ la salita in cresta, la cresta Sud, ben descritto nei report precedenti, ma nonostante tutto lo abbiamo mancato in salita.
Risaliamo la conca di pietre, il punto di salita alla cresta NON lo si vede dal basso, solo attorno Q2750 quando si piega verso sinistra.
Dal basso il riferimento e’ linea di divisione tra le pietre chiare e quelle grigio-verde, che segue la piega a sinistra che va seguita. Aiutano degli ometti, che Paolo e Francesco hanno ben ricostruito.
Arrivati attorno Q2900, si vede bene la cresta sud, vediamo un gruppo di stambecchi, quasi ad indicarci il percorso.
Il riferimento e’ uno sperone roccioso isolato, a destra di questo la cresta. Bisogna arrivare proprio sotto per vedere la cengia/grondaia indicata nelle precedenti relazioni.
E’ proprio la chiave per salire, in modo escursionistico, la barriera rocciosa e prendere la cresta.
Noi arriviamo sotto, e traditi dalle tracce di passaggio prendiamo un canalino insidioso, ripido e con terriccio che ti scivola sotto i piedi. “Ma dove accidenti e’ questa cengia delle foto?”.
Ormai e’ tardi Francesco e Paolo risalgono a forza il canale, e la corda di Francesco e’ di grande aiuto a me ed il Barba per superare quei pochi metri. (Francesco con calma ed in vetta ci dira’ che e’ almeno un II, una primizia per il nostro gruppo).
Scaricata l’adrenalina e superato un altro balzello verso destra, pieghiamo a sinistra e raggiungiamo la cresta. Sorpresa, la cresta e’ enorme dal lato opposto, e vediamo chiramente degli ometti che scendono, vuoi vedere che la via giusta era piu’ in basso?
Cerchero’ con le foto e qualche indicazione di chiarire il nostro errore, e di facilitare il percorso a chi decidera’ di salire questa bella cima, che merita molta piu’ attenzione.
Raggiunta la cresta sud, si sale sulla dorsale fino a dove si stringe, qui c’e’ un grosso ometto Q3006. Si passa sul versante Ovest, c’e’ un passaggino di pochi metri da fare con attenzione, il sentiero passa sopra un canale di scarico totalmente aperto verso valle. Ci si passa veloci, e si prosegue ancora su larga cresta in direzione NO.
Raggiunto … il baratro, il sentiero piega salendo ripido verso destra, altro ometto Q3066, dove si passa sul lato Est della cresta, da dove finalmente si vede la cima, ma mancano ancora 100mt.
Si sale senza difficolta’, qualche passo con attenzione per la ghiaietta che scivola sotto gli scarponi, e alle 12:25 arrivo in vetta, una quindicina di minuti dopo gli amici che mi aspettano seduti attorno ad un scarso ometto di sassi con gamella.. Sono provato, ma la fatica e’ piu’ che appagata.
Siamo a ben 3164mt, dopo il RE cioe’ il mastodontico Piz Platta 2292mt, il Mazzaspitz 3164mt, il Talihorn 3164mt ed lo Jupperhorn 3155mt sono le cime dominanti in Val d’Avers.
Il sole e la bella giornata ci permette una visione a 360 gradiC , pranziamo tranquilli e festeggiamo il mio compleanno con strudel e un Berlucchi. Finiamo con caffe’, grappa e genepi di Francesco (ottimo).
Dopo quasi un’ora e mezza decidiamo di scendere, la via e’ lunga, siamo preoccupati di fare la discesa con la corda nel canalino (e si continuava a discutere su come tutti i report indicano T4!).
La discesa e’ veloce, arrivati sulla cresta sud proseguiamo fino alla fine, c’e’ un grosso ometto. Diritto precipita, ma scendendo a sinistra pochi passi, ecco la famosa cengia che questa mattina non abbiamo visto.
E’ veramente semplice da questo lato, ed e’ anche ben segnata da un ometto, come abbiamo fatto questa mattina a non vederlo?
