ABBIGLIAMENTO

Da inesperti (senza alcuna offesa, nessuno è nato con gli scarponi ai piedi), questa e’ la prima domanda, la seconda e’ cosa portare nello zaino.

Sembra tutto banale, forse addirittura stupido parlarne, ma visto che la domanda ce la siamo posta tutti vale la pena spendere qualche parola.

Prima di tutto ,ovviamente, valutate la stagione e la situazione metereologica.

In qualunque situazione vale la pena avere con se’ giacca impermeabile, guanti, bandana o  sciarpa, fascia copri orecchie o berretto.

Non sottovalutate la montagna, soprattutto in quota, anche se estate, il tempo evolve rapidamente ed un vento freddo puo’ causare seri problemi.

Un pile leggero , oggi se ne trovano ovunque, sono sempre una soluzione semplice ed efficace.

Portatevi sempre un cambio, almeno della maglietta. Giunti a metà percorso cambiarsi i vestiti sudati. Per I pantaloni, si può optare per il classico pantalone alla zuava, oppure pantaloni corti ed infine pantaloni lunghi con cerniere al ginocchio che rapidamente si trasformano in pantaloni corti.

Se sapete già di trovare la neve, oppure se esiste anche una remota possibilità di incontrarla, portatevi le ghette.

Non c’ e’ niente di più sgradevole dei piedi bagnati ed i pantaloni umidi (garanzia di un bel raffreddore).

Di giacche a vento c’e’ ampia scelta, ovviamente tessuti tecnologici impermeabili, traspiranti e leggeri obbligano ad affrontare una certa spesa.

Due ultime note finali:

Il materiale che non portate addosso e quindi finisce nello zaino pesa, quindi scegliete materiali leggeri.

Ultima cosa, anche se è forse la prima in ordine di importanza, le calzature. Nessun consiglio specifico, lo scarpone deve essere ‘adatto’ a voi, deve essere abbastanza leggero, deve consentirvi di camminare molte ore senza dare noie (la maledette ‘fiacche’), possibilmente impermeabili (capita spesso di attraversare corsi d’acqua, prati umidi, neve).

TEMPI DI CAMMINO

Ecco un argomento che ha tante e diverse risposte.

Le prime indicazioni trovate in rete, indicavano in circa 3,5/4 Km percorribili a piedi in piano, più 1 ora per ogni  350/400mt di dislivello in salita.

Quindi per salire per 3,5Km (sfiatati come me) e 350mt di dislivello servono 2 ore. Una persona più allenata può fare 4Km e 400mt nello stesso tempo.


Un po’  di teoria (metodo svizzero):

Distanza in km.: d            Dislivello in m.: h
fattore di percorso: K (K = 4 per la salita, 6 per la discesa)
Calcolo tempo in ore =  ( d + ( h / 100 ) ) / K

Esempio: 6 Km con dislivello di  1000 m.
in salita     : (6+10) / 4 = 4 ore
in discesa  : (6+10) / 6 = 2,7 ore circa

Un altro metodo, che trovo semplice e per questo geniale, l’ ho imparato sul sito dell’ amico Nino (UpTheHill).

Il calcolo si basa sul concetto di sforzo equivalente, ovvero i Km complessivi da percorrere sono la somma di:

* I Km lineari (in piano)
* I Km di dislivello, calcolando +1Km per ogni 100mt di dislivello in salita

Un esempio chiarisce ogni dubbio:
un percorso di 15 Km lineari + 800 metri di dislivello corrisponde a 23 Km di sforzo equivalente.

Considerando che un buon passo percorre dai 4Km ai 7Km lineari (ognuno di noi ha una propria percorrenza), il calcolo del tempo di cammino diventa presto fatto.

Se il dislivello è importante (oltre i 500/600mt), considerate in discesa circa i 2/3 del tempo impiegato a salire.

Per quanto ci riguarda, il calcolo lo utilizziamo ancora, ma solo per una stima di massima.

Da quando utilizziamo il gps (ma si può fare anche con l’orologio), abbiamo calcolato la nostra velocità media, in salita, in discesa, e per un determinato dislivello.

Quindi sapendo quanto strada dovete fare e quale pendenza affrontare, la stima diventa semplice, e soprattutto basata sul vostro passo.

Le nostre escursioni sono, sia per volontà che per sfiatamento, tranquille con tempi di sosta necessari a prender fiato, scattare qualche foto, scambiare impressioni e guardare il panorama. Quasi mai rispettiamo i tempi indicati nei cartelli segnavia.

LE TEMPERATURE IN MONTAGNA

Stimare la temperatura esterna che incontremo nel nostro percorso, ci aiuta non solo nell’abbigliamento, ma nella scelta del percorso da fare e negli eventuali punti di appoggio.

Incontrare impreparati una bufera di neve, o un gelido vento che ad esempio il Lago di Como è capace di regalare, può come minimo appesantire notevolmente l’escursione, ma puo’ avere conseguenze ancora peggiori.

Quante volte mi sono cimentato nella ricerca di quanto si raffredda la temperatura salendo in quota, Ho trovato tante risposte, tante perchè tante sono le variabili.

Trascrivo due indicazioni, tra l’altro coincidenti, con qualche spiegazione raccolta tra siti internet e pubblicazioni.

In condizioni ideali (senza considerare correnti d’ aria, posizionamento, ecc):

La temperatura diminuisce, di media, di 6.5 °C  per 1000mt di dislivello ( 0.65 gradiC per 100mt ).

Le principali ragioni sono:

  • Il suolo restituisce la maggior parte della radiazione solare assorbita in  forma di raggi infrarossi, questo effetto diminuisce salendo di quota
  • Alle quote inferiori c’e’ maggior pressione atmosferica che in alta montagna, dove la conseguente espansione dell’aria si traduce in una diminuzione di temperatura.
  • Nelle pianure c’e’ maggior presenza di vapore acqueo che agisce come un isolante termico (una specie di piumino o coperta). In montagna il vapore acqueo è notevolmente inferiore, l’atmosfera più rarefatta favorisce la dispersione del calore.

Il raffreddamento di una corrente d’aria ascensionale è di  1°C ogni  100 metri in assenza di condensazione.

Se avviene condensazione è di circa 0.6°C.

Un valore medio per calcolare la temperatura in quota “al volo” senza tener conto del raffreddamento dovuto a moti convettivi: 6.5°C/Km

Nota storica: il primo meteorologo ad effettuare misurazioni è stato Teisserenc de Bort (1855-1913).