Appenda scesi dalla cengia (non servono corde, e’ larga almeno mezzo-metro), siamo alla base del canaletto franoso che abbiamo erroneamente salito. Sbagliando si impara, e cosi’ si spiega la corretta attribuzione di un T4.
Avendo visto dall’ alto il bel laghetto Oberer Fluesee, decidiamo di passare a visitarlo al ritorno, quindi facciamo un traverso largo e alto sulle pietraie di vari colori, cercando di non perdere quota.
E’ ripido ma divertente, io piu’ che altro cerco di salvaguardare il ginocchio.
Raggiungiamo la fine della pietraia e valle del laghetto a Q2860, quindi scendiamo su comoda erba e terriccio fino al laghetto Q2790.
Il laghetto che sulla mappa non ha nome, e’ spettacolare bello limpido e soleggiato, un vero invito ad una sosta. Francesco ne aprofitta per un pediluvio, mentre Paolo in quattro e quattr’otto si mette il costume e si fa una veloce nuotata.
Non e’ proprio da tutti fare il bagnetto a poco meno di 2800mt a fine settembre!
Da lago prendiamo il sentiero che collega Juf a Fallerfurgga, percorrendo la stessa via dell’andata, ma ormai stanchi ne aprofittiamo di molti tagli del sentiero principale.
Alcune note:
se seguite la nostra traccia, usate la traccia di ritorno per la cresta sud, NON assolutamente l’andata. Il ritorno dal laghetto Q2790 penso sia la via migliore anche per l’andata, si risparmiano circa 300mt, e per 500mt si cammina su prato e terriccio e non su pietraia. Piu’ bello ancora il giro ad anello come abbiamo fatto noi.
Lascio alle foto e alla loro descrizione qualche indicazione in piu’ per il punto chiave.
Gita SUPER, peccato che gli altri Girovagando erano giustamente assenti per vari impegni e malattie.
Alla prossima!
ESC 321 | PIZZO D’ERA
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA /da adminPizzo d’Era Q2618
14 Ottobre 2018 – ( 321 )
Parcheggio Predelp Q1671 – Tic Cattaneo Q1720 – Bivio Acquedotto Q1860 – Pian Cavallo Q2047 – Pizzo d’Era Q2618 – Alpe Pian Cavallo Q2077 (pranzo) – Brusada Q1950 – Tic Cattaneo Q1720 – Predelp Q1671
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Predelp - Carì bacino artificiale (ch) | 1671 mt |
KM ANDATA | 4,8 Km alla pranzo 3,4 km alla cima | 04:40 lorde / 40min soste 03:00 lorde / 20min soste |
KM RITORNO | 3,1 Km | 01:05m lorde / di orologio, 05m soste |
KM TOTALI | 7,9 Km | 07:00 lorde / di orologio 03:30 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 950 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1000 mt | Max altitudine: 2618 mt |
DIFFICOLTA' | T4 | Sentiero fino all'alpe, assente alla cima. Presente dall' alpe al parcheggio |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 5 | Giorgio, Gimmy, Barba, Angelo,Francesco |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Faido. Allo stop prendere a sinistra e raggiungere Faido. In paese deviazione a sinistra, indicazioni per Carì. Salire fino a Carì e proseguire dopo gli impianti ed i parcheggi .
La strada si fa stretta ma sempre asfaltata. Si arriva a Predelp, si parcheggia a destra di un piccolo bacino artificiale. Indicazioni su paline alla partenza (prendere per Passo Predelp)
Acqua sul percorso
- Fontana a Tic Cattaneo
- Ruscelli fino all’acquedotto
Link interessanti
Album foto a tutto schermo
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Il ritorno dello Jedi, e lo Jedi e’ Gimmy che torna a camminare pieno di voglia di montagna dopo oltre quattro mesi di astinenza, causa operazione chirurgica.
Considerato lo scarso allenamento, propongo qualcosa di semi-tranquillo (e ora mi aspetto di leggere il commento del Barba che me ne ha dette di ogni …).
Puntiamo ad una bella cima dove non siamo mai saliti, ma che ho visto in molte relazioni invernali, soprattutto dell’amico siso.
Non e’ inverno, non c’e’ neve e mi piace l’idea dello “lo famo strano”, quindi propongo una salita inedita (non ho trovato relazioni), con partenza dal lato della Leventina a Predelp.
Partenza alle 08:00, salita verso il Passo Predelp fino al bivio dell Acquedotto, a circa 1870mt.
Qui una palina indica verso destra Brusada e capanna Gana Rossa, questo aveva solleticato la mia fantasia quando avevo visto le indicazioni, in una delle salite al passo Predelp e relativa cima.
Dal bivio in poi per noi e’ tutto da scoprire.
Il sentiero si arrampica ripido sul fianco dell’elevazione All’Uomo, poi a quota 1950 circa spiana e con un bel traverso si porta a Pian Cavallo, dove si trova l’omonima alpe.
Qui si abbandona il sentiero. Con Francesco ci soffermiamo a studiare il possibile percorso, visto che e’ tutto da inventare.
Ci sono tre costoni:
il piu’ ad Ovest e’ la prosecuzione della cima All’Uomo 2215mt, sale a Q2429 e si porta sulla cresta a Q2550, a SE della Bocchetta d’Era
Un costone centrale che sale la gana di Ve’nn e si porta in cresta a 2580mt, ha piu’ erba e meno roccia
Il costone a SE, quello che sovrasta il Lago di Cari’, che arriva in cresta assieme al costone centrale da cui si dirama
La via migliore per prendenze, roccia e prato sembra quella centrale, inoltre sopra l’alpe Cavallo ci sono tracce di sentiero, piu’ marcate all’ inizio poi via via piu’ deboli, che portano in questa direzione.
Da Pian Cavallo, risaliamo un paio di risalti, quindi teniamo il centro della valletta di Ve’nn, nella parte centrale su prato, diciamo paglione, visto il periodo.
A Q2450 raggiungiamo la cresta, sfruttando un pezzo di prato franato con terricco smosso.
Ora inizia una parte molto ripida e da fare con attenzione, quasi tutta su paglione che comunque tiene ancora abbastanza bene, ma scivolare qui significa ruzzolare moltooooo a valle.
Siamo divisi in due gruppi, Francesco, Angelo e Roberto sono avanti, io Barba e Gimmy, seguiamo.
Arriviamo a Q2580, sulla cresta principale che collega il Pizzo d’Era al Predelp passando da numerose cimette e la bocchetta d’Era, non mi sembra un percorso semplice, anzi.
Fa freddo e soprattutto non si vede nulla, siamo immersi nelle nuvole.
Il Barba grida per capire la direzione, in effetti la cima dista ancora qualche centinaio di metri lineari, verso NE.
Ci compattiamo attorno all’ometto di vetta, attorno il grosso ometto a 2618mt alle 11:00.
Non se ne parla di pranzare, visto l’orario, ma non se ne parla neppure di fermarsi troppo, l’aria e’ pungente e non si deve nulla.
L’unica cosa che brilla e’ il lago di Cari’, ben trecento metri sotto di noi, illuminato dal sole ha un colre argento.
Studiamo se c’e’ una via per scendereverso il lago, ma la scarsa visibilita’, e la pendenza ancora piu’ elevata di quella appena percorsa, ci suggerisce di scendere verso l’alpe Cavallo come all’ andata.
Nonostante le preoccupazioni del Barba la discesa su paglione non preoccupa cosi’ tanto, e verso le 12:40 siamo all’ alpe Cavallo per la sosta pranzo.
Riparati dal vento al sole si sta benissimo, anche a petto nudo.
Pranziamo con soliti panini, ma festeggiamo il rientro dello Jedi, con Prosecco (tenuto in fresco in una pozza d’acqua dietro l’alpe, e strudel. Non mancano caffe’, altri dolci, grappa e l’ottimo genepy di Francesco.
Ben 1:30 di meritata sosta, prima di ripartire con un giro ad anello come programmato.
Tornati sul sentiero al Pian Cavallo, seguiamo per Brusada, altro che sentiero, e’ quasi una stradina.
Poco prima di Brusada, deviamo a destra ed iniziamo la nostra discesa seguendo il sentiero che, scopriremo dalle indicazioni, e’ un percorso invernale per le ciaspole.
Sentiero bellissimo, tutto nel bosco, con alcuni spazi aperti. Ci riproponiamo di tornarci con la neve, magari proprio mentre nevischia.
In circa mezz’ora sbuchiamo a Tic Cattaneo, dove c’e’ una bella fontana con acqua fresca anzi gelata, e da qui in pochi minuti scendiamo al bacino artificiale ed al parcheggio.
Escursione centrata in pieno, mi e’ piaciuta proprio, peccato per le nuvole ed il freddo in cima, ma non sempre si ha la fortuna dell’ ultima escursione.
Ciao alla prossima
ESC 322 | CAPANNA CREMORASCO
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA /da adminCapanna Cremorasco 1095 mt
28 Ottobre 2018 – ( 322 )
Parcheggio Monti di Tiglio Q1052 – Alpe del Tiglio Q1128 – Capanna Cremorasco Q1095 (pranzo) – ritorno dalla stessa via
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Monti di Tiglio ISONE (CH) | 1050 mt |
KM ANDATA | 0,94 Km | 0:20m lorde / di orologio, 0m soste |
KM RITORNO | 0,94 Km | 0:20m lorde / di orologio, 0m soste |
KM TOTALI | 1,88 Km | 00h : 40m lorde / di orologio |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 80 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 100 mt | Max altitudine: 1128 mt |
DIFFICOLTA' | T1 | Sentiero sempre ben visibile, difficile attraversamento del guado con ruscello in piena |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona, nessuna in capanna, debole se ci si sposta verso il ruscello, lungo il sentiero di arrivo |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | |
PARTECIPANTI | 7 | Giorgio, Barba, Gimmy, Paolo, Roberto, Angelo, Francesco |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire prima della galleria del Monte Ceneri, uscita Rivera.
Allo stop prendere a sinistra e percorre un lungo rettilineo, verso la fine, prima di una curva, indicazioni a sinistra per Isone.
Prendere la strada per Isone e risalire la vallata fino all’ ultimo paese.
Per il ritiro delle chiavi prendere contatto con il Patriziato di Camorino
SI prossegue in auto per qualche centinaio di metri, si prende a sinistra indicazioni Monti di Tiglio e si segue la strada fino dove termina, all’ altezza di una sbarra di divieto, solo per mezzi militari.
Nel perioodo invernale (da dicembre) sembra sia tollerato portare l’auto fino ai Monti di Tiglio, vicino alle caserme, nonostante i cartelli di divieto, e con sbarra aperta.
Acqua sul percorso
- Fontana Monti di Tiglio
- Acqua chiusa in capanna in inverno, si può prendere a qualche centinaio di metri lungo il sentiero verso Pian Grande
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Ma chi sono i Matti?
Sono certo che nessuno pensava di leggere una relazione (pur banale) di una uscita domenica scorsa.
Invece …………………………………………………………………………………
Potevo certamente evitare di scrivere questa che non voglio neppure definirla relazione. Abbiamo camminato 40min tra andata e ritorno, e siamo stati in un rifugio bello ed accogliente che piu’ volte vi ho gia’ descritto.
Ma mi dispiaceva non condividere con voi, come abbiamo fatto noi ieri, una domenica di ordinaria pazzia ….. ( La colonna sonora e’ questa )
Quindi non vi raccontero’ di sentieri e percorsi, di paline e di indicazioni, il bivio piu’ difficoltoso era scegliare tra l’acqua, il bianco ed il rosso ….
Ma partiamo con il breve riassunto di decine di messaggi scambiati in settimana:
Avete visto le previsioni per domenica?
Acqua a catinelle
Che si fa?
Male che vada una castagnata
Anche se piove?
Dai fino a 3mm di pioggia lo abbiamo gia’ fatto piu’ volte
Ma quanta ne danno?
oltre 10mm ….
Ma si va lo stesso?
Beh con gli ombrelli …
Allora Cremorasco …
Ritrovo tardi, tanto il percorso e’ brevissimo. Zaini comunque molto carichi, chi ha la padella per le castagne, le bottiglie di vario genere, Paolo anche 4.5Kg di castagne.
Niente cucina stavolta, solo birollata.
Le mogli non sono troppo contente, ma il messaggio comune e’ “tranquille dove andiamo noi piove meno che a casa”
La decisione piu’ complicata e’ la scelta della capanna. Deve essere ovviamente aperta, anche se non c’e’ acqua, scaldabile, avere la stufa o camino per fare le castagne, percorso breve o semi-breve, a seconda della quantita’ di pioggia.
Ogni giorno tre verifiche delle previsioni meteo, inogni direzione, dalla Maggia ad Airolo, dalla Mesolcina ai Grigioni, cercando meno mm2 …
La questione si complica, le previsioni cambiano di giorno in giorno, ma i mm2 restano tanti, anzi troppi. Camminata corta, non troppo in alto (neve?), quindi Cremorasco, e … ombrello.
Ritiriamo le chiavi a Camorino (bar) e torniamo ad Isone ed ai Monti di Tiglio. Per poterci cambiare senza inzupparci ci cambiamo sotto una tettoia dei militari, lungo la strada.
Partiamo alle 08:25 carichi e coperti come per una spedizione durante i monsoni.
Dopo 25 minuti siamo al nostro “divano domenicale”, ci sistemiamo all’interno dove accendiamo il fuoco delle stufa, ovviamente piove copiosamente.
Ci dividiamo gli incarichi, si deve “tirare mezzogiorno”, quindi chi prende legna, chi taglia le castagne, chi le cuoce dentro la stufa con la padella forata portata da casa con manico allungato con manico di scopa.
Giochiamo a carte in quattro, divisi a coppie, salatini come aperitivo e birolle pre e dopo pasto.
Il vinello rosso, bianco e rosato scorre nei bicchieri, il Barba alle 11:00 ha gia’ finito i suoi due panini … “mi go fam”
Lo scorrere delle ore e fatto di chiacchere e “pirlate”, il tutto in amicizia e con grandi risate. Non mancano i canti (senza la musica di Francesco), ma e’ meglio sorvolare.
Pulizie e versamento del passaggio (vaglia o cassetta in loco, con buste terminate), mentre fuori piove ancora piu’ intensamente della mattina.
Sempre coperti dagli ombrelli torniamo all’auto in 16minuti, e per cambiarci di nuovo sotto la tettoia militare.
Se non siamo matti noi …. Lascio alle foto i dettagli della giornata.
ESC 323 | RIFUGIO CAMPEL BASS
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA /da adminRifugio Campel Bas 1720mt
11 Novembre 2018 – ( 323 )
Parcheggio Alp Montogn Q1309 – Ponte su La Montogna Q1250 – Guado Q1303 – Rifugio Campel Bas Q1720 (pranzo) – ritorno dalla stessa via
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Alp de Montogn CH | 1309 mt |
KM ANDATA | 2,1 Km | 01:30 lorde / 10min soste |
KM RITORNO | 2,1 Km | 01:00m lorde / di orologio, 0m soste |
KM TOTALI | 4,2 Km | 07:00 lorde / di orologio 03:30 di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 473 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 550 mt | Max altitudine: 1720 mt |
DIFFICOLTA' | T2 | Sentiero sempre ben visibile, difficile attraversamento del guado con ruscello in piena |
COPERTURA CELLULARE | Buona | Buona, nessuna in capanna, debole se ci si sposta verso il ruscello, lungo il sentiero di arrivo |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | |
PARTECIPANTI | 8 | Giorgio, Gimmy, Barba, Angelo, Francesco, Roberto, Amedeo, Paolo |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, a Bellinzona Nord, prendere per S.Bernardino.
Proseguire in direzione del S.Bernardino e uscire a Lostallo.
All’ uscita prendere a destra e subito a sinistra, strada stretta che fiancheggia l’autostrada. Alla prima strada verso destra, svoltare in direzione di una centrale elettrica, segnale di divieto di passaggio.
La strada Rura – Montogn è Agricolo Forestale e chiusa al traffico, bisogna munirsi di permesso da richiedere alla Cancelleria di Lostallo (sono gentilissimi), gratuitamente e … via email !
Unica nota importante: la strada è lunga 17Km di cui gli ultimi 2km sterrati, stretta e con pochi slarghi.
Si può percorrerla anche con vetture normali, con attenzione.
Acqua sul percorso
- Acqua chiusa in rifugio, ma ruscello a poche decine di metri, lungo il sentiero in salita
- Vari ruscelli sul percorso
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Album foto a tutto schermo
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L’ amicizia e’ un dono. No, non e’ facile e banale retorica.
Per vari motivi ci e’ capitato di rivedere anche assieme molte delle escursioni del nostro passato, ed oltre alle lacrimucce (da coccodrillo) del come eravamo giovani, la piu’ spontanea delle espressioni era quante ne abbiamo combinate assieme!
E quante ne abbiamo ancora da combinare …
Momenti di gioia, di sudore, di fatica, di paura, di pranzi e di bevute, di fornelli accesi, di freddo e di caldo, di cime e di rifugi, di creste e sentierini che spariscono, di cenge, di tremilametri, ma tutti momenti vissuti assieme, e che senza la forza e lo spirito del gruppo si sarebbero cosi’ realizzate.
Chiusa l’introduzione, torniamo sul sentiero.
Festa di compleanno, e per noi e’ un rito. Nei periodi freddi si cucina in un bel rifugio, in primavere si abbina una cima ad un rifugio, in estate si stappa prosecco a tremila.
Il meteo delle ultime settimane invita a stare chiusi in casa, e le previsioni per la domenica non sono proprio incoraggianti, ma nulla ci ferma e partono le indagini sul rifugio che deve ospitarci.
Stavolta torniamo in Mesolcina e precisamente, direi di nuovo, in Val Montogn, e’ la terza visita quest’anno.
Obiettivo il rifugio Campel Bas a 1720mt, ci siamo passati nel 2011, ed allora era una baitella in sasso decisamente anonima e scarsamente equipaggiata, la classica baita da cacciatori.
Ma sappiamo che e’ stato ristrutturato completamente ed aperto nel 2016, oggi si presenta come una piccola e deliziosa baita di montagna completamente in legno.
Chiesto il permesso in auto, percorriamo la lunga strada che porta all’ Alpe Montogn, ormai tutta asfaltata con alcuni tratti cementati. E’ perfetta fino al ponte vicino all’ Alp de Val Arbola, poi e’ sterrata ma ben percorribile anche da vetture normali.
Partenza alle 08:40, ce la siamo presa comoda, tanto con il meteo che si presenta non si puo’ ambire a molto di piu’. Tra l’altro gli zaini sono piu’ che pesanti, carichi di cibo, bevande e paiolo della polenta! Ad aiutarci nella trasumanza, oltre al gruppo completo, ci sono gli amici Francesco ed Amedeo, che rivediamo dopo lungo tempo.
Ci incamminiamo in Val Montogn, scendendo verso il torrente perdendo oltre 50mt, dopo un breve tratto in piano deviamo a sinistra su un ponte metallico con assi e parapetti in legno.
Il torrente e’ in piena e scorre impetuoso mentre attraversiamo a gambe larghe il ponticello, il legno bagnato e’ viscido come se fosse cosparso di sapone.
Uno alla volta passiamo, ma non e’ finita qui.
Dopo pochi minuti ci troviamo ad un affluente minore, da attraversare sopra due tronchi affiancati, qui altro che sapone sembrano rivestiti di grasso!
In condizioni normali e’ un ruscelletto, ma con le settimane di pioggia e’ un bel torrente carico di acqua. Ognuno cerca il modo migliore per attraversare, con vari e diversi tentativi, sempre cercando di bagnarsi il meno possibile.
Ricompattati sulla sponda opposta inizia una breve ma intensa salita, su bel sentiero con pochi e sbiaditi bolli, ma ben utilizzato. Ci sono anche gradini di sasso e passaggi sopra e sotto rocce.
Si segue il costone che affianca il riale che abbiamo attraversato, con salita ripida ma mai complessa o pericolosa.
Dopo meno di 1:30 con le pause, scorgiamo il rifugio, e con piacevole sorpresa e’ davvero una bella baitella, ed e’ tutta nostra (10:10)
Stanza unica, tutta rivestita in legno, con 4 posti letto, angolo cucina a gas e lavello, stufa a legna.
Buona scorta di legna all’esterno del rifugio. Inutile dire che posti del genere esistono soprattutto per il contributo dei cacciatori.
Appesa al muro la pelle completa di un bel viperozzo …
Iniziano le attivita’, chi accende la stufa, chi prende l’acqua per la polenta e per lavare. L’acqua e’ chiusa (abbiamo telefonato al referente), ma sul sentiero a poche decine di metri c’e’ un ruscello dove prelevarne in quantita’, e dove mettiamo al fresco i bianchi.
Dopo tante chiacchere iniziali, Gimmy calza il suoi famosi guanti blu per preparare uno stuzzichino a base di tartine con gorgonzola, innaffiate da un spumante ed un rosso.
A tempo debito, il Barba inizia a preparare la polenta, e sempre a tempo debito si scalda la lonza con i porcini preparata da Rosi, la moglie di Gimmy.
Spettacolare il gusto come sempre!
Tutti a tavola per gustare un piattino (vedi foto) di polenta, lonza e porcini da leccare il piatto, chi lo desidera (quasi tutti) prosegue con una fetta di zola che accompagna ancora un po’ di polenta.
Pausa di … riflessione con canti e tentativo di ballo, qualcuno tenta una breve pennica.
La stufa rende bene, passiamo dai +0 gradiC ai +16 gradiCC
Viene il momento dei dolci, torta e strudel, innaffiati da un ottimo Franciacorta Magnum (per bilanciare lo zaino?).
Caffe’, grappa e Genepi (home-made da Francesco), tutto buono.
Ancora pausa prima della chiusura con il classico vin brule’ del Barba, perfetto per rimettersi in cammino.
Non vi ho detto che poco dopo il nostro arrivo ha iniziato a piovere e a tratti anche piuttosto bene, e noi per nulla preoccupati. Anche stavolta le previsioni non ci hanno azzeccato, davano nuvoloso ma senza pioggia.
Ma si sa che al tempo non si comanda, e non sarebbe cambiato nulla per noi … siamo impermeabili (all’acqua).
Dopo la veloce foto ricordo all’esterno e indossate mantelle e kway, prendiamo la via del ritorno alle 14:30, scendendo con molta attenzione il terreno e’ ripido, le pietre e le radici viscide.
Tutto tranquillo, fino al guado, che affrontiamo ben piu’ decisi dell’ andata (sara’ l’effetto dell’ alcool?), quindi il ponte principale sempre piu’ saponato.
Ultimi 50mt di salita per il parcheggio dove l’alcool ingerito evapora, per lasciar posto alla necessaria attenzione alla guida sulla strada di ritorno verso Lostallo.
Grazie a tutti, grande giornata, anche se pioveva (fuori …)
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